Questa è la tabella della classifica di narrativa straniera per ibuk.it questa settimana.
Amen.
[Grazie a Stefano Petrocchi per lo spunto.]
Pos. |
Gen. |
Titolo |
Autore |
1 |
1 |
Cinquanta sfumature di grigio |
E. L. James |
2 |
2 |
Cinquanta sfumature di nero |
E. L. James |
3 |
3 |
Cinquanta sfumature di rosso |
E. L. James |
4 |
13 |
I love Tiffany |
Marjorie Hart |
5 |
14 |
Innamorarsi a New York |
Melissa Hill |
6 |
15 |
Cupcake club |
Roisin Meaney |
7 |
16 |
Un regalo da Tiffany |
Melissa Hill |
8 |
19 |
Lo spettro |
Jo Nesbø |
9 |
20 |
La ragazza di fuoco. Hunger games |
Suzanne Collins |
10 |
23 |
L’ultimo giorno |
Glenn Cooper |
11 |
25 |
Il canto della rivolta. Hunger games |
Suzanne Collins |
12 |
26 |
La luce sugli oceani |
M. L. Stedman |
13 |
27 |
Hunger games |
Suzanne Collins |
14 |
31 |
Colazione da Darcy |
Ali McNamara |
15 |
34 |
L’ombra del vento |
Carlos Ruiz Zafón |
16 |
36 |
Il linguaggio segreto dei fiori |
Vanessa Diffenbaugh |
17 |
38 |
Il profumo delle foglie di limone |
Clara Sánchez |
18 |
40 |
Niente vacanze per l’ispettore Morse |
Colin Dexter |
19 |
43 |
90 giorni di tentazione |
Lucinda Carrington |
20 |
44 |
La voce invisibile del vento |
Clara Sánchez |
21 |
45 |
Il prigioniero del cielo |
Carlos Ruiz Zafón |
22 |
46 |
L’alchimista |
Paulo Coelho |
23 |
54 |
Vaticanum. Il manoscritto esoterico |
José Rodrigues Dos Santos |
24 |
55 |
Il leopardo |
Jo Nesbø |
25 |
56 |
Moshi moshi |
Banana Yoshimoto |
26 |
57 |
L’uomo di neve |
Jo Nesbø |
27 |
58 |
La profezia segreta di Mozart |
Matt B. Rees |
28 |
59 |
Rapture |
Lauren Kate |
29 |
61 |
Il senso di una fine |
Julian Barnes |
30 |
62 |
Il segreto della collana di perle |
Jane Corry |
31 |
63 |
La mappa del destino |
Glenn Cooper |
32 |
64 |
Tempesta di spade. Le cronache del ghiaccio e del fuoco |
George R. Martin |
33 |
65 |
Le ragazze di Kabul |
Roberta Gately |
34 |
67 |
La febbre |
Saskia Noort |
35 |
68 |
Calico Joe |
John Grisham |
La soluzione, in tutti i sensi, non c’è.
Christian Raimo (1975) è nato a Roma, dove vive e insegna. Ha pubblicato per minimum fax le raccolte di racconti Latte (2001), Dov’eri tu quando le stelle del mattino gioivano in coro? (2004) e Le persone, soltanto le persone (2014). Insieme a Francesco Pacifico, Nicola Lagioia e Francesco Longo – sotto lo pseudonimo collettivo di Babette Factory – ha pubblicato il romanzo 2005 dopo Cristo (Einaudi Stile Libero, 2005). Ha anche scritto il libro per bambini La solita storia di animali? (Mup, 2006) illustrato dal collettivo Serpe in seno. È un redattore di minima&moralia e Internazionale. Nel 2012 ha pubblicato per Einaudi Il peso della grazia (Supercoralli) e nel 2015 Tranquillo prof, la richiamo io (L’Arcipelago). È fra gli autori di Figuracce (Einaudi Stile Libero 2014).
Bisogna continuare con tutti i “colori” possibili per arrivare alla fine, alla fine vomitare.
dai primi dieci titoli se ne dedurrebbe che le donne leggono di più, ma solo roba per pollastrelle..
