Istruzioni per l’uso del lupo. Una lettera a Emanuele Trevi
di Salvatore Ditaranto Caro Emanuele, si può recensire un tramonto? Ogni volta che qualcuno su Instagram o Facebook pubblica la foto di un tramonto penso a questa tua domanda e alla lettera che ne è scaturita esattamente trenta anni fa. Era proprio così che iniziavi a scrivere a Marco Lodoli, in una intensa lettera poi […]
Ritratti in letteratura
Pubblichiamo, ringraziando gli autori e l’editore, un estratto da “Ritratti in letteratura”, uscita che inaugura l’attività della casa editrice Ampère Books. Il volume contiene tre conversazioni: Emanuele Trevi parla del suo romanzo “Due vite”, di letteratura, della scrittura e del metodo con Giuseppe Russo, Nicola Lagioia dialoga con Matteo Moca sul male e su come questo può essere raccontato dalla letteratura a partire dal suo romanzo “La città dei vivi” mentre Tiziano Cancelli e Andrea Zanni discutono di Roberto Calasso e della sua opera come scrittore ed editore con Elena Sbrojavacca, autrice di “Letteratura assoluta”.
Quattro letture
– William Somerset Maugham, Il mago (traduzione di Paola Faini, Adelphi edizioni) L’inglese William Somerset Maugham è stato un grandissimo scrittore, anche se spesso non gode della considerazione che meriterebbe. Questa condizione è probabile sia dettata dalla materia della sua abbondante produzione, molto spesso debitrice della sua esistenza o di altri grandi personaggi (è il […]
Un salto nell’abisso. Le lettere a Milena di Franz Kafka
Pubblichiamo un pezzo uscito sul Corriere della Sera, che ringraziamo.
di Emanuele Trevi
«Se vieni da me, salti nell’abisso», scrive Kafka a Milena il 13 giugno del 1920. Un avvertimento, un ironico invito ? Un tentativo (spesso reiterato) di sedurre respingendo ? Da qualche mese, tra la pensione Ottoburg di Merano, dove lo scrittore cerca di combattere il decorso della tubercolosi, e la casa viennese di Milena Jesenská scorre un fiume in piena di lettere, cartoline, telegrammi. Si erano conosciuti fugacemente in un caffè di Praga, la primavera precedente, quando Milena aveva iniziato a tradurre in ceco alcuni racconti di Kafka. Per lui, di madrelingua tedesca, si tratta della lingua di un «popolo», scarsamente frequentato e compreso. E senza dubbio, le traduzioni che Milena pubblica dei suoi scritti gli rivelano possibilità sorprendenti, inespresse. Come la prova che qualcuno, nel mondo, vede le stesse cose. Un fatto che per lui, che si sente l’uomo più solo del mondo, ha la natura del sovrannaturale. Soprattutto, Kafka ha la sensazione, di lancinante intensità, di aver trovato, lui che è «colpevole di tutto», una donna che lo capisce, e non lo accusa di nulla.
Cuori fanatici: Albinati e la sfida a Pasolini
Pubblichiamo un pezzo uscito sul Corriere della Sera, che ringraziamo. di Emanuele Trevi Amore e ragione è il sottotitolo di Cuori fanatici, il nuovo romanzo di Edoardo Albinati. Ovvero, Ragione e sentimento, come noi italiani siamo abituati a ricordare il capolavoro di Jane Austen, Sense and Sensibility nell’originale. L’ironico omaggio di Albinati alla grande maestra […]
Fantasmi e cartoon. Intervista a Emanuele Trevi
Si sta parlando molto, e a ragione, dell’ultimo libro di Emanuele Trevi, Sogni e favole. Tempo fa su minima&moralia abbiamo ripreso l’intervento di Gianluigi Simonetti apparso sul Sole 24 Ore, ma sarebbero da segnalare anche gli approfondimenti di Demetrio Paolin su Esquire e Paolo Gervasi su Doppiozero. Prima di passare alle mie domande a Emanuele Trevi, mi limito […]
“Sogni e favole” di Emanuele Trevi
Questo articolo è uscito su “Il Sole 24 Ore”, che ringraziamo. di Gianluigi Simonetti È proprio vero: per chi oggi ha venti o trent’anni è difficile immaginare quanto fosse sconnessa, alla fine del Novecento, l’esistenza umana. Sconnessa perché dis-connessa, letteralmente scollegata dal flusso delle informazioni digitali; ma anche perché disunita, o meglio unita solo in […]
Il fumetto in prima persona
Pubblichiamo, ringraziando editore e autore, la prefazione di Emanuele Trevi al volume Annalisa e il diavolo, raccolta di racconti a fumetti di Guido Buzzelli uscita per Coconino Press – Fandango.
di Emanuele Trevi
Non credo che esista in tutta la storia del fumetto d’autore un uso poetico e narrativo della propria identità paragonabile, considerate la ricchezza e l’efficacia delle soluzioni, a quello di Guido Buzzelli, artista capace di attraversare lo Specchio di Alice con la stessa facilità con cui noi esseri normali varchiamo le porte a vetri del supermercatoo della banca. Eccolo lì, piantato nel bel mezzo delle sue visioni, con la barba ben curata, i lineamenti affilati, il corpo agile e snello, la dimessa eleganza dei vestiti. Ricordo che, ai bei tempi delle riviste, la prima cosa che facevo quando mi imbattevo in una storia di Buzzelli, era proprio accertarmi della sua presenza.
Orientalismo. Arthur Rimbaud a Java e Luigi Ontani a Bali
Questo pezzo è uscito su Linus, che ringraziamo (fonte immagine)
La mia percezione di Bali è stata scossa dalla lettura di un libro notevole di qualche anno fa scritto da Lawrence Osborne e intitolato “Il turista nudo” (Adelphi). Lo scrittore inglese definisce l’isola una “Disneyland indù” e spiega come l’immagine di una “Bali magica”, perla di antico induismo giavanese sopravvissuta all’islamizzazione, sia un “artificio coloniale” nato nel corso del novecento per opera di artisti e antropologi: in prima linea Walter Spies, Margaret Mead e Gregory Bateson, ma anche Clifford Geertz e numerosi altri.
Al di là delle discoteche di Kuta, Bali è un luogo così pregno di sacralità e cultura fuori dal tempo, che per l’occidentale di passaggio è difficile credere che tutta quell’arte, ritualità, sensibilità estetica diffusa, siano solo il prodotto di una tradizione reinventata sulla scia dell’esotismo dei personaggi su citati.
La necessità della purezza: “Un bene al mondo” di Andrea Bajani
Questo pezzo è uscito su La Lettura del Corriere della Sera, che ringraziamo.
di Emanuele Trevi
«È da notare come toccando la fiaba uno scrittore dia infallibilmente il meglio della sua lingua». È il parere di Cristina Campo, forse ancora oggi il più autorevole in materia. Ma in cosa consiste, esattamente, questo «meglio»? Forse per prima cosa sarà necessario ricordare che la favola è certamente un genere letterario, ma affonda le sue radici in uno strato molto più oscuro e profondo dell’esperienza umana.
Siamo addirittura sul confine incerto che separa la necessità biologica dal prodotto culturale. Per un tempo inconcepibilmente lungo, la durata di una favola è stata una sfida alla notte e alla morte; l’espressione di una fondamentale esigenza di orientamento e di durata. Oggi riusciamo a malapena a concepire emozioni così intense.
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Stato dell’arte e proposta teorica