Fare casa con le parole. La poesia di Anna Toscano
Con le parole lavoro ormai da qualche anno. Dettano il ritmo della mia quotidianità, delle scadenze, delle mie geografie nomadi. Le parole tengono in mano le redini della logica su cui baso esistenza e mestiere. Ho imparato a non darle per scontate, eppure ogni tanto succede. Quando le lascio detonare con noncuranza fra le righe […]
Con amore e con amicizia. Lisetta Carmi letta da Anna Toscano
di Tiziana Plebani Lisetta Carmi apre la porta. E Anna è lì. Sulla porta c’è un piccolo cartello, quasi un pizzino. “Carmi. Suonare forte”. Anna Toscano ha suonato e Lisetta è apparsa sull’uscio, come si vede nella seconda fotografia inserita in apertura al libro. Sull’uscio Lisetta sorride. La porta è aperta e Anna è lì […]
“Al buffet con la morte”: le poesie di Anna Toscano
Photo by Samuel Zeller on Unsplash
di Laura Liberale
Al buffet con la morte è la sesta raccolta poetica di Anna Toscano (la terza per La Vita Felice, dopo Una telefonata di mattina e Doso la polvere). Antonella Cilento, in una delle due postfazioni, scrive: «A oggi, questo è il suo libro più maturo, il più ironico e il più personale». Nadia Terranova, nella seconda postfazione,usa parole molto intime, offrendo squarci dolorosi della sua vita ai lettori del libro di Toscano: «(…) e dopo quella prima ondata di sterminio la morte sembrò placarsi. Almeno per qualche anno, dopo che erano morti tutti, non morì nessuno».
Dall’inizio: risposte sulla poesia. Giovanna Rosadini
Nuovo appuntamento con la rubrica a cura di Anna Toscano. Dieci domande a poetesse e a poeti per cercare di conoscere i loro primi avvicinamenti alla poesia, per conoscere i loro albori nella poesia, quali siano stati i primi versi e i primi autori che li hanno colpiti, in quale occasione e per quali vie, […]
Dall’inizio: risposte sulla poesia. Anna Lamberti Bocconi
Nuovo appuntamento con la rubrica a cura di Anna Toscano. Dieci domande a poetesse e a poeti per cercare di conoscere i loro primi avvicinamenti alla poesia, per conoscere i loro albori nella poesia, quali siano stati i primi versi e i primi autori che li hanno colpiti, in quale occasione e per quali vie, […]
Brianna Carafa o della qualità narrativa
di Anna Toscano
Brianna Carafa è una autrice che negli anni Sessanta inizia a essere conosciuta dopo la pubblicazione delle sue poesie per l’editore Carucci e, subito dopo, per i suoi racconti usciti nella rivista Botteghe Oscure. La sua scrittura non passa inosservata nel gruppo di intellettuali che frequenta in quegli anni a Roma, tra i quali Angelo Maria Ripellino, e nemmeno a Italo Calvino che probabilmente in Einaudi caldeggia i suoi due romanzi che escono nel 1975, La vita involontaria, e postumo, nel 1978, Il ponte nel deserto.
Nei decenni Carafa viene dimenticata, destino comune a molte altre scrittrici di quegli anni, i suoi libri si trovano nelle bancherelle dell’usato a prezzi accessibilissimi, rarissimamente i suoi libri sono rintracciabili nelle biblioteche, come se il velo della polvere dell’oblio avesse reso inaccessibile al mondo la potenza straordinaria della sua scrittura.
Perché leggere Anna Édes è leggere di tutti noi
di Anna Toscano
Un salto nel tempo e nello spazio per guardare dentro il cuore dell’uomo, un cuore che un secolo fa e in Ungheria sembra non molto distante dall’oggi. Il salto lo si fa grazie alla rilettura di un classico ungherese, il romanzo di Dezsó Kosztolányi dal titolo Anna Édes uscito in Ungheria nel 1926. Dezsó Kosztolányi è uno dei grandi classici della letteratura del primo Novecento ungherese, noto la grande pubblico italiano per alcuni titoli usciti per diversi editori italiani, tra i più letti Nerone con prefazione di Thomas Mann per Castelvecchi, Allodola per Sellerio e Il medico incapace per Rubbettino. È la prima edizione integrale di Anna Édes nel 2014 per Anfora Edizioni, e la seconda edizione nel 2018, che fanno finalmente conoscere ai lettori italiani questa grande opera.
La poesia compagna di vita di Anna Maria Ortese
Pubblichiamo un pezzo uscito qualche tempo fa su Il mestiere di scrivere, rivisto e ampliato.
di Anna Toscano
Casa di Altri
Ingannarci
Non dovevi, vita, Casa di Altri.
Quale tristezza nascere stranieri.
L’esordio di Anna Maria Ortese sulla carta stampata è legato a Manuele, un trittico, un testo poetico di 162 endecasillabi sciolti diviso in tre parti che fece la sua apparizione sulle pagine de “L’Italia letteraria” domenica 3 settembre 1933: parla del lutto dovuto alla perdita del fratello Manuele imbarcato come marinaio e mai tornato.
La stessa Ortese in una intervista raccontò cosa fosse per lei scrivere, senza fare distinzioni tra lo stendere versi o prosa: “La scrittura è come un ritmo che serve a calmare, aiuta a sostenere l’orrore di certe emozioni che altrimenti ci distruggerebbero”. Questa è una delle chiavi di lettura che può accompagnare nella lettura delle sue liriche, ma non l’unica tenendo conto della complessità del mondo Ortese. Molte delle sue dichiarazioni denotano spesso uno stato di incertezza verso la parola scritta, un movimento incessante che la portava dalla realtà alla scrittura come moto di vita, inoltre verso i suoi componimenti poetici la scrittrice aveva un incredulo fervore.
Il paradigma dell’assenza in “Fioriture capovolte” di Giovanna Rosadini
Cosa accade quando le parole perdono di punto in bianco il loro significato e divengono dei simulacri che non rimandano più a nulla? Quando gli oggetti non trattengono più il senso quotidiano dell’esistere e si trasformano in vani simboli di qualcosa che non è più comprensibile? Quando l’accadere cessa di lasciare una traccia riconoscibile nella storia e si trasforma in una mera e inutile successione di eventi? Sono queste alcune delle domande che capita di rivolgersi leggendo Fioriture capovolte, l’ultima raccolta di poesie di Giovanna Rosadini da poco uscita nella «Bianca» einaudiana.
Le fotografie di Henri Cartier-Bresson a Palazzo Grassi. Il gran gioco del guardare in mostra
di Anna Toscano
Come gli sguardi guardano a una opera fotografica, come la avvicinano o la allontanano, come la leggono, come la sorvolano, come la serbano, come diviene nel tempo la colonna sonora per immagini di una vita, perché i grandi capolavori fotografici scandiscono l’esistenza delle persone fino a crearne una colonna visiva, fino a divenire parte integrante della vita di chi le ama.
Henri Cartier-Bresson ha fotografato il mondo per moltissimi anni, circa ottanta, quasi senza sosta, i suoi scatti in bianco e nero marcano i momenti dell’esistenza di molti appassionati o solo simpatizzanti di fotografia; incontabili le mostre a lui dedicate nel mondo, sia quando era in vita sia dopo, moltissime le immagini iconiche che lo hanno reso indimenticabile.
Commenti recenti