Mah, non credo sia mai cominciata, se guardiamo alle classifiche.
siamo certi che ci sia un intruso?
l’intruso,c’è,credo si intendesse il libro di Julian Barnes-o no?
cmq non c’è di che lamentarsi troppo,se la letteratura “mainstream”(???)o se volete,”alta”(o semplicemente con un minimo di trama senza lanciarsi ad ogni costo sul thriller/noir)non riesce a produrre libri che impressionino nel passaparola(ovvor che non faccian cadere dalla noia il lettore a pag 30 ),beh ,i risultati sono questi
è da qualche settimana che scrivo sta cosa quassù ogni settimana:molti mi han risposto per email,ma mai direttamente qua sopra,in pubblico,davvero strana sta cosa
Sì, lo schifo è palese, quando vedevo spiaggia quelle copertine nere dovevo reprimere i conati. Ma siamo sicuri che tutto l’intrattenimento sia merda?
NON tutto l’intrattenimento è feccia,chiaramente
così come molti dei libri spacciati per vera letteratura contemporanea spesso sono molto mediocri(terribile,ma vero),italiani o meno(anche se quelli esteri sono lievemente meglio,sopratutto quelli anglosassoni,infatti hanno molta meno ricerca sul linguaggio e piu “storia”)
Trentacinque sfumature di marrone.
si però gente,oltre a lamentarsi,idee?
a volte mi chiedo se nel mare mangum di manoscritti che arrivano agli editori,qualcosa di valido non riesca a venir intercettato,mah
beh, quello di George R. R. Martin è un bel libro, peccato per l’infame edizione e tradizione italiana
Spinazzola dice cose sagge sulla questione.
Solo in parte qui
http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-d2b627a0-7fe9-4a2c-9f22-d38b62aef187.html
Editore: Imprenditore o società che pubblica libri, giornali, dischi, cassette e simili…
si vabbè la solita geremiade di lamentele:non credete che si potrebbe pure obiettare che la letteratura italiana con pretese”alte”/o di letterarietà,se facesse qualche libro interessante,andrebbe in classifica pure essa ,almeno un pò piu spesso ?
e invece non ci va, se non dopo qualche passaggio televisivo (qualcuno/a,fazio e la bignardi coi loro programmi,han lanciato)o dopo investimenti pubblicitari forti (vedi un certo libro di due anni fa)che non son certo a misura di ogni libro;pi certo qua e la ci son eccezioni
insomma,sta cosa del lamentarsi e basta non porta da nessuna parte
semmai molti che scelgono i libri da pubblicare,dovrebbero un pò cambiare focus,perché gli smacchi son stati tanti,molti-ergo libri anche curati su cui si avevano aspettative,ma che han finito col vendere pochino-
quando parlo di”vendere” non mi riferisco ai megaseller,ma almeno a qualche libro che ogni annata venda almeno 15.000 copie,il che ultimamente accade davvero di rado
ehm, Davide, credo che Raimo abbia messo volutamente la classifica dei libri stranieri proprio per non dar spago a polemiche tipo le tue.
Le quali polemiche sono veramente frutto della nostra esterofilia ormai davvero troppo provinciale. Vuoi la prova? Ecco, quello qui sopra descritto non è frutto di chissà quale arretratezza del nostro paese ma un fenomeno transnazionale. Se vi vedete le classifiche inglesi o statunitensi francesi ecc ecc ci troverete la solita fuffa.
Non ci vuole niente, basta andare alle classifiche degli altri paesi. Proviamo? Bene:
Negli Stati Uniti domina in questo momento nella narrativa Danielle Steel, in
Francia Camilla Lackberg (peggio mi sento), in Germania Jonas Joansonn, nel Regno Unito (il vero regno dei coatti) James Patterson, e in Spagna “Cinquanta sfumature” e ancora Jonas Joansonn, in Olanda le “Sfumature” mentre in Cina al secondo posto… ebbene sì, “Cent’anni di solitudine”.
