Sandro Lombardi. La parola e il sacro

(fonte immagine)

Sandro Lombardi non è soltanto uno degli attori più talentuosi e versatili della scena teatrale italiana. Soprattutto, è un interprete di rarissimo garbo e profonda cultura, come testimonia la cura e il rispetto con cui è in grado di affrontare autori diversissimi. Solo recentemente lo abbiamo ammirato, a Roma, ne Il Ritorno di Casanova di Schnitzler al Teatro India, e pochi giorni dopo in una commovente lettura del primo capitolo della À la recherche du temps perdu di Marcel Proust al Teatro di Villa Torlonia.

Tecniche di esposizione. L’attualità di Walter Benjamin

Se c’è un saggio novecentesco dalla attualità impressionante sul quale continuare a interrogarsi con urgenza è senza dubbio L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica di Walter Benjamin.

Un testo relativamente breve ma densissimo di riflessioni tuttora illuminanti, dalla vita editoriale complessa e frastagliata: ne esistono cinque versioni(dal settembre 1935 all’agosto 1936, poi corrette e integrate fino al 1939-40) delle quali quattro in tedesco e una in francese, l’unica pubblicata in vita dell’autore sulla rivista della Scuola di Francoforte, tradotta dal giovane Pierre Klossowski, ma rinnegata da Benjamin per i tagli operati sul testo, senza il suo consenso, da Max Horkheimer.

Eternal life. La riscoperta di William Blake

Desta senza alcun dubbio sorpresa, e anche una certa fierezza, notare come a guidare il rinato interesse internazionale per l’opera di William Blake ci siano artisti e intellettuali italiani.

Dopo l’evento Blake in Rome del 2016 (di cui abbiamo parlato qui), l’associazione Inner Peace in occasione dell’anniversario della scomparsa del poeta, ha organizzato il 28 Novembre scorso una giornata dedicata alla meditazione sull’opera del poeta che ha coinvolto più di 18.000 studenti in tutti i quartieri di Londra.

Suggestioni: il naufragio di Hirst e i suoi enigmi

Con questo pezzo chiudiamo la serie dedicata alla mostra veneziana di Damien Hirst. Qui la prima parte e qui la seconda.

di Daniele Capuano

Queste note richiedono una giustificazione. Anzitutto per il loro carattere frammentario e casuale, di amplificazione immaginativa piuttosto che di recensione/commento, dovuto all’oroscopo del loro concepimento: sono state scritte da uno che prima conosceva solo il nome di Damien Hirst, e che ha dissipato appena un lembo della propria ignoranza ai margini di una splendida cena tra amici. Invece del dessert, cortesemente rifiutato a seguito di un pasto abbondante e felice, Adriano Ercolani mi ha portato, con ampi gesti cerimoniali, l’impressionante catalogo della mostra veneziana, che lui stesso e Chiara Babuin hanno già commentato in modo squisito e penetrante.

Il naufragio nel tempo della sua irriproducibilità sacrale: introduzione alla mostra di Damien Hirst

La mostra Treasures from the Wreck of the Unbelievable di Damien Hirst rappresenta senza dubbio un evento straordinario nel mondo dell’Arte Contemporanea. Terminata l’esposizione, abbiamo chiesto a tre nostri collaboratori, Adriano Ercolani, Chiara Babuin e Daniele Capuano, di approfondire alcuni dei molteplici livelli di lettura di un progetto che, al di là dei giudizi, farà discutere ancora per anni. Buona Lettura!
“La mostra è come una storia del mondo in cento oggetti”.

L’esoterismo islamico. Conversazione con Alberto Ventura

di Adriano Ercolani e Daniele Capuano

Alberto Ventura è uno dei massimi orientalisti italiani, in particolare da decenni considerato un’autorità intellettuale negli studi sull’Islam.

Adelphi ha pubblicato da qualche mese un suo denso e dotto saggio, L’Esoterismo Islamico, il cui titolo “definitivo” non deve trarre in inganno, dacché il testo è tutt’altro che divulgativo.

Il libro offre al lettore un percorso di ricerca arduo quanto fascinoso, approfondendo con notevole perizia uno dei temi abissali della riflessione mistica: il profondo legame esistente tra la corrente ascetico-filosofica del Sufismo e l’Advaita Vedanta, la gloriosa tradizione dottrinale sorta all’interno della teologia induista che dichiara, schematizzando, la sostanziale unità indivisibile del Tutto.

Qabbalah e dintorni: la ricerca musicale di Gabriele Coen

Gabriele Coen, sassofonista, clarinettista, flautista, compositore e interprete, è tra le figure più versatili e interessanti della scena jazzistica italiana.

Benché abbia esplorato nella sua più che ventennale carriera diversi ambiti con diversi ensemble, il suo nome è legato principalmente alla sua feconda opera di contaminazione della musica klezmer col jazz, dagli esordi con i Klezroym, passando per le prestigiose collaborazioni con John Zorn fino all’attuale progetto Jewish Experience, in cui rielabora in chiave jazzistica brani anche della tradizione sefardita.

Tutto ricominciò con un’estate romana. L’arte di Milo Manara

Pubblichiamo un testo tratto dal catalogo della mostra MACROMANARA – tutto ricominciò con un’estate romana, visitabile fino al 9 Luglio presso La Pelanda al MACRO di Testaccio a Roma. La mostra è stata organizzata nell’ambito del Festival del Fumetto romano ARF!.

Si può parlare della grandezza di Manara prescindendo dalle sue più celebri pubblicazioni a carattere erotico?

È possibile sfuggire alla seduzione immediata delle sue figure femminili, al fascino provocante delle sue protagoniste, alla costruzione sapientemente intrigante delle sue tavole, per cogliere gli aspetti più profondi e sottili della maestria?

I quaderni giapponesi di Igort

Pubblichiamo un estratto dal testo introduttivo per la mostra su Igort che si è tenuta a Torino nei giorni scorsi, in occasione della ventunesima edizione di Cartoons on the Bay (fonte immagine).

Tra tutte le opere di Igort, per alcuni versi i Quaderni Giapponesi potrebbe essere definita quella dal fascino più peculiare e ipnotico.
Ciò che colpisce della narrazione non è soltanto il dono di racconti preziosi, aneddoti illuminanti, una serie di “incontri con uomini straordinari”, come direbbe Gurdjieff: incontri sia fisici, come con Tanaka e Miyazaki, che interiori, come con Mishima, Hokusai e Tanizaki.

Paolo Poli e “I promessi sposi”: un’intervista inedita

Un anno fa ci lasciava Paolo Poli. Per ricordarlo, pubblichiamo un’intervista finora inedita.

Paolo Poli: magistrale interprete teatrale di straordinaria eleganza, voce fieramente anticonformista nel panorama culturale nell’Italia bigotta e borghese del Dopoguerra. In occasione della pubblicazione dell’audiolibro de I Promessi Sposi, abbiamo avuto il piacere di conversare a lungo nell’Ottobre del 2015. Nell’intervista, Poli ci porge le sue considerazioni deliziosamente provocatorie con il consueto incanto della sua raffinatissima cattiveria.