Perché la stampa italiana racconta la Grecia in modo apocalittico?
di Matteo Nucci
Atene.
Federico Fubini è il vicedirettore del Corriere della Sera. Non lo conosco e non l’ho mai incontrato. La prima volta che ho letto e riletto la sua firma è stato pochi mesi fa quando scriveva per Repubblica.
Il suo era un pezzo di apertura su Cernobbio e Varoufakis e le sue parole marcavano la prima pagina del quotidiano. Si apriva così: “Yanis Varoufakis usa meno cravatte ma più profumo della media dei ministri finanziari dell’area euro”. Perché l’inviato di Repubblica in prima pagina parla del profumo del Ministro delle Finanze ellenico (che peraltro, profumo o meno, ebbe un certo successo a Cernobbio)? Non potevo credere ai miei occhi. Ma poiché molti giornalisti sono ormai propensi alle note di colore, passai oltre. Ho dimenticato quelle parole fino a stamattina.
Sono arrivato a Atene nella notte. La città non dormiva, ma era presto per tirare le somme. Code ai bancomat. Gente impazzita. Popolazione allo stremo. Pensionati distrutti. La scelta “folle” di Tsipras di indire un referendum mi inseguiva sui titoli dei quotidiani da giorni. E siccome vengo in Grecia, amo la Grecia, studio la Grecia da più di vent’anni, non potevo crederci. Ma stamattina sono rimasto di stucco.
Federico Fubini comincia così il suo articolo sul Corriere della Sera di oggi: “Nessuno sale più all’Acropoli. Da ieri ormai non ci salgono i turisti, i cui torpedoni sono scomparsi dai piedi della salita al tempio di Atena con l’approssimarsi dell’atto finale di questo dramma”. Intitolato “Grecia, il piano segreto di Varoufakis: una moneta parallela all’euro”, l’articolo racconta una serie di retroscena su Tsipras, Varoufakis, Syriza, Dragasakis (vice Premier moderato); e lascia intendere che Syriza è spaccata, che Tsipras è allo sbando e Varoufakis neanche a parlarne. Giocando sul filo di rimandi alla classicità di cui credo che Fubini non sappia granché, l’articolo si conclude con un’allusione al suicidio politico di Tsipras. Nulla di ciò che racconta Fubini è confermato da fonti. Può darsi che sia molto ben informato su Syriza e sulle sue dinamiche interne. Può darsi. Ho sentito persone interne a Syriza, oggi, che smentiscono drasticamente le sue ricostruzioni, ma può darsi che abbia ragione perché è possibile che le smentite non abbiano alcun valore, come è noto in questi casi.
Ci sono soltanto due dati che è possibile controllare di questo articolo. Il primo è l’Acropoli vuota che già ho citato. Il secondo eccolo: “Non c’è più tempo: i pagamenti nel Paese stanno collassando, i pensionati senza bancomat hanno diritto a ritirare non più di 120 euro ogni tre giorni e navi turistiche da 500 posti partono ormai dal Pireo per le Cicladi con 20 passeggeri a bordo.”
E così sono sceso al centro di Atene, mi sono infilato a Monastiraki e ho percorso la stradina che costeggia l’Agorà intitolata a Adriano. Bar zeppi di turisti, bancomat solitari e senza fila, sono entrato all’Agorà e ho domandato se l’affluenza al sito fosse cambiata in questi giorni. “In nessun modo” mi hanno risposto. Forse però Fubini è salito su, nel caldo, sulla roccia dell’Acropoli. Sono uscito dall’Agorà su Apostolou Pavlou e sono arrivato alla piazzola dei torpedoni sotto l’Acropoli. Zeppa come sempre. Un pullman si è allontanato pieno e un altro ha preso il suo posto. Dove era stato Fubini? Sono salito su per la via disegnata da Dimitris Pikionis. Alle biglietterie la fila sotto il sole cocente. I Propilei affollati. Il Partenone come sempre accerchiato da turisti che scattano foto: giapponesi, francesi, italiani, inglesi, americani, greci. Non ho mai amato l’Acropoli affollata di gente. Il mio maestro, Gabriele Giannantoni, si svegliava alle sei per essere sotto il Partenone alle otto in punto, all’apertura. Sono cresciuto imparando a apprezzare il silenzio. Ma stavolta ero felice. Cosa aveva visto Fubini?
Me ne sono tornato a Monastiraki, ho preso la metro per il Pireo, l’ “elettrico” come chiamano qui il primo mezzo che percorse la capitale, un treno elettrico per metà esterno e per metà sotterraneo. Ho attraversato la strada aggirando il ponte aperto per le Olimpiadi e dall’anno scorso chiuso per lavori mai iniziati. Il porto pullulava di turisti. Due americane non sapevano nulla del “corralito” ma erano felici per non aver dovuto pagare i mezzi pubblici. Un gruppo di ragazzi se la rideva all’ombra fumando sigarette. Tutto come sempre. Ho domandato se ci fosse qualche cambiamento. Niente di rilevante, forse un lieve calo – mi hanno detto. È inizio luglio. Solo turisti. In mezzo alla settimana quasinessun greco. Forse qualcuno ha deciso di rinunciare? Difficile dirlo. Lo sanno gli albergatori.
Forse Federico Fubini è salito all’alba all’Acropoli e poi al Pireo ha trovato una nave che partiva con venti passeggeri a bordo? Ne dubito. Se anche fosse, non è questa la norma nei giorni più importanti in cui un referendum decisivo è alle porte. Le sue informazioni non raccontano la realtà. Come ci si può fidare di lui sui retroscena politici, se gli unici fatti che ha raccontato non sono reali?
Il mio mestiere non è quello del giornalista. Ma quando scrivo reportage dai paesi in cui viaggio, la regola è quella che mi hanno insegnato: raccontare ciò che vedo, domandare, controllare i dati. Si tratta della regola più importante per chiunque abbia la possibilità di essere letto anche solo da pochi lettori avidi di informazioni. Figurarsi su questioni di così grande importanza e su quotidiani letti da migliaia di persone. Così, sull’Acropoli ho tirato fuori il mio tesserino di pubblicista e ho scattato foto alla folla così come davanti ai bancomat solitari e vuoti e davanti al porto brulicante di viaggiatori.
Poi me ne sono andato a pranzo con una reporter che da anni racconta la Grecia per un grande quotidiano straniero. Abbiamo parlato, mi ha raccontato. Viene in Grecia e parla greco da una trentina di anni. Conosce il popolo e i suoi politici. La grandezza e la miseria greche. La tragedia. Il radicalismo. L’intelligenza. La predisposizione al dibattito. Eravamo in una taverna. Si sono uniti due greci a discutere di politica. Abbiamo chiacchierato fino alle quattro. Non so se lei scriverà di quel che abbiamo vissuto oggi a pranzo. So che a me piacerebbe se i lettori italiani potessero leggere i suoi magnifici articoli.
In Grecia, in questi giorni, si decidono molte cose. Per il Paese e per l’Europa stessa. La campagna mediatica ha raggiunto qui proporzioni inaudite. Si sa bene quanto le tv private che dominano il panorama informativo greco siano tutte senza esclusione da una parte. L’informazione europea potrebbe mostrare un’altra via, una via se non imparziale (ché l’imparzialità è un’utopia), ma perlomeno documentata e il più possibile fedele alla realtà. È sconcertante dover ammettere il contrario.