E Javier Marias? E Carrere? E McEwan? E Transtromer? E Houellebecq? E Jennifer Egan? E Philip Roth? E Xavier Cercas? E Roberto Bolano? E O. Pamuk?
Niente, zero, nada.
Tuttavia continua a esistere un minoritario quanto illuminato (tranne quando si perde nelle polemiche un po’ sterili) zoccolo duro di lettori forti, che poi son quelli che portano avanti la fiaccola della civiltà?
Credete che Franz Kafka dominasse le classifiche? E Joyce? E Proust? E il povero TS Eliot, la cui opera circolava in poche copie? Eppure sono questi ad aver scritto e a scrivere ancora attraverso i loro omologhi la storia della letteratura, cui pure si poggia la fuffa di cui sopra.
Anziché fare polemiche, ognuno di noi (con grande fede, e con un minimo senso di missione culturale) dovrebbe andare avanti a custodire e proteggere ciò che vale. Non sono pochi i casi, se confrontati col nichilismo da ipodotati di questi libri da quattro soldi. E’ anche un modo di dare un senso (culturale) nel mondo in cui si vive. E’ un mondo difficile? Be’, lo è sempre stato. Coraggio, a ognuno la propria fatica e missione!
gianluigi la mia non è polemica:è un dato di fatto che non ci siano libri italiani,poi peraltro non si capisce come VISIVAMENTE un lista dovrebbe non dar spazio alle “polemiche”(???):)
non è questione di esterofilia,e ti spiego perchè:
perchè qualche libro italiano che vende qua e la anche in tempi recenti c’era,ma quasi mai è un romanzo,e se lo è,è dei soliti noti(anche bravi a volte,o cmq capaci,per carità)
il discorso che fai tu(pochi illuminati lettori,anche dai gusti un po pretenziosi,contro la massa che leggerebbe cose out)è davvero vecchio,vecchisimo
i tanti paesi ci son romanzi coi crismi,senza puntare alla pallosità estrema o velleitariamente all opera-mondo,e senza esser danielle steel,che riescono a vendere a esistere nel loro stesso paese
qua da noi accade di rado
“””E Javier Marias? E Carrere? E McEwan? E Transtromer? E Houellebecq? E Jennifer Egan? E Philip Roth? E Xavier Cercas? E Roberto Bolano? E O. Pamuk?””
c’è anche altro,lo sai,no?passi Carrere che è leggibile da chiunque,passi ancora Houellebecq-indigesto ma interessante-ma gia alcune opere di Marias son molto sopravvalutate,ian mc ewan tutto sto”sublime” non lo vedo etc etc
finiamola con sti slogan”noi,l’1% sugli scudi della cultura “che ogni tanto appaiono qui e la e prendiam atto che la situazione è duretta e che vengon fatti anche e sopratutto in italia tanti libri fra i due opposti(il quasi trash e il presunto d’autore )che proprio manco arrivano a 3000 copie,allarme che altri han gia lanciato
ah come disse un agente letterario americano attivo anche in italia:
“con tutto il rispetto,un agricoltore 40 enne del, Iowa ogni tanto,stephen king se lo legge,il che è gia qualcosa,o cmq meglio di niente :ma dubito che un agricoltore 40 enne dell umbria si legga SK o un suo omologo italiano….”
.la morale,si sente?
gianluigi,duole vederti imprigionato in una retorica culturale vecchia davvero
Più che la classifica dei best-sellers, sarebbe più utile pubblicare una classifica dei long-sellers per capire se l’appeal ha resistito nel lungo periodo. Cent’anni di solitudine è un esempio lampante di long-seller, grazie soprattutto all’ “aura” che si è creata attorno alla figura di Garcia Marquez. Non è un caso che spopoli in Cina perché si tratta di un autore “europeizzato.”
Per la letteratura italiana vale più o meno quanto si dice senza mai troppa lucidità sul cinema. Non è tanto l’incapacità di produrre dei best-sellers, quanto la mancanza di un vero e proprio “mercato” in cui possano trovare diritto di asilo tanto le sfrumature di grigio quanto, che so, Cavazzoni, tanto Hunger Games quanto l’horror e la fantascienza italiani, che hanno una vitalità sotterranea che fatica purtroppo a venire a galla.
