La partita perfetta

È in edicola il nuovo numero di IL, il magazine del Sole 24 Ore. Pubblichiamo un estratto dell’articolo di Daniele Manusia.

All’inizio il calcio era un gioco in cui si correva disordinatamente in gruppo dietro a una palla, caricando a testa bassa il blocco di avversari. Non esistevano quasi i passaggi e l’unico gesto tecnico concepibile era il dribbling. Era uno sport violento in cui si esprimevano coraggio e virilità: Jonathan Wilson, nella storia tattica La piramide rovesciata, racconta che nel mettersi d’accordo sulle regole di base, in età vittoriana, nel Regno Unito si discuteva soprattutto se vietare i calci sugli stinchi.

Meno di duecento anni dopo, con un’accelerazione negli ultimi venti, il calcio si è evoluto fino a diventare uno sport complesso, forse addirittura intelligente. Da quando ogni azione viene scomposta in categorie misurabili possiamo renderci conto di quante cose in effetti succedano in campo. Secondo Stefano Faccendini, manager per l’Italia di Opta (una delle principali società che raccolgono e vendono dati sportivi), una partita di novanta minuti genera in media tra i 1.600 e i 2.000 eventi. Si riferiscono ai tocchi di palla, quindi dipende dalle squadre: «Con il Barcellona saranno senz’altro intorno ai 2.000». Ogni tocco finisce in più di una statistica.

StatsZone: La solitudine dei numeri nelle analisi calcistiche

Stamattina la rubrica sulle analisi calcistiche di Daniele Manusia esce dal campo di gioco e approda nel terreno delle App, presentandoci Stats Zone, un concentrato di statistiche riguardanti le partite di Champions League e della Premier League inglese creato dal sito Four Four Two.
Qui potete trovare il suo precedente pezzo dedicato ad André Villas-Boas, e ancora la prima e la seconda parte del lungo approfondimento su Zlatan Ibrahimović.