Matteo Nucci è nato a Roma nel 1970. Ha studiato il pensiero antico, ha pubblicato saggi su Empedocle, Socrate e Platone e una nuova edizione del Simposio platonico. Nel 2009 è uscito il suo primo romanzo, Sono comuni le cose degli amici (Ponte alle Grazie), finalista al Premio Strega, seguito nel 2011 da Il toro non sbaglia mai (Ponte alle Grazie), un romanzo-saggio sul mondo della moderna tauromachia: la corrida. Nel 2013 ha pubblicato il saggio narrativo Le lacrime degli eroi (Einaudi), un viaggio nel pianto che versano a viso aperto gli eroi omerici prima della condanna platonica. Nel 2017 è uscito il romanzo È giusto obbedire alla notte (Ponte alle Grazie), finalista al Premio Strega. Del 2018 il nuovo saggio narrativo sul mondo greco antico: L’abisso di Eros, indagine sulla seduzione da Omero a Platone. I suoi racconti sono apparsi in antologie e riviste (soprattutto Il Caffè Illustrato e Nuovi Argomenti) mentre gli articoli e i reportage di viaggi escono regolarmente su Il Venerdì di Repubblica.
Bel pezzo.
La risposta è semplice, la stampa italiana fa propaganda invece di raccontare i fatti (di verità non se ne parla proprio). I grandi giornali italiani, a partire dal Corriere della Sera (non casualmente in perdita a bocca di barile da anni), sono in realtà dei partiti, anzi, sono più potenti ancora dei partiti, fanno politica, più esattamente shadow politics. Per esempio, attraverso le inchieste sulla CASTA di Rizzo e Stella è stata prodotta l’energia politica da cui sono nati in Italia partiti del 25% alla prima botta (ciò che, del tutto casualmente, nevvéro, ha impedito alla coalizione progressista di andare al governo). Vale a dire che il populismo fasciocomunista che sta imbarbarendo la vita politica italiana l’ha prodotto il Corriere della Sera, giornale che è di proprietà di grandi imprenditori e grandi banche, no una cooperativa di anarchici. Non è strano? Come mai il giornale della grande borghesia italiana ha fatto ciò? E come mai il partito neopopulista rossobruno, alla prima occasione buona, candida alla maggiore carica dello Stato una importante giornalista d’inchiesta del Corriere della Sera stesso, Milena Gabanelli (che ci pensò mezza giornata e poi rifiutò)? Boh!
PS: dicono che il motto di Gianroberto Casaleggio (secondo me più nefasto di Licio Gelli) sia questo: PROSPERARE SUL CAOS.
PS2: ” Viene in Grecia e parla greco da una trentina di anni “? Mi sa che come enunciato sarebbe stato più veritiero Viene in Grecia da una trentina di anni e parla greco.
Gran bell’articolo. Fubini era qualche ore fa su Radio 105 a ripetere il solito mantra delle “code ai bancomat”, dei turisti assenti, e così via. Non è questo comunque il primo articolo che racconta di una Grecia completamente diversa rispetto a quella che ci dipingono i grandi media, che evidentemente hanno qualche torna conto a dare visioni apocalittiche di quello che succede di là dall’Adriatico… anche se io purtroppo non riesco a trovare una risposta. Posso solo dire grazie a Matteo Nucci e a quelli come lui che dipingono la realtà in modo serio, perché è bene preoccuparsi, ma è bene anche non fare allarmismi. Questa si chiama informazione 😉
la risposta è in questa intervista a Renzi… http :// www .rainews.it/dl/rainews/media/renzi-tg1-atene-non-uscira-dalla-moneta-unica-video-8022907e-c206-4d0c-95c2-501176015d2b. html
cercano di farci sentire meno sfigati dei greci, scoraggiare spinte antieuropeiste interne, giustificare vecchie e nuove misure “lacrime e sangue” e naturalmente fare propaganda governativa.
Sembra un intervista a Berlusconi nel salotto di Vespa, forse riesce ad essere peggiore!
chi sarebbe la giornalista cui accenni? e per quale testata straniera lavora? cosi magari ci si tiene un occhio sopra 😉
grazie.
Rispondo a LM che forse non sa come funziona il m5s e, tuttavia, si permette di lanciare le solite accuse, ormai trite e ritrite, della propaganda di regime.
I nomi più votati, usciti dalle parlamentarie del m5s da proporre come Presidente della Repubblica, furono scelti dai cittadini iscritti al blog, quindi di qualsiasi schieramento poichè ci si iscrive come ad un semplice sito. Il criterio adottato e accettato dagli iscritti fu che un PdR deve, o dovrebbe, essere super partes e rappresentare di tutti i cittadini e non solo una parte. Fu sbagliato? Personalmente penso di sì; un errore di ingenuità e troppa fiducia nella maturità politica degli italiani ma certamente altamente democratico come vuol essere il m5s.
Lei, che farfuglia di rossobruni, di Casaleggio e disegni occulti, senza nemmeno conoscere cos’è il m5s e come funziona, è molto più immaturo di chi ha fatto il nome della Gabanelli. Lei, pare proprio far parte di quel battaglione di persone che, lasciandosi sciacquare il cervello dal giornalismo di propaganda di cui parla l’articolo, soffrono di ossessione maniacale dal m5s e perciò lo infilano ovunque ripetendo i soliti luoghi comuni e Casaleggio, il meno visibile, è il soggetto più facile e preferito per le scemenze.
“So che a me piacerebbe se i lettori italiani potessero leggere i suoi magnifici articoli.” A meno che la giornalista non scriva in kazako, georgiano, o thailandese, magari i lettori italiani potrebbero leggerla. Nome e giornale, please?
Sono tornato proprio ieri da Atene: la multinazionale per cui lavoro ha chiesto di mettere in piedi un piano di emergenza nel caso la Grecia esca dall’Eurozona. Non sono andato in giro per la città e non sono quindi in grado di giudicare i commenti di Fubini e di Nucci sul flusso di turisti. I colleghi greci con cui lavoro li conosco però da anni e posso dire di averli visti seriamente preoccupati, così come il personale dell’albergo e i tassisti che abbiamo incontrato. Alcuni ristoranti, pochi, sembrano lavorare come una volta, ma la maggior parte sono vuoti o chiusi già da tempo. Tornando ai colleghi, ci hanno raccontato che la loro prima preoccupazione, la mattina presto, è prelevare i 60 Euro dai bancomat, prima di recarsi al lavoro. E hanno parlato di lunghe code e dove le code non ci sono è solo perché il bancomat è già stato spremuto e il prelievo non è più disponibile. Ci hanno fatto sapere che mercoledì lo stabilimento è stato chiuso e che la centrale logistica si sarebbe bloccata di lì a poco: i fornitori non spediscono più e i clienti annullano gli ordini. L’economia si sta fermando. Nessuno accetta più denaro elettronico, tranne le grandi catene di distribuzione che però hanno sempre più problemi ad approvvigionarsi da fornitori che, a loro volta, vogliono essere pagati solo in contanti. Alcuni tra di loro avevano votato Tsipras alle ultime elezioni, nessuno oggi lo riconfermerebbe. Ho avuto seriamente l’impressione di un paese in ginocchio e che questa volta sarà la classe media a pagare il prezzo più salato, indipendentemente dall’esito del referendum e che la Grecia esca o no nell’Euro. Quella che dall’esterno potrebbe sembrare una coraggiosa scommessa contro il paradigma neoliberista, giocata da Tsipras e Varoufakis per modificare l’ordine delle cose, vista dall’interno appare per quello che realmente è: un salto nel vuoto di un popolo già allo stremo.
