La nuova geografia del traffico delle sigarette

Torna in libreria per Feltrinelli Le male vite – Storie di contrabbando e di multinazionali, l’inchiesta di Alessandro Leogrande sul traffico di sigarette nel basso Adriatico. Ringraziamo l’editore per questo estratto. Il contrabbando di sigarette nasce a Tangeri, negli anni cinquanta, quando la città era ancora un porto franco. Lungo i moli erano ormeggiate le […]

Cerco l’infinito dei corpi. Conversazione con Virgilio Sieni

di Giulia Ogliaoro

Comunità è la parola d’ordine per orientarsi nella poetica di Virgilio Sieni, danzatore e coreografo fiorentino, tre volte vincitore del Premio Ubu e già direttore della Biennale Danza. Classe 1958, una laurea in architettura e una curiosità tenace che spazia dall’arte visiva alla biologia, da più di trent’anni Sieni usa la danza per interrogarsi sul nostro essere nel mondo, per misurare, letteralmente, i rapporti e le distanze fra individui.

Che cosa significa avere un corpo, che cosa significa accostarsi e vivere in prossimità degli altri: sono queste le domande sottese agli spettacoli degli anni Novanta, incentrati sulla fiaba e sulla tragedia, ed esplorate via via con lavori sempre più aperti e partecipati.

La grammatica della corsa: intervista a Fausto Vitaliano

di Federico Vergari

La grammatica della corsa è il nuovo romanzo di Fausto Vitaliano – tra i più noti sceneggiatori di fumetti Disney, ma anche scrittore, traduttore e autore teatrale. Il libro è edito da Laurana e parte da un tema universale – la ricerca del padre – per arrivare ad affrontare numerosi altri temi di grande attualità. Abbiamo rivolto all’autore qualche domanda e lui ci ha risposto spaziando tra suggestioni visive di George Grosz e citazioni dell’indimenticato e sempre prezioso Alessandro Leogrande. Un momento per parlare del suo libro che però dice anche tanto altro. Su di noi, sul nostro Paese, su quello che siamo e che potremmo diventare.

Dalla costruzione dell’Italsider al disastro dell’Ilva: storia di Taranto

Ripubblichiamo questo pezzo di Alessandro Leogrande per ricordare, a un anno dalla sua scomparsa, un grande giornalista e scrittore italiano. Alessandro era anche un nostro collaboratore e amico, e ci manca molto. Questo pezzo è forse tra i più belli che ha scritto: apparso inizialmente su Pagina 99 nel gennaio 2016, lo avevamo postato qui su Minima&Moralia il 16 ottobre 2017.

Dalla parte di Baboucar

Un gruppo di ragazzi nel centro Italia, tra Perugia e Falconara Marittima, colti in due giorni, nell’attesa che il loro destino di richiedenti asilo venga sciolto dai cosiddetti organismi preposti. Baboucar, uno dei ragazzi, è alla testa della banda, come scrive all’inizio di ogni capitolo Giovanni Dozzini, l’autore di E Baboucar guidava la fila (minimum fax), un romanzo di azioni e movimenti, di pensieri e di libertà nella giovinezza, mentre il territorio intorno a loro oscilla tra curiosità, diffidenza, ostilità nei loro riguardi.

Nella narrazione quotidiana contemporanea, come sappiamo, la questione dei migranti occupa uno spazio consistente. E non occorre riportare qui un campione di titoli di giornale o di servizi televisivi per sostenere come in queste narrazioni venga messo in luce, a stragrande maggioranza, l’aspetto di minaccia che gli stessi migranti rappresenterebbero per Gli Italiani. Di tutto il resto – delle vite, ad esempio – sembra importare davvero poco.

Una strada dedicata a Leogrande, ma in Albania

Questo pezzo è uscito su “Repubblica”, che ringraziamo di Nicola Lagioia Ad Alessandro Leogrande sarà intitolata una strada. Non in Italia, ma in Albania. Leogrande, scomparso all’improvviso lo scorso novembre all’età di quarant’anni, è lo scrittore e intellettuale che il nostro paese forse non merita ma a cui dovrebbe dare ascolto, anche ora che non […]

Un governo per il cambiamento: il laboratorio Puglia. L’intervista di Alessandro Leogrande a Guglielmo Minervini

Dal 3 al 5 maggio 2018 si tiene a Taranto il festival Taranto due mari di libri. Oggi pomeriggio, alle 17 presso il Castello Aragonese, sarà presentato La Frontiera, progetto nato da un’idea di Alessandro Leogrande ed Elena Stancanelli. Ne approfittiamo per pubblicare un’intervista dello scrittore e giornalista tarantino a Guglielmo Minervini.

La frontiera: un tavolo “migrante” sulle migrazioni

Oggi pomeriggio presso WEGIL  (ore 18.30) ci sarà un incontro – ricordo di Alessandro Leogrande. Interverranno tra gli altri Nadia Terranova, Vittorio Giacopini, Emiliano Sbaraglia, Nicola Villa. Il pezzo che segue è uscito su “Robinson – Repubblica”, che ringraziamo.

di Nicola Lagioia

Nel giro di qualche giorno il presidente dell’ex paese più potente del mondo è riuscito a esprimersi come un perfetto membro del Ku Klux Klan, mentre il rappresentante di una delle forze politiche più rilevanti nel paese che inventò il fascismo ha espresso l’urgenza di difendere la “razza bianca” in campagna elettorale. «La difesa della razza» era il quindicinale che in Italia, dal 1938 al 1942, eccelleva nello sforzo demenziale di dare una giustificazione scientifica alla Shoah.

I teorici dello Stato islamico e Primo Levi

Quando diciamo che ci sono testi senza tempo, riflessioni valide per ogni stagione, pensiamo a Primo Levi e ai suoi libri. Questo articolo di Alessandro Leogrande, originariamente uscito su Lo straniero, rimetteva in circolo il messaggio di Levi a partire da un curioso cortocircuito: un saggio di Dabiq, la rivista dello Stato islamico, intitolato L’estinzione della zona grigia.

Per capire il fascino esercitato dai jihadisti dello Stato islamico su molti ragazzi che dal Nord Africa all’Europa al Medio Oriente ingrossano le sue file, è importante leggere i loro testi. Non solo vedere i loro filmati di propaganda, l’ostentazione delle morte e delle bandiere nere, i richiami alla guerra santa contro gli infedeli, ma leggere proprio i loro scritti, le loro riflessioni, la loro visione del mondo.

Alessandro Leogrande

Alessandro ha collaborato con minima&moralia sin dai primissimi esordi e ha continuato regolarmente a mandarci i suoi articoli e reportage. Questo pezzo, che non avremmo mai voluto scrivere, ospitare, leggere, è uscito su Repubblica, che ringraziamo.

di Nicola Lagioia

Ho conosciuto Alessandro Leogrande nella migliore scuola che io abbia mai frequentato, quella di Goffredo Fofi. Non avevamo trent’anni, venivamo entrambi dalla Puglia, eravamo da poco arrivati a Roma. Io in quella scuola ero appena uno studente, mentre Leogrande – pure più giovane di me – era già passato all’insegnamento. Aveva capito delle cose di cui molti di noi erano appena consci. Ad esempio il fatto che chi non capisce il sud, o non tenta di capirlo, non capisce niente non solo dell’Italia ma dell’Europa, e forse del mondo.