Raccontare Sócrates: intervista a Lorenzo Iervolino
Questa intervista è uscita su Il Mucchio.
Magrão, O doutor da bola, Il tacco di Dio. E poi O Bruxo, lo stregone, perché da medico faceva delle diagnosi molto precise, e perché gli piaceva fare delle profezie; molte le azzeccava… se avrà indovinato anche il vincitore di Brasile 2014, lo scopriremo a breve. Sócrates, scomparso nel dicembre del 2011, è stato molto più di un calciatore: davvero. Lorenzo Iervolino, narratore, membro del collettivo «TerraNullius», ha raccontato la sua storia in un libro, Un giorno triste così felice, che va oltre la semplice biografia, ricco di voci, colori – palpitante di vita e di impegno. C’è il Sócrates calciatore e attivista politico, c’è l’esperienza della Democrazia corinthiana, ma anche l’uomo che è stato.
In una delle sue profezie, O Magrão descrisse la sua morte: di domenica, con il Corinthians campione. Andò così. Quel giorno, prima della partita, i giocatori alzarono il pugno al cielo, per ricordarlo… riguardare il filmato di quella giornata mette i brividi.
Un consiglio di lettura per l’estate
Oggi vorrei proporvi una lettura straordinaria. Un libro che ha cambiato la vita a milioni di persone. Un libro che riporta al primo posto il vero oggetto della letteratura di sempre: le persone, appunto. Sto parlando dell’Elenco Telefonico di Roma del 2012.
Un po’ lunghetto, 1377 pagine con un font bastardo; ma vi assicuro sono pagine che scorrono velocissime. L’Elenco Telefonico di Roma del 2012 può leggerlo un bambino di 7 anni come un vecchietto. È trasversale. Può leggerlo l’intellettuale o l’operaio. C’è gente che in vita sua ha letto solo questo libro. I Promessi Sposi a scuola e l’Elenco Telefonico di Roma del 2012.
Discorsi sul metodo – 4: Jonathan Lethem
Continuano i Discorsi sul metodo con gli ospiti del premio Gregor Von Rezzori – e, in questo caso, anche della sede fiorentina della NYU. Le precedenti interviste possono essere lette qui, qui e qui).
* * *
Jonathan Lethem è nato a New York nel 1957. Il suo ultimo libro edito in Italia è I giardini dei dissidenti (Bompiani 2014)
Quante ore lavori al giorno e quante battute esigi da una sessione di scrittura?
Non conto più le ore né le battute, ma ho una regola semplice e inderogabile. La mia regola è: scrivi tutti i giorni. Se ogni giorno faccio qualcosa per il libro in lavorazione, che siano quarantacinque minuti o sei ore, che sia un paragrafo o due pagine, allora mi sento a posto con me stesso.
Quando eravamo prede
È uscito in libreria Quando eravamo prede, il nuovo romanzo di Carlo D’Amicis, pubblicato da minimum fax. Vi proponiamo la lettura del primo capitolo del romanzo e vi segnaliamo qui i prossimi appuntamenti con l’autore.
Dio vide ciò che aveva fatto, ed ecco era molto buono
In principio erano gli animali, e i cacciatori vivevano della loro morte.
Avvolti in pellicce un tempo appartenute alle prede, arrivavano all’alba con i fucili a tracolla e si salutavano con un colpo di mento, strofinandosi le mani. Tacere era la più diffusa tra le tecniche con cui miravano a imitare l’unica autorità che riconoscevano sopra le proprie teste: la natura e le sue leggi.
Platone nonostante Platone
Questo pezzo è uscito sulla rivista Il Caffè Illustrato.
di Giovanni Greco
Le lacrime degli eroi di Matteo Nucci (Einaudi 2013) è, all’apparenza, un libro molto diverso dai precedenti dello stesso autore. Ricordiamo almeno Sono comuni le cose degli amici (Ponte alle Grazie 2009, finalista Premio Strega 2010) e Il toro non sbaglia mai (Ponte alle Grazie 2011). Dico all’apparenza, perché in realtà un filo o forse più fili li tengono insieme e non si deve dimenticare che del 2009 è anche l’edizione einaudiana del Simposio di Platone che in maniera più evidente, anche se con un taglio completamente diverso, parrebbe l’antefatto de Le lacrime degli eroi.
La grandezza narrativa di Bernard Malamud
Questo pezzo è uscito sul Mucchio.
Verso la fine del romanzo di cui è protagonista, Yakov Bok riceve finalmente in cella un avvocato, Julius Ostrovsky. Dice Ostrovsky: “In un paese malato ogni passo verso la guarigione è un insulto per quelli che campano sulla malattia“.