Il discorso, o meglio, il “problema” è culturale in senso lato, ed è troppo ampio e complesso da affrontare in questo spazio. Ma resto un po’ allibito quando da spunti come questo sento azzardare dei paragoni con Kafka Proust Joyce: davvero si crede che tutti siano in grado, non dico di leggere, ma di leggere “come si deve” la grande letteratura? Quella della “civiltà dei lettori” è una premessa che riguarda direttamente le sordi dell’uomo occidentale (dell’uomo come individuo e come cittadino democratico); ma che purtroppo si è sempre rivelata molto più larga delle sue conseguenze.
Perché si possano soltanto supporre Kafka Proust Joyce in cima alle classifiche di vendita, bisognerebbe garantire al maggior numero di persone possibile gli strumenti per la comprensione di un “testo complesso”. Ma questo, come è possibile, cioè come può essere tradotto in realtà?
Mettersi a discutere su queste classifiche che non rappresentano che uno stato di cose già collaudato, non credo ci porterà molto oltre alla solita e spesso stucchevole indignazione.
Davide, che ti devo dire, duole vederti imprigionato in una grammatica dove non c’è manco spazio per gli spazi tra segni di punteggiatura e parole successive e dove po’ diventa pò.
L’agricoltore dell’Umbria Camilleri ogni tanto se lo legge. L’ultimo libro di Walter Siti ha superato le 10mila copie e continua a vendere. Tanto per farti un nome di uno scrittore bravo che nell’ultimo anno qualche lettore ce l’ha. I nomi che ti ho fatto non li ho fatti perché li considero sublimi, ma per dare un’idea di scrittori che ci provano, a fare letteratura.
Tra l’altro, se solo tu andassi all’estero anziché parlarne e basta (ripeto: il provincialismo è questo) troveresti i pallosissimi (come li definisci tu) libri di Wu Ming, Giorgio Vasta, Marcello Fois, Fleurs Jeaggy, Michela Murgia ecc. che in Germania, Stati Uniti, Francia, Spagna vengono letti e recensiti abbastanza bene, senza ovviamente vendere gli sfracelli di copie di queste classifiche qua. Per dire che molte cose vive si muovono a tua insaputa…
Però facciamo che io mi tengo Bolano, Pamuk e Cormac McCarthy (che ha venduto molte copie solo dopo trent’anni di grandissimi libri a meno di 3000 copie a titolo) e tu vai a farti una chiacchiera con l’agricoltore di una provincia americana presa a caso.
Oppure: io mi tengo David Lynch e tu “Armageddon”, che tanto quello la casalinga di Voghera o l’agricoltore del Texas se lo vanno a vedere.
Gli agenti editoriali americani, solo se ne avessi conosciuto uno sapresti quale valore culturale hanno le loro parole. Sveglia, giovanotto. Meno arroganza e più olio di gomito, altrimenti non si va lontano.
E poi (ma era tanto complicato da capire?) non ci sono libri italiani perché questa è LA CLASSIFICA DEI LIBRI STRANIERI!
Forse non l’avevi capito. Ora l’hai capito?
Se vai alla classifica degli italiani delle ultime settimane ci trovi Piperno, Murgia, Fois, Trevi ecc. ecc,
forse ti era sfuggita ‘sta cosa qua. Va bene, può sfuggire a tutti. Ora però l’hai capita, spero…
Scusa Davide ma la classifica pubblicata qui è quella degli scrittori stranieri. Nella classifica generale forse la maggioranza è italiana.
Comunque il parere di Gianluigi mi sembra condivisibile.
@Brenta: temo ci siamo fraintesi. Io dicevo proprio la stessa cosa. E cioè: non desti scandalo la mancanza di grandi libri tra le classifiche. E’ sempre stato così. Questo non vuol dire che una civiltà letteraria ci sia e continui a
@ Davide: scusami, non volevo essere sarcastico (mi rendo conto di esserlo stato troppo e mi dispiace), però a un certo punto mi sono snervato per l’incomunicabilità e solo dopo ho capito che non avevi capito che il post si riferiva alla sola categoria dei libri stranieri.