Ma perché, Federico Fubini sarebbe un giornalista? E da quando?
Volevo solo farLe i complimenti per questo articolo; ho scoperto il Suo sito stamattina per caso cercando informazioni sulle traduzioni dell’Anabasi (Senofonte), rimanendo favorevolmente impressionato dalla qualità del pezzo e dai commenti.
Circa la disinformazione e le altre miserie che affliggono il Bel Paese, purtroppo, non ho molto da aggiungere.
Saluti,
Claudio
Grazie a Matteo Nucci, anche i miei contatti in Grecia parlano in realtà di grandissima calma (ovviamente in proporzione alla situazione che è di fatto drammatica). Se non ce ne siamo accorti il tentativo di questo colpo di stato strisciante è quello di balcanizzare la Grecia, del resto l’FMI ha fatto ovunque le stesse operazioni criminali, dalla Somalia anni ’70 alla Yugoslavia inizio anni ’90: per questo i Greci stanno affrontando con coraggio una battaglia che ci riguarda tutti.
Ho deciso di andare in Grecia per la prima volta quest’anno. Indipendentemente dagli avvenimenti in corso. Sto frequentando social turistici dove quasi tutti esprimono le proprie preoccupazioni, alimentate, appunto dalla stampa. Ma NESSUNO, ripeto NESSUNO, ha scritto che a causa della situazione rinuncia alle proprie vacanze greche.
Per quanto mi riguarda ho chiesto alla struttura dove sono prenotato se dovessi rifornirmi di contanti per pagare il soggiorno. Ma quando mai, mi hanno risposto: lei paghi tranquillamente con la sua carta di credito.
Fiore, da buon pentastellato, quando si parla di Grecia si lancia in una strenua difesa di M5S, senza alcun accenno al tema di cui si parla. Ma questo vizio non se lo tolgono mai?
E’ vero che anche LM non entra nel merito, ma almeno parla di parte del tema: la disinformazione della stampa.
Articolo interessante ma, a mio avviso, per fare in modo che il lettore non cada nello stesso dubbio circa l’articolo di Fubini, sarebbe il caso di:
– esibire copia dei biglietti attestanti il viaggio di Nucci in Grecia successivamente all’articolo pubblicato da Fubini;
– dimostrare in maniera certa e indubitabile che le foto risalgano a questo periodo;
– esplicitare in modo chiaro il nome e cognome della giornalista a cui accenna nell’articolo, così come la testata per la quale la stessa giornalista collabora (domanda già posta da altri lettori, ma lasciata senza risposta).
Solo così l’articolo potrà rovesciare qualsiasi tipo di dubbio. In caso contrario, resta sullo stesso piano di Fubini, ma da fronti opposti.
Un cordiale saluto.
Michele Rossi
Che la gente sia preoccupata mi pare OVVIO, ma se si dipinge questa legittima preoccupazione con i toni dell’apocalisse e del caos l’intenzione è fraudolenta, ed è fin troppo facile spiegarne le cause.
Mi piacerebbe che, nell’interpretare quello che sta succedendo e che succederà in Grecia, la gente partisse dalla constatazione che quella in atto è una GUERRA, fra due modi diversi di concepire l’Europa e la società in generale, quella neoliberista (o ordoliberista), basata sull’ideologia della concorrenza, della competizione, della flessibilità, dell’individualismo, del controllo dell’inflazione e del taglio della spesa pubblica e quelli che non ne condividono questi postulati, e magari prevedono una ridistribuzione dei redditi e una tassazione di quelli più alti, un welfare pubblico, etc.
Ed è guerra vera, perché la BCE ha chiuso i rubinetti della liquidità già da FEBBRAIO, cioè da quando il governo Syriza-Anel si era appena insediato, e poi ha dato un’ulteriore stretta, potenzialmente letale, la settimana scorsa all’annuncio del referendum. il governo ha risposto togliendo ticket sanitari, mettendo i mezzi di trasporto gratis e limitando i prelievi dai bancomat per evitare il collasso di un sistema che ora è in primo luogo a corto di LIQUIDITÀ, proprio perché i liquidi ce li hanno in mano quelli a cui questo governo fa la guerra. vorrei che quando si imputano a Tsipras e al suo governo le responsabilità per le conseguenze di questa crisi di liquidità fosse chiaro qual è il contesto dei fatti, e cioè un conflitto fra chi ha tutti i coltelli dalla parte del manico, e chi dall’altra parte ha un semplice mandato popolare, peraltro quasi impossibile da realizzare (rimanere nell’euro ma combattere le politiche di austerity).
E vorrei che fosse chiaro anche che chi dice che NON si possono mettere in discussione i dettami della troika (che si basano su teorie economiche tutt’altro che universalmente accettate) perché poi succede come in Grecia, fosse consapevole del fatto che sta ammettendo che la democrazia ce la possiamo scordare e che di fatto non siamo più cittadini di nulla.
Michele Rossi, sono sicuro che la giornalista di cui parla Nucci non esista, e` solo un espediente narrativo. D`altronde l`autore dice di essere pubblicista, non giornalista, quindi non ha nessun obbligo di scrivere fatti verificabili. Questo e` un sito di letteratura, mica di giornalismo!
Anche i miei contatti in Grecia (ricerca) parlano di situazione critica, ma questo vale dal 2010. Non ho sentito parlare di apocalissi, per ora. Ma da lunedi in poi le cose potrebbero cambiare.
Federico Fubini sul Corriere della Sera, Matteo Nucci su questa pagina e Roberto Scavino nei commenti descrivono tre paesi diversi: un paese allo sbando (Fubini), un paese normale e spensierato (Nucci), un paese seriamente preoccupato (Scavino). Tutti e tre sono stati in Grecia e riferiscono per esperienza personale…
A chi dare credito?
Invidio (ma neanche troppo) la sicurezza di certi commentatori subito pronti a trinciare giudizi e a dare lezioni…
Non ho citato esplicitamente la reportera del Pais, Maria Antonia Sanchez Vallejo, perché avevo l’impressione che non si dovessero far confronti e non fosse interessante per quel che volevo raccontare. Sanchez Vallejo racconta meravigliosamente un paese che non è affatto spenserato. Non lo è mai e non lo è stato mai e non lo sarà mai. Consiglio anche la lettura di Paul Mason del Guardian. Magnifici i suoi pezzi. Saluti.
GRAZIE! ΕΥΧΑΡΙΣΤΟΥΜΕ!
In effetti la situazione che Maria Antonia Sanchez Velleyo descrive su El Pais non è poi così tranquilla e spensierata: gente che si precipita al bancomat, in canottiera e pantaloncini, a prelevare quanto può, appena sente l’annuncio del referendum, e così via
http://internacional.elpais.com/internacional/2015/06/27/actualidad/1435397603_862425.html
Enrico Masilli, condivido il fatto che questo sia un sito di letteratura e non di giornalismo, ma se su questo sito si critica qualcuno per la mancanza di fonti chi lo fa dovrebbe quanto meno presentare un articolo inattaccabile sotto tutti i punti di vista, altrimenti, come scrivevo, siamo dinanzi a due articoli sullo stesso piano ma su fronti opposti.
