L’importanza di capire Kafka e il Processo

Certo stupirà scoprire, per chi non è avvezzo alla storia editoriale di Kafka, che dopo la prima traduzione in italiano del 1933 del Processo, pubblicata nella collana “Biblioteca europea” dell’editore Frassinelli diretta da Franco Antonicelli, dovettero passare quarant’anni prima di vederne una seconda.

Un dato accessorio se si trattasse di un altro scrittore, ma importante se si parla di Kafka perché permette di comprendere le letture italiane dello scrittore praghese di critici e scrittori come Tommaso Landolfi o Italo Calvino, Elio Vittorini o Franco Fortini, Federico Fellini o Elio Petri. A tradurlo fu Alberto Spaini, giornalista e scrittore, che aveva già dato alle stampe negli anni precedenti traduzioni epocali, come quella delle Esperienze di Wilhelm Meister di Goethe, le Opere complete di Georg Buchner o l’Opera da tre soldi di Brecht.

Il work in progress di Lucia Calamaro e il destino dell’editoria teatrale

Di cosa parliamo quando parliamo di scrittura per il teatro? Negli ultimi decenni del secolo scorso una certa predominanza del teatro di regia, a cui ha fatto da contraltare una ricerca particolarmente “visionaria”, ha messo in un cono d’ombra la possibilità che ha il teatro di raccontare storie. Almeno in Italia e nell’Europa continentale. Negli U.S.A., invece – dove sono stato di recente per un progetto sulla traduzione di drammaturgie italiane intitolato “Italian Playwright Project” – il re è sempre stato l’autore e continua ad esserlo.

Accogliendo babele: intervista a Stefano Ercolino

di Leonardo Bevilacqua

Stefano Ercolino, classe 1985, è uno studioso italiano di letteratura comparata, dal 2014 docente presso l’Underwood International College, Yonsei University, a Seoul, in Corea del Sud. Nel corso degli studi presso l’Università dell’Aquila, ha avuto modo di frequentare atenei di prestigio internazionale: tra gli altri, Stanford e Berkeley, in California. Il suo percorso, di cui ha scritto anche Remo Ceserani, è esemplare non solo per la sua eccellente formazione accademica ma anche per la precocità e la fecondità dei suoi scritti critici e teorici. Nel 2014, infatti, Ercolino ha pubblicato due monografie: Il romanzo massimalista (Bompiani,poi tradotto in inglese per Bloomsbury) e The Novel-Essay (Palgrave Macmillan).

Claudio Morganti, Gianni Celati e la vita errabonda dell’attore Vecchiatto

Radio 3 dedica il mese di novembre al teatro: vi segnaliamo il programma completo e pubblichiamo una recensione di Graziano Graziani allo spettacolo La recita dell’attore Vecchiatto nel teatro di Rio Saliceto di Claudio Morganti e Elena Bucci. (L’immagine è di Ilaria Costanzo. Fonte.)

«La recita dell’attore Vecchiatto nel teatro di Rio Saliceto» messo in scena da Claudio Morganti e Elena Bucci è un piccolo capolavoro. “Piccolo” per la sua dimensione scenica – io ho avuto la fortuna di vederlo nella cripta del Magnolfi, a Prato, per il festival Contemporanea, con poche altre decine di persone sedute ai tavolini che sorseggiavano un vino offerto dalla compagnia – ma nella sostanza si tratta di uno dei più bei lavori degli ultimi anni, nonostante stiamo parlando di una lettura scenica. Come succede a diversi gioielli della scena contemporanea degli ultimi anni, complice un sistema teatrale ingessato e perennemente “a due velocità”, il lavoro di Bucci e Morganti non è stato visto da un grande numero di persone – cosa a cui ha posto parzialmente rimedio Radio 3, che ha scelto inaugurato il suo “mese del teatro”, che si svolge tradizionalmente a novembre, proprio con questo lavoro prezioso.