@ Raimo: la provocazione del post mi sembra debole, anche se mi son divertito a guardarlo. La “letteratura come la conosciamo noi” è sempre viva. La “letteratura come la conosco io” non ha mai visto Vila Matas, Dreu La Rochelle o David Means (e manco Don DeLillo) ai primi posti delle classifiche. Avere fede, e farsi confortare da conferme che ci sono. Altrimenti com’è che questo blog è così tanto frequentato?
poco importa che classifica sia,guardate che roba c’è in quella italiana:)(le sto dando uno guardo ora:)
cit nando:
“””Nella classifica generale forse la maggioranza è italiana.”””
la risp. è NO(controllare)
e suvvia come non vedere che quelle tonellate di libri italiani di scrittori giovani o simil tali che ogni tanto aiutandoci con la buona volontà proviamo a leggere MANCO ARRIVA ALLE treMILA COPIE??:)
mi si tira in ballo walter siti..ma per favore,con un passaggio da fabio FAZIO ANCHE la sora lella venderebbe copie,e suvvia
(questi si che è provincialismo,il non accorgersene,dico,che non esiste solo il web e che la tv pesa ancora :)ot :pure i grillini da quando non ci son piu i talk show per la pausa estiva se ne stan accorgendo,fine ot)
per non dire di piperno(personalmente quello non mi dispiace,anche se le storie dei suoi libri son sempre esangui,la lingua si che è rigogliosa ma non sempre serve a salvare un opera)ma c’è una bella differenza tra chi va al premio strega(cinque,se va bene,per non dir di quello che vince )e tutti gli altri :)come visibilità,e di conseguenza come vendite(è così difficile da capire che tv e premi dan visiblità,o no?mah!)
david lynch lo guardo anchio,armageddon no(però tu lo conosci:strano..)ma molti titoli cartacei che qualcuno citia come fossero il korano ,credetemi non li legge interi manco una parte di quelli che ne parlano 🙂
morale della favola:dubito molto il contadino umbro legga camilleri….
ed ecco l’ultimo allarme che è passato anche su fb(a detta di un nome noto delle patrie lettere:)
“unitili girarci intorno,ci son libri di autori giovani o meno che manco arrivano alle tremila copieeeeee!e poco importa di qualche exploit qui e la!”
(a chi vuole,posso dare coordinate via email)
cit gl
“”Altrimenti com’è che questo blog è così tanto frequentato?”””
sarà pure molto frequentato,ma il buon fedrico gnech faceva notare in un c certo thread(quello dove abbiam furoreggiato io e qualcun altro ,aperto da uno scritto di Lagioia sul “chaos ” italiano ) di qualche tempo fa,ovveero che quando iniziano a esserci domande antipatiche per il mondo culturale,pochi rispondono
insomma un vecchio vezzo del mondo culturale:tanti interrogativi epocali,ma poche risposte
Mio padre è un agricoltore di 58 anni alla soglia della pensione. Ha la terza media e per sua sfortuna gli è capitato di nascere nella bassa lombarda, cosa che gli impedisce di fregiarsi del titolo di umbro.
Spero sia rilevante comunque, e vi faccio sapere che sul suo comodino in questo momento c’è Dos Passos, e in passato ci sono stati Bulgakov, Kafka, Tomasi di Lampedusa e Hemingway (per cui ha pianto) e tanti altri maestri. Ahimè (o ahilui) vi sono passati anche i Dan Brown e i Barbery, ma non credo che la cosa possa sminuire Dos Passos e compagnia.
Questo per dirvi di andarci piano, signor Calzolari, con le generalizzazioni.
Davide, Walter Siti vendette abbastanza bene con “Troppi paradisi” che non beneficiò di alcun passaggio televisivo.
Le grandi opere letterarie, spesso, informano tutto quanto il resto.