Quello che lei definisce un dovere potrebbe nascere proprio da questo, esulando quindi dal fatto che l’autore sia un pubblicista o un giornalista. Accusa qualcuno di aver esasperato ad arte una situazione? Esibisca le prove che quanto lui sta sostenendo non sia, a sua volta, un’invenzione.
Circa la giornalista, infine, non si tratta di un espediente narrativo, dato che Nucci ha appena indicato il nome. Ora bisogna restare sugli altri due punti.
Attendiamo fiduciosi una risposta dal diretto interessato.
Anche gli articoli di Paul Mason sul Guardian non sono molto tranquillizzanti…
L’ultimo è intitolato “Grecia nel caos: pagherà l’ultima scommessa disperata di Syriza?”
http://www.theguardian.com/world/2015/jun/29/greece-chaos-syriza-gamble-banks-closed-referendum
Sono tornato ieri sera da Skiathos isola di turismo .
I Bancomat c’è da fare fila pure qui e i Greci possono ritirare non 120 ma 60 euro al giorno.
Gli stranieri non hanno problemi qui accettano anche carte di credito e si può ritirare sui circuiti internazionali
Ma molti bancomat sono chiusi con su scritta EMPTY
HO LA FOTO ma non so come pubblicarla.
Parlando con alcuni camerieri mi hanno detto che prendono la meta rispetto allo scorso anno.
Ed ha Giugno hanno avuto meno turismo e sperano in Luglio Agosto e settembre.
Questo quello che ho potuto vedere a Skiathos che e’ un isola felice rispetto ad Atene.
@Michele Rossi: stavo provocando proprio per sapere di quale giornalista si trattasse 🙂 Questo sito e` piacevole da leggere e piuttosto informativo.
@Matteo Nucci: grazie dell` informazione.
Quindi, Claud Bohm, possiamo dire che i due giornalisti consigliati da Nucci non sono poi così distanti da quanto scrive Fubini, giusto?
L’ultimo articolo di Mason è tutto da leggere.
“La Grecia sotto l’austerità è diventata frenetica. Atene al momento è una chiazza di petrolio di sudore; ogni spazio pubblico è carico di tensione ormonale e di disaccordo politico – anche la panetteria dove si acquista il pane mattina. La politica è brutale. La scorsa settimana, armati di bastone, giovani anarchici hanno attaccato il quartier generale della Antarsya – un partito anticapitalista di estrema sinistra – perché quest’ultimo aveva cercato di farli pagare per andare in un festival di musica quando gli anarchici pensavano che dovrebbe essere libero.
Ho visto, nel quartiere bohémien di Exarchia, un gruppo di quindicenni vestiti di nero devastare tutta una strada piena di caffè affollati, una notte di sabato, con bombe molotov e bidoni della spazzatura dati alle fiamme, semplicemente perché “la creazione del caos” è il loro dottrina”.
Se Fubini è apocalittico, Mason allora cos’è?
L’articolo della giornalista spagnola ha tutt’altro tono rispetto a quello di Fubini, che non fa altro che un atto di killeraggio giornalistico nei confronti del governo greco, come se fosse responsabile dell’intera crisi.
Nell’articolo spagnolo infatti si leggono di pensionati ovviamente in difficoltà, ma anche consapevoli che una vittoria del sì, la permanenza nell’euro e un ritorno alle politiche di austerity della troika li vedrà comunque “jodidos” (fottuti). I turisti intervistati dichiarano di avere paura (e vorrei vedere), ma non di essere nel panico.
La parte citata dell’articolo di Mason, a parte che mi pare tradotta con google translate, ma comunque parla della Grecia dell’AUSTERITY, e cioè della Grecia degli ultimi 5 anni, non solo degli ultimi 5 mesi, e le scene di riot urbane descritte nei quartieri di exarcheia, chi conosce un minimo Atene lo sa, non sono certo cominciate ora.
Cerchiamo di leggere le cose con onestà, sennò non c’è sugo.
Enrico, con altrettanta onestà, bisognerebbe allora dire che, a detta di tutti e tre i giornalisti, i disordini e i problemi in Grecia ci sono.
Quello che cambia è l’attribuzione della causa di questi problemi. Non è una una questione da poco, certo, ma abbiamo tre fonti concordi nell’affermare che la situazione in Grecia non è tranquilla, e concordi nel descrivere situazioni non proprio spensierate. Che poi attribuiscano la responsabilità di tale situazione a cause diverse è una questione di interpretazione e ognuno può dar ragione a chi ritiene.
Quindi, tre fonti che affermano l’esistenza degli stessi fatti che Nucci qui smentisce. E se fosse vero quanto scrive Nucci, avremmo tre giornalisti che, al di là della diversa attribuzione delle responsabilità, hanno costruito una Grecia che non esiste.
.. la democrazia è stata proposta come la soluzione per avvantaggiare il Villano nei confronti del Re, del Ricco e del Cardinale. Ci sono molti più Villani di Re, Ricchi e Cardinali!
Peccato che il Re, il Ricco ed il Cardinale – controllando i mezzi di informazione – fanno fare al Villano quello che vogliono loro.
Per fortuna ci pensa ogni tanto la SStoria a rimettere le cose a posto!
Michele Rossi, io credo che la situazione NON SIA TRANQUILLA in Grecia, ma mi sembra una non-notizia, nel senso che sarebbero un popolo di folli a non essere preoccupati in questo momento. è diverso però dire che i luoghi turistici sono deserti, che le navi partono vuote, e dare immagini impressioniste di poveri pensionati in coda al bancomat, vittime della follia e degli istinti suicidi di un uomo o di un governo, e dire che sì, ci sono le file ai bancomat (perché la Bce ha chiuso i rubinetti, ndr) e la gente ovviamente è preoccupata, ma dice anche che alla Troika non piace un governo di sinistra, ed è per quello che sta facendo opera di strozzinaggio al paese intero.
sicuramente è un conflitto che si sta radicalizzando, ed è ovvio che sia così perché la posta in gioco è molto alta, soprattutto per la troika che teme un effetto domino con SPagna, Irlanda e Portogallo, ma d’altra parte molti greci, anche i poveri pensionati, che non si sono ritrovati dalla sera alla mattina in mezzo al caos, come sembra suggerire Fubini, ma conoscono benissimo le politiche di austerity, e il fatto che le pensioni la troika gliele vuole tagliare decisamente (e a quel punto hai voglia fare coda al bancomat, se la pensione non ti viene neanche riconosciuta), molti greci sanno che comunque ci sarà da cagare sangue, ma da un lato per rientrare in una spirale di prestiti e tagli senza sbocchi, dall’altro magari per provare a costruire delle soluzioni nuove. dolorose, sicuramente.
Enrico, come ho già scritto prima, le fonti sono concordi sui fatti non sulle responsabilità e le cause, ma chi più chi meno, nessuno parla di una Grecia tranquilla e spensierata. Qualcuno, addirittura, parla di veri e propri disordini, e non è Fubini.
