Il Grande Alibi e le simmetriche ipocrisie
Pubblichiamo un articolo di Sergio Bologna che anticipa i temi che si affronteranno durante l’Assemblea Nazionale dei Lavoratori Indipendenti sabato 5 maggio a Roma.
di Sergio Bologna
È finito il tempo in cui tutta la crisi del paese si poteva addossare alle responsabilità della Lega e del Cavaliere. È finito il Grande Alibi con il quale certi partiti e grandi organi di stampa hanno vissuto, o vegetato, coprendo le loro responsabilità storiche con le immagini marionettistiche o truci di Bossi e Berlusconi. Adesso stanno lì, mezzi nudi, e la loro pochezza è sempre più visibile. Cercano di fare un po’ lo stesso giochetto con il governo Monti, ci provano, ma è più difficile, lo hanno voluto loro, lo ha confezionato il Presidente. Come si può sconfessare una cultura, propria di quella generazione di ex comunisti, che ha sempre visto il nemico a sinistra e considerato alla stregua dell’eversione le espressioni di autonomia di pensiero che si fanno rappresentanza? La discussione, le modalità, gli esiti del confronto sul mercato del lavoro hanno portato in superficie il peggio della cultura politica italiana ed è a questa cultura, non altro, che va ricondotto lo stato miserevole in cui si trovano oggi milioni di persone tra i 20 e i 40 anni, se hanno la sfortuna di vivere del loro lavoro.
Il dolore non è un ciao
[Piccola premessa: ho scritto molte volte sulla produzione letteraria di Walter Veltroni, cercando di tenere ben distinto un giudizio sull’uomo politico. Penso che quest’esercizio di onestà intellettuale sia stato per molti versi una mia forma di colpevole tenerezza. Perché, per fortuna, da qualche mese, da più parti vedo emergere una presa di distanza molto critica e molto condivisa per quell’esperienza politica lì. In modi molto spesso elaborati, ma anche in modo molto spesso semplicemente schietti, il giudizio su Veltroni e il veltronismo comincia a essere storico e implacabile. Anche il mio. Ma provate per esempio a vedere i commenti sul sito della Rai dopo la sua intervista a Che tempo che fa? Nonostante questo, Walter Veltroni appunto continua a avere un credito giornalistico incommensurato al suo credito politico. Ieri ha detto quello che ha detto sull’Articolo 18. Posto oggi questo pezzo che avevo scritto per Alfabeta2, che raccoglie anche considerazioni che ho fatto altrove e la cui pubblicazione su minimaetmoralia avrei rimandato a altre occasioni. Ma ieri Veltroni stesso mi ha fornito un pretesto che non avrei voluto.]
Commenti recenti
Stato dell’arte e proposta teorica