Yakov Bok, ebreo tuttofare sui trent’anni, abbandonato dalla moglie, si è trasferito a Kiev in cerca di fortuna, ma a compiersi è solamente la sua sventura. Soccorre un ubriacone, che per ricompensarlo gli offre un lavoro. Sul cappotto dell’uomo è cucita un’aquila bicipite, il distintivo delle Centurie nere, potente organizzazione antisemita. Bok, oppresso dalla miseria e ansioso di riscatto sociale, fa finta di non vedere, e accetta l’offerta di supervisore in una fabbrica di mattoni. Qualche tempo dopo, a pochi passi dalla fabbrica, in una grotta, viene ritrovato il cadavere mutilato di un ragazzino. “Dalla finestrella della sua stanza sopra la scuderia della fabbrica di mattoni, quella mattina sul presto Yakov Bok vide diverse persone, nei loro cappotti lunghi, che correvano tutte nella stessa direzione. Vey is mir,povero me, pensò a disagio, è successo qualcosa di brutto“: è così che inizia L’uomo di Kiev, il romanzo di Bernard Malamud ispirato alla storia reale di Mendel Bellis, operaio ebreo, accusato, ingiustamente, nella Russia zarista agli sgoccioli (1911), di aver assassinato un ragazzo cristiano a scopi rituali. Vey is mir, la tetra campana che risuona nel romanzo.
Letteratura e calcio
Questo pezzo è uscito su Pagina 99.
di Francesca Serafini
“Raccogliere scritti sul calcio è un po’ come raccogliere conchiglie in riva al mare: ne trovi sempre, ogni mareggiata ne porta di nuove, e ciascuno se ne può sbalordire come fosse la prima volta”. Esordiva così Sandro Veronesi nella sua Prefazione a “Panta Calcio” (Bompiani, da qui in poi PaC), uscito alla vigilia dei Mondiali di Francia del 1998. A distanza di sedici anni, proprio quando ci prepariamo a barattare ore di sonno con le emozioni di un altro campionato a molti fusi orari da qui, la similitudine è tanto più valida perché ad arricchire il panorama di scritti calcistici di vario tipo che continuano a essere pubblicati su quotidiani, riviste o libri, ora ne circolano molti altri anche in rete, nei siti (come www.ultimouomo.com) o nei blog (come www.lacrimediborghetti.com) che sono sorti nel frattempo.
Discorsi sul metodo – 3: Emmanuel Carrère
Torna il Premio Gregor Von Rezzori, che ogni giugno porta a Firenze alcuni dei più bei nomi della letteratura mondiale, e con esso tornano i Discorsi sul metodo di Vanni Santoni. La serie di interviste di quest’anno comincia con Emmanuel Carrère, a cui seguiranno Jonathan Lethem, Georgi Gospinodov e Vendela Vida, e poi ancora Tom McCarthy, Dave Eggers, Maylis de Kerangal e Leopoldo Brizuela.
(Le precedenti interviste, a Cunningham, Keret, Winterson, Tóibín, Vásquez, Egan, McGrath e Greer, possono essere lette qui e qui).
* * *
Emmanuel Carrère è nato a Parigi nel 1957. Il suo ultimo libro edito in Italia è La settimana bianca (Adelphi 2014, apparso in Francia nel 1995).
Quante ore lavori al giorno e quante battute esigi da una sessione di scrittura?
Non ho quantità fisse di battute o parole, dato che sia il tempo che la produttività dipendono molto, anzi completamente, dalla fase dei lavori in cui mi trovo.
Quando sono all’inizio di un libro, è tutto molto difficile e poco produttivo, devo letteralmente forzarmi per scrivere o anche solo mettermi alla scrivania, e anche quando ci riesco vado lentissimo e non riesco neanche a fare sessioni lunghe, faccio massimo tre o quattro ore, e producendo pochissimo.
Il rap spiegato ai bianchi
Pubblichiamo la prefazione di Mark Costello alla nuova edizione di Il rap spiegato ai bianchi, scritto a quattro mani con David Foster Wallace. Traduzione di Martina Testa e Christian Raimo.
di Mark Costello
All’inizio del 1989 mi arrivò una telefonata da David Wallace, il mio migliore amico ed ex compagno di stanza all’università, che all’epoca abitava a casa dei suoi, nell’Illinois. Mi informava che in autunno avrebbe ripreso gli studi, alla facoltà di estetica di Harvard, cominciando la lunga e faticosa marcia verso il dottorato e quella che immaginava come una carriera da professore di filosofia in qualche campus verdeggiante e sonnolento. Dato che io mi trovavo già nella zona di Boston (sono nato da quelle parti), mi proponeva di andare a vivere di nuovo insieme.
Commenti recenti
Stato dell’arte e proposta teorica
Stato dell’arte e proposta teorica
Stato dell’arte e proposta teorica