Ma ripeto, il punto del mio intervento non è cercare di capire di chi sia effettivamente questa responsabilità, ma di individuare la sussistenza dei fatti, che, in misura minore o maggiore, sono riscontrati tra tutti e tre i giornalisti.
giochiamo a capirci però. Ho scritto che la situazione non è tranquilla, e non potrebbe essere altrimenti. Ma scrivere:
” Nessuno sale più all’Acropoli. Da ieri ormai non ci salgono i turisti, i cui torpedoni sono scomparsi dai piedi della salita al tempio di Atena con l’approssimarsi dell’atto finale di questo dramma. […] Non c’è più tempo: i pagamenti nel Paese stanno collassando, i pensionati senza bancomat hanno diritto a ritirare non più di 120 euro ogni tre giorni e navi turistiche da 500 posti partono ormai dal Pireo per le Cicladi con 20 passeggeri a bordo. Tagliata fuori dai finanziamenti europei, in default e priva di piano di salvataggio, la Grecia si sta ripiegando come una mongolfiera senz’aria.”
e scrivere
“A las tres y media de esta madrugada, Dimitris, un jubilado de 60 años, pedía la vez en una nutrida cola ante un cajero automático, en el barrio de clase media ateniense de Galazi. Dos personas se habían enzarzado en una discusión sobre la pertinencia del referéndum, y a Dimitris no le quedaba claro dónde colocarse. Entre muestras de enfado, alguna voz más alta que otra y gestos de resignación y estupor, una quincena de personas aguardaba a horas tan intempestivas para asegurarse una cierta cantidad de liquidez, con todo el fin de semana por delante. “No tengo miedo a un corralito, con una pensión de 500 euros y otra compensatoria de 400 no tengo mucho que perder, pero hoy [por el viernes] informaron por la televisión de que ya habían transferido las pensiones de junio a los bancos y por eso vengo a sacarlo”, explicaba Dimitris, que aseguraba no saber aún qué votará en el referéndum del próximo 5 de julio. “Con euro o con dracma nos va a ir igual de mal, estamos jodidos. No he decidido mi voto, pero no me gusta el chantaje de Europa. Esto sucede porque Europa no quiere un Gobierno de izquierdas”.
non è raccontare gli stessi fatti, al netto della constatazione, banale, ovvia, scontata (e quindi NON-NOTIZIA) che in Grecia la gente non è spensierata.
Enrico, nell’articolo citato Mason descrive fatti di queste settimane, non di cinque anni fa: “Last week, stick-wielding anarchist youths attacked the HQ of the Antarsya”.
Cerchiamo di leggere le cose con onestà, sennò non c’è sugo.
Poi se la tradizione non ti piace perché non ci proponi tu quella giusta?
Enrico, credo che noi due ci siamo intesi e che stiamo dicendo la stessa cosa. Pur con gradazioni differenti tutti riconoscono che in Grecia non c’è spensieratezza. E, infatti, non è suo questo pensiero, né lo attribuivo a lei.
Claudio Bohm, infatti su quel fatto specifico non ho mica detto che non sia successo ora, ma, se mi rilegge, che episodi simili succedono da anni, cioè da quando è iniziata la crisi.
Non conosco personalmente Fubini ma mi risulta sia un eccellente giornalista economico. Che sia asservito ? Non so. Ho letto un suo eccellente libro sulla sua famiglia ed in particolare il suo prozio economista di eccelso livello che morì ad Auschvitz. Alleivo di Einaudi, ebbela sfortuna di dissentire dal maestro per alcuni aspetti dell’economia, per cui Einaudi non gli concesse unaa protezione presso colleghi all’estero ed al suo ritorno in Italia in tempi terribili fu arrestato, deportato e massacrato.
Gentilissimo Fiore, come giustamente mi fa notare ci sono delle cose che non so del M5S, data la sua del tutto evidente opacità (altro che trasparenza). Facciamo così, le cose che non so le elenca lei, se vuole anche con meno gentilezza di quella mostrata nel primo intervento, io mi limito a elencare una piccola parte di quelle che so.
– Gianroberto Casaleggio è un manager che proviene dalla Olivetti, nella quale fece un balzo di carriera durante la gestione Colaninno, facendo in tempo a farsi affidare la gestione di una società, la Webegg Spa, che nel 2002 confluì nella galassia Telecom, società che perse in pochi anni decine di milioni di euro, ciò che ne provocò l’allontanamento durante la gestione Telecom di Tronchetti Provera
– terminata l’esperienza di manager risultato non proprio capacissimo, Gianroberto Casaleggio fondò nel 2004 la Casaleggio Associati, assieme tra gli altri a Enrico Sasson, figura di primo piano della finanza internazionale. Si tratta di un’agenzia di marketing esperta nelle strategie di rete; questa esperienza ha saputo metterla a frutto in modo particolare in campo politico, sulla scia dei nuovi movimenti di destra repubblicana americani, prima con IDV, che durante la gestione dei picciotti del clan casaleggese arrivò a più dell’8%, poi con il M5S, movimento politico autocratico nato all’interno del il blog commerciale Beppegrillo . it, blog gestito fin dalla nascita dalla stessa Casaleggio Associati
– il blog commerciale Beppegrillo . it si distinse nei suoi primi anni di vita per la battaglia contro il Digital Divide, che consisteva nell’attaccare un giorno sì e l’altro pure la Telecom a gestione Tronchetti Provera. Ma colpo di scena, appena la Telecom passò in altre mani (quelle di Franco Bernabè, uno dei capi del club Bielderberg) la violenta campagna contro Digital Divide e Telecom si attenuò: Bernabè stesso intervenne sul blog e cominciò piano piano a prendere forma l’attuale movimento politico populista, secondo me reazionario e di estrema destra, ad ogni modo antiprogressista e antisindacale, perfettamente funzionale ai bisogni delle oligarchie dominanti (non a caso la prima alleanza fu stipulata al Parlamento Europeo con Nigel Farage, ultraliberista antieuropeista adoratore di Margareth Thatcher
– venendo alla questione Gabanelli, so che le ” QUIRINARIE ” furono interamente gestite dalla Casaleggio Associati, senza alcun controllo esterno sullo scrutinio né sulla reale partecipazione di iscritti alle votazioni; una prima votazione fu stranamente annullata; da una seconda votazione emerse una lista di dieci nomi che coincideva perfettamente coi nomi che venivano fuori da qualunque altro sondaggio, e di questo si lamentò la cittadina deputata Giulia Di Vita, che si espresse così: ” Soprattutto perché provenienti dalla Rete. Bastava sfogliare un quotidiano dei tanti per leggere gli stessi identici nomi … “. Dopo pochi giorni, sempre senza alcun controllo esterno sullo scrutinio e sui partecipanti al voto, fu fatta la votazione on line tra gli iscritti per scegliere tra i dieci nomi; la cosa che risultò strana a tutti fu che Emma Bonino, da anni prima in qualunque sondaggio popolare per la carica di presidente della Repubblica, risultò sesta, e vinse appunto la Gabanelli (che rifiutò cortesemente, e in seguito fu duramente aggredita da diarchi e militanti del M5S per una blanda inchiesta mandata in onda da Report sulle opacità economiche del blog di Grillo e della Casaleggio Associati).
Per ora mi fermo qui. ringraziandola comunque per l’attenzione che mi ha concesso.