Ti faccio un esempio: “I Simpson”. Ebbene, Matt Groening ha più volte dichiarato che senza essere stato un lettore di Pynchon non avrebbe mai potuto impostare narrativamente il suo cartoon come ha fatto.
Eppure i Simpson sono infinitamente più popolari de “L’arcobaleno della gravità”.
Capisci cosa voglio dire?
Gli esempi sono tantissimi altri…
prox volta l’agente letterario magari,chissà, parlerà di agricoltori sull aspromonte ,chissà che la prox volta non si arrivi a convincere tutti(ed effettivamente i dati di lettura calabresi non son quelli trentini,eh gia)
tra i simpson e le opere di pynchon c’è la differenza che c’è tra il reader’s digest e i chaiers du cinema …
Le sue, Calzolari, non sono risposte. Spero se ne renda conto.
peraltro matt groening ha messo piu riferimenti (come quantità,dico)da stephen king e dalla cultura popolare usa che non da pynchon(c’era una puntata dei simpson dove c’era chiaramente l’overlook hotel…)
no mister,legga sopra,la risposta c’è,eccome ,se vuole spiego anche in che libro di stephen king c’era l’overlook hotel,sa com’è a forza di leggere “alta arte & cultura dei secoli scorsi”magari qualcuno ha perso di vista un pò quella letteratura che incide sulla società un bel pò di piu di molti altri tipi di culture
Innanzitutto impari a battere a macchina che alla lunga è fastidioso leggerLa.
In secondo luogo, se Lei pensa veramente che la letteratura alta non sia indice della società i casi sono due: o ha un’idea erronea delle letteratura alta oppure, semplicemente, non l’ha mai letta.
Infine, sui Simpson, il signor Gianluigi parlava di impostazioni narrative, non di citazioni o cammei, sono due cose ben diverse, e quello che intendeva dire era che anche forme di narrazione di difficile digestione possono essere sdoganate presso il grande pubblico (nel caso dei Simpson, peraltro, con abilità innata).
A questo si aggiunga che le citazioni nei Simpson sono sì spesso popolari, ma altrettanto spesso dotte e ricercate; se Lei non le ha colte, non significano che non vi siano.
Davide, la classifica Demoscopea su Tuttolibri di oggi presenta 6 autori italiani nella top ten… Camilleri, Gramellini, Simoni, Ervas, Corona e Piperno.
nando,mi tocca ripetermi:siamo in grado di discernere da quello che nasce “spontaneamente”,anche come passaparola,da quello che è trainato,bene o male che sia,dalla tv?
scusami ervas e camilleri in tv ci vanno,eccome..per non dire di gramellini(da fazio ogni week end…)idem in parte piperno,idem corona da una vita
chiedilo ad ogni addetto ai lavori(fosse solo un libraio)ti dirà di SI
visibilità=vendite,a traino,a rimorchio,al di la del valore dell opera
“”””In secondo luogo, se Lei pensa veramente che la letteratura alta non sia indice della società i casi sono due: o ha un’idea erronea delle letteratura alta oppure, semplicemente, non l’ha mai letta.”””
cit da uno sopra
caro signore,vede la cosiddetta “letteratura alta” è un pò difficile da definire..di quest tempi,sopratutto..
di roba che negli anni 60-70 era considerata interessante(ad es moravia)ma che poi è scomparsa dal radar 20 anni dopo(moravia..)ne son piene le tesi di laurea…
per questo esempio,se ne potrebbero fare altri diecimila…
or che ci penso,pur isabella santacroce ogni tot tempo ha un passaggio tv…
Oltre a rinnovare l’invito a imparare a battere a macchina Le faccio notare che di letteratura alta ha parlato Lei per primo, cosa che La fa cadere in contraddizione, arrivando così alla ciliegina su quella torta costituita dai suoi interventi precedenti.
