Spinaceto con gli occhi di un terzino sinistro

di Alberta Aureli È il 1993 quando Nanni Moretti ondeggia in una calda estate romana sulla famosa Vespa Piaggio e in una scena di Caro Diario arriva fino a Spinaceto. Mentre ci arriva riflette, e pensa all’immaginario negativo che si è costruito attorno al quartiere, poi si ferma, e dice al ragazzo seduto su un […]

Instagram al tramonto. Conversazione con Paolo Landi

Scrive Paolo Landi nel suo Instagram al tramonto (La Nave di Teseo) che i nostri profili sono “un mosaico contemporaneo che, come un dipinto di Pompei esposto all’improvviso dopo secoli di buio alla luce del sole, svanisce per incanto”. Su Instagram tutto è vacuo, consumabile e già consumato, involontariamente kitsch a prescindere dalla raffinatezza e […]

Se il mediatico è politico. Appunti sulla costruzione sociale del genere

Una visione del mondo puramente aristotelica ci suggerirebbe che l’essere umano è per natura un animale politico e che, conseguentemente, ogni azione ha un’origine e un significato, sul piano semiotico e nelle dinamiche di significazione, inevitabilmente politico. Non è la ragione o l’istinto a differenziarci dagli altri mammiferi ma la parola: affidare un significato politico ai linguaggi mediatici vuol dire comprendere che il tutto è più della somma delle singole parti, che quelle dialettiche creano – producono e riproducono – un immaginario vivo e pulsante che invece di distruggerla artisticamente asseconda la narrazione di un paese intento a riconfermare continuamente le proprie ipotesi, ma soprattutto vuol dire accettare che i vuoti politici non esistono.

Dracula, elogio del tradimento

Quando tradire una trama significa celebrare la complessità delle storie. Un breve viaggio nell’archetipo del mostro, dal Dracula di Stoker a quello dell’omonima serie ideata da Gatiss e Moffat e ora disponibile su Netflix.  di Lorenza Ghinelli “Temi il lupo e fuggi da lui” scrisse Angela Carter in La compagnia dei lupi, “soprattutto perché il […]

All’orizzonte delle nostre città isolate c’è “Futureland” di Lola Arias

di Francesca Lombardi

Una città, organizzata e tecnologicamente funzionante, galleggia isolata sul mare. Nulla sembra possa scalfirla nella sua lucente funzionalità.

È Futureland, la Berlino del futuro.

Nell’ultimo lavoro di Lola Arias, una parete video ad animazione 3D accoglie gli spettatori nel container del Maxim Gorki Theatre, introducendoli allo spettacolo: “Welcome to Futureland”, recita la scritta in sovraimpressione.

Lo spettatore, ancor prima dell’inizio, viene invitato a confrontare la propria idea di città con quella proiettata. Chi non vorrebbe vivere, isolato ma felice, in un luogo che offre qualsiasi possibilità ai suoi abitanti?

La risposta è tutti. Eppure, sembra non riusciamo ad accorgerci che Futureland non sta parlando a noi, che già l’abitiamo, ma ai protagonisti che hanno dovuto combattere per potervi accedere. Otto adolescenti provenienti da Guinea, Afghanistan, Siria, Somalia e Bangladesh che hanno affrontato l’inferno delle leggi sull’immigrazione minorile tedesche.

Hong Kong, la prima rivolta contro il capitalismo della sorveglianza

Pubblichiamo un articolo apparso su Sinosfere, che ringraziamo. di Simone Pieranni L’intervento di Fabio Lanza su Sinosfere su quanto sta accadendo a Hong Kong dal giugno scorso, ha il grande merito di allargare il campo: al di là dei limiti che da sinistra si segnalano su alcune caratteristiche della protesta – ripiegamento sul localismo, richiesta di aiuto a Washington e […]

Feinde. Nemici: su “Ebraismo e modernità” di Hannah Arendt

Una breve riflessione sul sionismo e i nazionalismi europei partendo dagli scritti di Hannah Arendt su “Ebraismo e modernità” e dalle sue interpretazioni del pensiero di T. Herzl. di Marco Mantello Un tema difficile, quello dei nazionalismi europei del XIX secolo, nello specchio dei saggi di Hannah Arendt sul sionismo a fine seconda guerra mondiale, […]

Fachinelli, trent’anni dopo

di Dario Borso

Questa è una sintesi della presentazione di Grottesche, inedito di Elvio Fachinelli a cura di Dario Borso, Italo Svevo ed., svoltasi il 21 dicembre scorso alla Libreria Popolare di via Tadino, MI, in occasione del trentennale della morte di Fachinelli.  In coda, le prime grottesche del testo.

GROTTESCHE

1

«Non riesco più a scrivere, non riesco più a pensare.» – «Almeno scrivi quello che hai pensato anni fa.» – «Non lo ricordo».

Apparecchiare: tra le persone nelle opere di Michael Pollan

“Il fuoco è una cosa molto potente, credo che in gran parte sia dovuto al fatto che ti permette di nutrirti, perché la nostra specie cucina, nessun’altra specie cucina. Ed è imparando a cucinare che siamo diventati davvero umani.” Con queste parole inizia la prima puntata della miniserie disponibile su Netflix e intitolata Cooked. La […]

Star Wars è finito, viva Star Wars

Questo articolo contiene spoiler da Star Wars Episodio IX – L’ascesa di Skywalker. Una lama di luce rossa illumina una figura nera nella semioscurità di un corridoio. Dall’altra parte il portellone della nave è bloccato: in trappola, i ribelli che portano i piani della Death Star sono spaventati a morte. Probabilmente perché non hanno mai […]