Su el país c’è un vídeo articolo che conferma le stesse cose che vengono dette su questo… Disagi minimi, nei negozi continuano ad accettare bancomat, anche se ovviamente preferiscono contanti, niente problemi a prelevare
Interessante l’articolo dello scrittore greco Apostolos Doxiadis pubblicato oggi dal Corriere della Sera. Anche Doxiadis ci fornisce una descrizione della Grecia in questi giorni, diversa da quella di Fubini e anche da quella di Nucci.
Si intitola “Il prelievo (massimo) della sopportazione”. Ecco qualche brano.
Mentre tornavo a casa in macchina, ieri sera tardi, ho visto code di dieci-venti persone davanti a ogni banca lungo la strada, in attesa di prelevare i 60 euro giornalieri consentiti dagli sportelli dei bancomat. C’era qualcosa di misterioso in quella scena: gente in coda davanti a edifici bui, lungo strade normalmente deserte a quell’ora. Un giornalista mi ha detto stamattina che il governo è sulle spine, per timore che le banche finiranno la liquidità ancor prima di domenica, il giorno del referendum. (Dopo quella data, immagino che non gliene importerà più niente). «Stanno pensando di fissare la soglia massima dei prelievi a 20 euro, anziché 60 – mi ha spiegato -. Ma sarà difficile. La gente è pronta a ribellarsi». Sono rimasto sorpreso da questa notizia. «Allora, appena tre giorni prima dell’introduzione del controllo dei capitali, pensi che la gente abbia già accettato questo stato di cose come la nuova normalità? Voglio dire, 60 euro al giorno vanno bene, ma 20 no?». L’amico giornalista mi ha risposto che la gente si adatta in fretta alle ristrettezze. Sono d’accordo, ma così in fretta? A mio avviso i greci sono ancora sotto shock per la drammatica svolta degli eventi, dovuta all’incapacità (o riluttanza?) del governo di arrivare a un accordo con i nostri creditori.
La stragrande maggioranza dei greci sta ancora attraversando la prima fase dell’elaborazione del lutto: quella del diniego. In questi ultimi giorni i greci hanno reagito ai cambiamenti quasi si trattasse di un inconveniente minore, quasi che la vita debba tornare inevitabilmente, e da un momento all’altro, a com’era prima. Sulla scorta dell’esperienza in campo internazionale, sappiamo benissimo che non sarà così.
ma allora se stanno bene che pagassero e non rompessero gli zebbedei no?
Mi sembra strano che il paese sia così rilassato come viene descritto in questo post.
E nemmeno così isterico come viene descritto nell’articolo di Fubini. Che è vicedirettore del Corriere della Sera giornale che ha una posizione e quindi ha la posizione del giornale. Non a caso io il Corriere della Sera personalmente non lo compro quasi mai.
Però mi sento di fare un’osservazione, perché se vogliamo essere precisi e corretti bisogna esserlo fino in fondo, senza insinuare cose di cui non si è informati.
Leggo “Giocando sul filo di rimandi alla classicità di cui credo che Fubini non sappia granché”
Ecco su questo posso dire per certo che Fubini qualcosa ne sa, ha fatto liceo classico e poi si laureato in lettere antiche in letteratura greca. Il tutto con il massimo dei voti.
Molto probabilmente è di parte sulla Grecia, ma sulla classicità credo sia piuttosto ferrato, anche se sono venticinque anni che fa il giornalista economico.
Il forno che andiamo ha perso l’80% del lavoro negli ultimi 5 giorni, 2000 dipendenti pubblici assunti negli ultimi 5 giorni, bloccate tutte le importazioni nelle società che lavorano le mie sorelle, il presidente della società petrolifera statale greca si è aumentato lo stipendio di 100.000 € 3 giorni fa, la gente crede che martedi apriranno le banche (IMPOSSIBILE) e che tutto andrà bene mentre “Sconosciuti” distruggono degli stand a favore del SI e gente dell’ ANTARSYA ostacola le elezioni di vari ordini professionali che sanno che sono a favore del NO. Mancanza di risposta di qualsiasi componente del governo su cosa accadrà Martedi se vince il NO. Propaganda, propaganda e propaganda, questo si non è l’apocalisse, ma il Preludio…. A martedi
il tuo pezzo è stato postato da un 5 stelle ed è una coincidenza non casuale: i 5 stelle, come me del resto, stanno stanando i talenti di onestà del nostro paese… non ti conosco… ma che importa…? ho letto come te quello stesso articolo… sono per di più «giornalaio», visto che i giornalisti sono una catasta non una casta a cui non intendo appartenere finché funzionerà in questo modo….
e…
e… ho visto con sgomento le tue stesse cose…
forse per maggiore abitudine…
sai cosa: quel pezzo di rubini l’avrei potuto scrivere anche io lo ammetto. svogliato, casuale, senza fonti, irresponsabile… ma solo come redazionale sotto tortura per una ditta di aspirapolveri che mi chiedeva tre righe non firmate per presentare il prodotto.
queste cose sono inaccettabili….?
no è l’Italia. ho partecipato a un concorso di assunzione per il Corriere della Sera: ho detto alla mia compagna prima di andare all’ultimo step: sono orgoglioso di essere arrivato qui perché vuol dire che i numeri che so i avere me li riconoscono anche gli altri… e questi numeri mi hanno permesso di verificare di persona una cosa e di chiedermi: anche il corriere funziona all’italiana…? la risposta è stata un drammatico sì… e ancora oggi da allora, sono passati 5 anni, posso dire che per me questo giornale merita di sprofondare e rinascere: guai a condannare il giornale in senso puro, ma la gente che lo popola, le logiche, l’italianità vergognosa devono andarsene a casa…
non si cancellano i cognomi, si cancellano le persone vergognose che ne indossano i diritti e le insegne, imbrattandole con i loro costumi corrotti.
Ti parla chi da ragazzino ingenuo e anche ignorante, quale ritengo di essere sempre, guardava con ammirazione e portava sotto braccio un giornale che aveva pagine culturali interessantissime, spunti magnifichi e infine un giornale, il Corriere, per cui ho avuto l’onore di scrivere raccontando chi era il Sergente nella neve di Stern (made in Rovato detto tra noi).
ora?
ora ci troviamo questo giornale a fare persino gli editoriali a distanza e in via presuntiva? dov’eri Fubini…? ma perché non viaggi visto che hai fior di rimborsi e guardi le cose dal vivo? perché non le fai scrivere al tuo ghost writer ma almeno ciò che vuoi tu, visto che scrivere è una fatica enorme per chi fa seriamente questo lavoro.
Prenditi il tuo sherpa e parti…
Ottimo appunto quello di Repubblica: quando arrivai all’ultimo colloquio in sala Albertini avevo in teleconferenza un giornalista che iniziai io a interrogare prima che lo facessi lei… «Sono appena arrivata da Repubblica, per fortuna poi sono approdata al Corriere».
Cos’è sta storia? Un vanto di che. Premesso che perdi cento punti ai miei occhi se sputtani il giornale per cui lavoravi prima, vorrei capire se il Corriere ora sia persino peggio della Rai…
Aiutatemi a capire… io credo che non sia così, ma che le strade siano troppo dritte ed esclusive… per raccontare una notizia come si comanda.
agarra la ola
Massimiliano Magli
I giornali italiani ed europei in generale sono al servizio di chi li foraggia… ovvero questo schifosissimo sistema… La Grecia è stata ridotta allo stremo da anni di austerità imposti dalla stessa EUROPA e ora sembra che la colpa di tutto sia di Tsypras… credo che i Greci sappiano bene quale sia la loro situazione… e se voteranno si allora avranno deciso di morire di austerità. Il NO è l’unica salvezza, il NO a questo EURO è la salvezza loro ma anche nostra… che siamo purtroppo accomunati da un destino di povertà a causa di una moneta STRANIERA che ci è stata imposta e che fa in modo che la GERMANIA si arricchisca a spese nostre… a suon di svalutazione competitiva…
Se solo i “giornalisti” lo volessero, sarebbero infinite le occasioni di veri scoop !