Aggiungo che mi dispiace che Lei non legga Moravia, imparerebbe molte cose.
non solo credo che Moravia(come ormai da due decenni ha notato in molti)non se lo fila più nessuno per davvero-mentre in vita,forse per moda,era molto dibattuto-
ma vede c’è,anche in letteratura della roba che ,(come lei purtroppo non si è accorto)invecchia molto,molto presto ,al di la di quel che pensano i fans della letteratura alta,o di quella medio -alta,e perchè no di quella mediana 🙂 :)così va bene :)?ciliegine non ne vedo,altro si 🙂
nb:non leggo la Santacroce
A me vien da citare Cioran: “Insomma, tutto si riduce a desiderio o assenza di desiderio, tutto il resto è sfumatura”.
E vi saluto con simpatia. Grazie per la discussione e buona domenica.
ottima la citazione di Cioran
detto questo non vedo molto in salute un mondo libresco dove in 20 vendono(ma di questi,10-12 sono andati in tv)
e gli altri 87 (per dire)non vendono una cippa :)semplicemente perchè a torto o ragione nessuno”scommette”mai su di loro
parlo di autori di editori medi e grandi eh,(non di quelli dei piccoli editori,che a una qualche comparsata non ci arrivano quasi mai,tranne casi eccezionali )
poi resta il problema di che tipo di romanzi o racconti si manda a far “comparsate”(parola orrenda,ma qualcosa rende):il piu delle volte è roba calcata sul gusto medio della cosiddetta “borghesia riflessiva”,che chiaramente per le audience di fazio e in parte della bignardi van benissmo..
(erri de luca sapienziale per ogni stagione,per certi versi baricco,gramellini eh beh,ervas così ci sentiamo piu buoni,vito mancuso se parliam di saggistica,anche quello buonissimo ,mauro corona che da brividi “alpine”anche a gente che non ha mai visto un abete in vita sua,etc etc-)
adesso chiedetevi perchè c’è poi tutto il resto del “popolo”che in libreria non ci entra più…
In questa classifica ci sono alcuni libri che forse leggerei. Eccoli: Jo Nesbø perché qualcuno me ne ha parlato bene, Banana Yoshimoto perché scrive piccoli racconti piacevoli, Julian Barnes perché è Einaudi. Infine c’è Zafon, che non ho mai letto, ma che magari un giorno ci proverò. Tutto il resto non mi interessa. Sono 5 titoli su 35.
In quella analoga di narrativa italiana leggerei più libri, anzi 5 li ho letti e me ne potrei leggere più di metà.
La vera domanda che mi sono posto leggendo questa classifica è: come avviene la “preselezione” mentale che ciascuno di noi fa sui libri? E’ simile a quella sui film, ma più raffinata, mi pare. Anche perché leggere un libro non è come guardare un film. E’
Ci sono diversi fattori. I primi che mi vengono in mente sono: il genere, la casa editrice, il passaparola.
La tv, citata nei commenti, mi pare agisca su altri aspetti, più generali (l’informazione sull’uscita di un libro o sull’esistenza di uno scrittore). Non su quel processo che attiviamo quasi inconsciamente davanti a un espositore in una libreria e che ci porta a scegliere un libro.
cit lorenzo.
“””Julian Barnes perché è Einaudi. “””
cioè tu solo perchè è edito dall Einaudi pensi sia”ok”?
mah…curioso modo di pensare….
“”” passaparola””””
il passaparola avviene 4-5 volte l’anno..per libri di narrativa,dico,specialmente
de famoso libro di Giordano,non ricordo molto spam all inizio,se le prime copie si mossero fu davvero per il passaparola
idem la tamaro nel 94 ,idem brizzi nel 95,idme camilleri nel 97-98
poi certo,dopo i loro editori ci andaron giu tosti con la pubblicizzazione,etc etc(ma ad es quello della tamaro non andò a particolari premi noti,se ricordo bene)
ad ogni modo,molta della letteratura italiana,libri thriller noir etc etc,inclusi,con qualche eccezione per i gialli,si muove su coordinate tematico-stilistiche sembran fatte APPOSTA per evitare il passaparola 🙂
giuro,ne son convinto,altro che mondo dove si guarda”sempre”al mercato…
Ma quindi Christian Raimo li ha letti tutti e 35?