Pasolini, Roma – seconda parte
Questo pezzo è uscito su Studio. Qui la prima parte.
E alla Magnani in Mamma Roma (1962), nella rassegna cinematografica che affianca la grande mostra a Palazzo delle Esposizioni, PPP le fa fare proprio tutto e non le risparmia niente, le facce e le faccette e la risata ampia e affabile e la mossa, la fa cantare e ballare, e piangere il figlio morto, ubriacare e svenire e urlare, e nella conversazione registrata qui in mostra si capisce che lei si incazza anche perché tutto il suo mestiere verrà fuori naturalmente “fasullo” rispetto alla recitazione spontanea e monosillabica e gutturale dei ragazzi di strada; e quando lui le dice «ridi, Anna!», mentre è a bordo della moto, lei non capisce più se deve essere spontanea come se fosse una vera risata o se deve ridere veramente, e sbrocca, e sembra di essere nel racconto La mia apparizione di David Foster Wallace quando c’è un’attrice che deve andare da David Letterman e le dicono tutti di cercare di sembrare il più sincera possibile.
Naturalmente la Magnani ha ragione perché poi tutto il suo overacting stride e rimane impresso rispetto ai ragazzetti ingessati e stilizzati che si muovono tipo immaginette; è lui stesso a dirlo: «scelgo il modo più rapido e semplice per rappresentare quello che ho scritto nella sceneggiatura». Niente piani sequenza ma «piccoli blocchi visivi giustapposti con ordine, quasi con rozzezza», e lei davanti a tutto questo Bauhaus attoriale e autoriale soccombe; ma PPP forse tenta soprattutto di ammazzarla, psicanaliticamente, questa mamma tanto innamorata del figlio inetto, che porta scientemente alla rovina al netto e come contrappunto della celebre e buonista Supplica a mia madre contenuta in Poesia in forma di rosa(1961-1964).
Grandissimo e inarrivabile Pier Paolo Pasolini! Magari avessimo oggi, in Italia, un gigante così!
Purtroppo oggi abbiamo solo gli Aldo Busi e i Massimiliano Parente….che tristezza!