Indubbiamente la stampa europea ed in particolare quella vicino al potere delle banche, sta calcando la mano su alcuni aspetti, allo scopo di creare una sorta di terrorismo trasversale che possa fare da deterrente per quanti potessero pensare solo per un attimo di seguire l’esempio dei discendenti di Leonida.
Anni fa ricordo che qualche giornale sovietico parlava di distribuzione del pane in Italia con la tessera (come durante la guerra) e pubblicava le foto delle classiche file che anche ai giorni nostri si formano davanti ad alcuni panifici rinomati di successo.
Se qualcuno poi decidesse di filmare gli uffici postali italiano nei giorni di pagamento delle pensioni o dei pagamenti degli F24, potremmo tranquillamente realizzare dei fanti-articoli sul collasso finanziario italiano ed all’estero sicuramente ne avrebbero un’immagine apocalittica.
L’informazione è un mezzo potentissimo che permette però a chi ne detiene il potere di filtrare le verità condizionando le reazioni del pubblico. Oggi però abbiamo mezzi a nostra disposizione che ci permettono di verificare l’informazione, è necessario però essere attenti e sempre presenti e sapere riconoscere le mistificazioni dei social.
Uno degli articoli più densi di verità che abbia mai letto in questi ultimi mesi,forse anni…
Da metà Greco che vive in Italia da tanti anni e che è tornato tre giorni fa dalle sue ferie passate a casa in Grecia la ringrazio per questo articolo… purtroppo non accade solo con la stampa italiana. I notiziari greci (che seguo ogni giorno) cercano di spingere la gente a votare si al referendum con una propaganda assurda. E quello che non riesco a capire (sopratutto per i media greci) come è possibile comportarsi così mettendo i propri interessi al di sopra del futuro delle vite di dieci milioni di persone. La storia si ripete. Come i 300 di Leonida hanno combattuto contro i Persiani per un ideologia per la libertà così il piccolo popolo greco deve combattere contro il grande mostro. Per dare l esempio. Per fare l inizio. Perché quello che succede oggi in Grecia domani accadrà in Italia. Grazie di cuore a tutti gli italiani per il supporto.
Non condivido le argomentazioni e le conclusioni a cui giunge questo articolo, che contiene tre grossi errori.
1) Al netto dei sicuramente possibili errori di Fubini, fare giornalismo criticando il giornalismo degli altri è pratica insopportabile quando, nel farlo, si cade nella contraddizione di commettere lo stesso errore che viene contestato al giornalista oggetto di critica. Qui avviene questo. Perché? Presto detto:
2) La tesi di fondo è che l’articolo di Fubini descriva la situazione greca in toni apocalittici ed eccessivamente allarmistici. Ora, che strizzare l’occhio al catastrofismo sia un vecchio vizio giornalistico è noto. Ma dalla lettura di questo articolo, a sua volta, non si ha l’impressione di una situazione eccessivamente positiva? “Tutto continua come prima in Grecia”, è la tesi finale che ci viene consegnata. È così davvero? Ne siamo proprio sicuri? È una migliore informazione dire che tutto continua come prima?
3) Il punto fondamentale è che “raccontare ciò che vedo” non è mai garanzia di oggettività. La realtà è estremamente complessa, e quello che si vede, anche se riportato nella maniera più fedele possibile, spesso è solo una parte della realtà (la famosa punta dell’iceberg). Non basta raccontare quel che si vede per rendere un buon servizio giornalistico. Non funziona così. Occorre piuttosto cercare proprio quello che non si vede. Con questo articolo abbiamo documentato che i turisti salgono ancora sull’Acropoli, ok; e che non tutti i bancomat sono presi d’assalto, ok. Ma abbiamo anche le immagini che circolano su ogni sito d’informazione di un pensionato in lacrime seduto a terra di fronte una banca di Salonicco. È un documento anche questo. Quale dei due ci autorizza a trarre conclusioni certe sulla drammaticità o non drammaticità della situazione in questo momento in Grecia?
Ha ragione il luogo comune: attenzione agli italiani sono infidi e corrotti
Mai nessuno che si dia pena di cosa vuol dire ristrutturazione del debito richiesta dai greci.E’ una formula per mascherare il concetto che i greci hanno fatto i debiti e ora non li vogliono pagare?Io la metterei in altro modo.Quando uno stato emette dei bond di debito offre un interesse e poi,si sa ,si va sul mercato! Il mio bond vale 100 e ti do il 4% annuo; togli il 2,5% di inflazione e io ho il mio guadagno di 1,5%.Occhei? Quasi ,ma se il tuo rating ,emesso dalle stesse agenzie che hanno falsificato il tuo bilancio per farti entrare in Europa dicono che i tuoi titoli sono spazzatura io compro a 60-50 invece di 100,anche se l’interesse che prendo è sempre il 4% su 100. Quindi l’interesse reale che io prendo sale a circa il 9% Occhei? Inoltre a scadenza ,da te, voglio 100 anche se l’ho pagato 50.Occhei ? Ecco dimostrate le ragioni della ristrutturazione, cioè del riconteggio di quanto dovuto dai greci a partire da almeno dieci anni fa.E qui si dimostra che i debiti degli stati non debbono andare sul mercato normale
Mah, che Fubini sia europeeista non ci piove, ma anche che il referendum sia una botta di salute per i greci non ce lo raccontiamo. Basta guardare i giornali greci online per rendersi conto che non vivono ore felici. Comunque senza aiuti economici dell’Europa non ce la faranno ne’ a uscire dall’Euro, ne’ a restarci. Il problema e’ che non hanno un’economia. La moneta nazionale potrebbe aiutare in un paese con grosso potenziale di esportanzione, ma non si da il caso. Dovrebbero importare comunque. Povera gente. Chi inneggi alla giustizia senza provarla sulla propria pelle dovrebbe farsi un esame di coscienza.
Per i paesi indebitati, come la Grecia e come il nostro, le prospettive, uscendo o no dall’Euro, presentano scenari abbastanza simili in cui ci sono diversi anni difficili per riuscire a tornare alla normalità.
Se si decide di rimanere nell’Euro saranno gli altri a decidere i tempi e il percorso da fare, se si esce invece, sarà il Governo nazionale a riprendere in mano le redini del paese.
Le politiche restrittive dell’Europa, finora, non hanno fatto altro che peggiorare enormemente i bilanci dei paesi più indebitati favorendo abbondantemente, al contempo, quelli meno indebitati, con massima attenzione al risanamento dei conti delle Banche che stanno addirittura imponendo una legge che le autorizza a prelevare soldi dei clienti per sanare eventuali default!!!
Allora il Governo dell’Europa dove sta? Ma non abbiamo ancora capito che sono le banche a governare?!!!!
Uscire al più presto e far tornare nelle mani dello Stato la proprietà della Banca centrale, è l’unico sistema per avere un futuro dignitoso, tutto il resto è solo schiavitù!
