Ricordando Alvaro Mutis

Il 22 settembre è morto lo scrittore e poeta colombiano Alvaro Mutis. Lo ricordiamo con un articolo di Andrea Bajani uscito sul Sole 24 Ore ringraziando l’autore e la testata. (Fonte immagine)

di Andrea Bajani

Gli ospedali li aveva passati in rassegna in maniera meticolosa, e dentro uno di questi Alvaro Mutis è andato a morire. A Città del Messico – una settimana fa – a 90 anni compiuti. Si intitolava Reseña de los Hospitales de Ultramar, quell’incursione ospedaliera, ed era composta di undici testi in prosa che Mutis aveva pubblicato nel 1955 sulla prestigiosa rivista colombiana Mito. Li avrebbe poi ripubblicati più tardi in volume, e li avrebbe intitolati Memoria de los Hospitales de Ultramar.  Degli ospedali, diceva, lo affascinavano i confini, lo stare stretti tra due fuori: tra la vita e la vita, se il ricovero avrebbe portato la cura, oppure tra la vita e la morte, se il tempo avesse chiuso la porta. L’ospedale è comunque un passaggio, diceva. Da lì si va verso la salute o verso la fine. È il terreno, gli piaceva dire, in cui la speranza resta sospesa, si alza dal tavolo e lascia le carte al destino. E per Mutis non c’era niente di più ricattatorio della speranza, che dava dipendenza, era la carota sbandierata di fronte al somaro per fargli apprezzare la vita.

La favola del Potere

Pubblichiamo una recensione di Fabio Stassi, uscita sul Messaggero, su La ballata del re di denari di Yuri Herrera (La Nuova Frontiera). (Immagine: Santiago Rusiñol.)

La ballata del re di denari (La Nuova Frontiera, 2011, p. 128, euro 15) è il primo libro di Yuri Herrera tradotto magistralmente in italiano da Pino Cacucci, e la prima parte di una trilogia già edita in altre lingue. Alla sua uscita, in Messico, e qualche anno dopo in Spagna, ha ricevuto due premi importanti e un immediato consenso di critica e di pubblico. Elena Poniatowska ha scritto che la sua prosa “sa di polvere da sparo” e che con questo romanzo Herrera “entra di diritto tra i grandi della letteratura messicana”.