“I segnalati” di Giordano Tedoldi: un altro mondo possibile

Questo pezzo è uscito su la Repubblica. (Immagine: Relation in Time, Marina Abramovic.)

Da qualche tempo circola l’idea che si scrivano storie per indicare la differenza tra bene e male. Da questo abominevole proposito discendono i romanzi degli adolescenti malinconici, degli amori irredimibili, ma soprattutto del crimine, l’indagine, il commissario. Insomma tutta la letteratura cripto young adult che ci stiamo sorbendo in questi anni. Per questo motivo, saluterei con entusiasmo il romanzo di esordio di Giordano Tedoldi, I segnalati (Fazi).

Adulto, fallace, ambiguo. Non ci sono innocenti, nel romanzo di Tedoldi, ma neanche colpevoli. Piuttosto un diffuso senso di colpa, tanto invincibile quanto insensato, che si fa meccanismo narrativo. La storia si apre su una partitella di pallone tra ragazzini schiamazzanti, sotto il terrazzo di una sgarrupata casa del centro di Roma. Dove abita Fulvia. Un ragazzino, Ruggero, ha un incidente: inverosimile, abnorme. Lei, la ragazza con le all star rosse e moltissimi talenti inutili, se ne assume la responsabilità. Inizia così un percorso di espiazione immotivato e terribile, lungo il quale Fulvia viene accompagnata dal protagonista e voce narrante, amico e amante, del quale non sappiamo il nome.