O che è la prima volta che la stampa si inventa o gonfia delle cose ..
Per cortesia potresti riportare esattamente il titolo dell’articolo, il giorno di pubblicazione e la pagina? Grazie e complimenti per il lavoro che hai fatto. Ti ho linkato.
Non è la stampa italiana che racconta storie inverosimili, è Federico Fubini
Mah,anche dire “credo che Fubini non sappia un gran che”(della classicità) non è il massimo dello stile, peraltro in contraddizione con “attenersi ai fatti” e
“non conosco Fubini”.
Sono stato in Grecia ed esattamente ad Atene nel quartiere di Omonia ( sicuramente non un quartiere dei più ricchi) dal 28 giugno al 2 luglio e, tranne qualche fila davanti ai bancomat, non ho visto tutta questa crisi che si racconta; i musei, l’acropoli, i ristoranti e i traghetti per le isole presi d’assalto. Io e la mia famiglia abbiamo visitato tutti questi luoghi maestosi insieme ad una moltitudine di persone di nazionalità diverse esattamente come riporta l’articolo di Matteo Nucci ; siamo stati su Hidra, una fantastica isola e sul traghetto non vi erano sicuramente solo venti persone.
Penso quindi che la Grecia ha sicuramente dei problemi ma fra i Greci non vi è tutto questo allarmismo o persone impazzite bensì ho incontrato persone gentili e sempre propense a darti un informazione come quella simpatica ragazza che ci ha informato che il governo aveva abolito il pedaggio dei mezzi pubblici in tutta Atene.
Molte aziende greche, come quella con la quale collaboro io, é chiusa. Da quattro giorni. E lo sarà anche la prossima settimana. Apparentemente tutto é normale ma non é assolutamente così. E , va detto, la gente non sa come votare. É delusa da una politica che non sa prendere decisioni.
Altro che cattiva informazione, il clima vero, non quello dei turisti, é peggiore di quello che si vede .
Se fosse solo la stampa Italiana, tutta, non solo un giornalista, sarebbe poco, ha letto i giornali europei?
Ormai tutti i media appartengono allo stesso padrone….
Il suo è comunque un “buon gesto”, si vede che crede ancora nell’onestà intelletuale, cosa che in italia si è persa ormai da quel dì…
Saluti
in italia un referendum così non lo permetteranno mai
bravissimo!!! amo la Grecia, amo il popolo ellenico e quella descritta in questo articolo è la Grecia che ho vissuto io, appena rientrata dalla Culla della Civiltà!
Il riferimento a Gabriele Giannantoni mi ha commosso, avendo studiato con lui e con l’altro grande maestro Guido Calogero. Entrambi esperti di cultura classica e di civiltà del dialogo. Ogni tanto i loro insegnamenti andrebbero richiamati. Quanto a Fubini basterebbe riflettere su questo curioso andirivieni Corsera-Repubblica-Corsera. Che senso ha mescolare commenti e opinioni con note di cronaca imprecise o false? Un grazie a Matteo Nucci (anche per “Le lacrime degli eroi”)
La vera Grecia è quella guardata con l’occhio del turista?
Quella tranquilla, senza allarmismi, che ci propongono alcuni commenti qui e anche l’articolo di Nucci?
Lo scopriremo fra qualche giorno, dopo il referendum.
Intanto possiamo prepararci leggendo quello che scrive Fubini sul Corriere della Sera di oggi, a proposito delle conseguenze economiche delle decisioni di Tsipras:
Dopo la chiusura delle banche la settimana scorsa, l’economia ha iniziato ad avvitarsi a un ritmo tale che nessuno dei parametri negoziati nelle ultime settimane a Bruxelles basterebbe più a risanare il deficit.
Un manager di punta di una delle dieci grandi imprese della Grecia nota che la serrata bancaria di sette giorni fa sta paralizzando l’intero sistema produttivo: «Fra lunedì e mercoledì scorso le imprese erano semplicemente sotto choc. Giovedì è iniziato un serio deterioramento. Importare materie prime è impossibile, esportare è difficilissimo per la mancanza di garanzie bancarie. Se gli istituti non riaprono – dice il manager – mercoledì prossimo siamo al punto di rottura».
Oggi in tutta la Grecia fatturano qualcosa solo i venditori al dettaglio di cibo o carburante e il settore turistico: tutto il resto è fermo. Migliaia di imprese hanno messo i dipendenti in vacanza o non li pagano.
Solo lo scorsa settimana il Prodotto interno lordo dev’essere caduto dell’1,5% e alla fine dell’anno il crollo può arrivare fra il 5% e il 10%. Qualunque parametro sui conti pubblici è saltato.
Chiunque esca vittorioso dalle urne stasera, lunedì la Grecia riparte dall’anno zero
Questo è il reportage che ho pubblicato giorni fa su Facebook e su Saily.it
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10153399537018194&set=a.10153280832153194.1073741842.778023193&type=1&theater
Ciao Matteo. Grazie per questo articolo. Posso sapere il nome della reporter? Dici che speri che qualcuno la legga… e io vorrei 🙂
5 luglio 2015, dopo l’esito del referendum in Grecia ecco cosa scrive Fubini
 federico fubini
@federicofubini
Così Schaueble e #Tsipras hanno lavorato insieme per un unico obiettivo: l’uscita della Grecia dall’euro, contro la volontà dei greci stessi
Questo è andato!!
Quindi in Grecia la situazione non è poi così drammatica. Bene. Mi fa piacere (davvero). Ma allora non potrebbero pagare i propri debiti?
C’è una soluzione a tutto. la Banca Centrale Europea deve diventare pubblica e deve essere la sola che stampa EU Bond (Buoni del tesoro in Italia) con un interesse reale che sta nella media tra le varie svalutazioni dei paesi EU. Questa la chiamerei domecrazia.
La Grecia che stampa i propri buoni del tesoro (o l’Italia o qialsiasi altro paese Europeo) dovrebbero venir fermati prima di farlo. Se la banche Greche o italiane son privatizzate, per legge non possono farlo.
Per me questa è l’unica soluzione che abbiamo
mahhhh basta vedere chi sono gli azionisti dei grossi giornali ossia certe banche. Alle banche questo sistema conviene e i loro scrivani si adoperano a questa campagna di disinformatia.
Le banche fino a giovedì resteranno chiuse. E’ una cosa normale?
L’esito di un referendum fantozziano (del tipo: vogliamo restare nell’euro con o senza sacrifici?) sta complicando le cose e testimonia la mancanza di responsabilità di Tsipras nei riguardi del popolo che gli ha conferito sei mesi fa un mandato a negoziare, per poi ritrovarselo lateralmente che se ne lava le mani. Viene il sospetto che in questi mesi abbiano solo finto di negoziare.
Ora l’uscita della Grecia dall’euro è diventato lo scenario centrale degli analisti, sembra quasi un esito obbligato con questi governi europei ultraconservatori e chi pensa per analogia all’Argentina sappia che quel Paese sapeva tecnicamente come operare in questi casi e disponeva l’ultima volta di 30 mld di dollari in riserve valutarie, la Grecia ha una disponibilità pressocché pari a Zero. Dunque si prospetta un futuro ancora più nero per il popolo greco.
Perché la stampa italiana racconta TUTTO in modo apocalittico!