Citofonare Malaparte
di Michele Masneri pubblicato 2 Settembre 2015 · 6 Commenti
Questo pezzo è uscito sul Foglio. (Fonte immagine)
“Pronto, casa Malaparte”, dice una governante gentile, al telefono, e poi viene giù alla scogliera, per prendere i bagagli, appena si scende dal gommone, per approdare a una delle case più famose d’Italia, forse del mondo.
Vicino ai Faraglioni, a Capri, casa rossa a scalinata, con quella vela bianca sopra, iconica tipo sneaker Nike. Casa chiusa, perché abitata dai proprietari, gli eredi Malaparte che si chiamano giustamente Suckert, com’era il vero cognome dell’autore de “La pelle” e “Kaputt”. Figlio di un tintore di stoffe sàssone trapiantato a Prato, Kurt Suckert prese poi quel nome d’arte, mentre “Il nero Suckert si usa ancora oggi nei tessuti”, dice Niccolò Rositani-Suckert, pronipote, tutore delle memorie di casa, e non solo.
Categoria reportage · Tag Achille Castiglioni, Adalberto Libera, Aldo Morbelli, Alessia Rositani-Suckert, Billie Lee, Brigitte Bardot, Bruce Chatwin, Carlo Caracciolo, Cy Twombly, Filippo Tommaso Marinetti, Galeazzo Ciano, Jack Palance, Kurt Suckert, Larry Gagosian, Liliana Cavani, Maria Elena Boschi, Michele Masneri, mussolini, Niccolò Rositani-Suckert, Pericle Fazzini, Renzo Piano, Richard Rogers, Uberto Bonetti
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