Vivi da morire. Dialogo immaginario tra due capitani: Giacinto Facchetti e Giovanni Falcone

Oggi, 23 maggio, vogliamo ricordare Giovanni Falcone. E lo facciamo pubblicando un estratto da Vivi da morire di Piero Melati e Francesco Vitali, appena uscito in libreria per Bompiani. Il libro racconta storie di mafia e di coraggio, eroi conosciuti, come Falcone, Mauro Rostagno, Ninni Cassarà, e persone spesso dimenticate, come Gianmatteo Sole, e a dare la voce a tutti, in equilibrio tra favola e inchiesta, è il “cuntaru” per eccellenza, il cantastorie Colapesce. Ringraziamo l’editore e gli autori per la gentile concessione. 

Falcone e Facchetti, i due capitani

di Piero Melati e Francesco Vitale

Può uno stadio naufragare come se fosse un vascello nel cuore di una tempesta? Certe volte questi morti che abitano il castello fanno discorsi veramente strani. Pensano di aver visto una partita e invece si scopre che l’hanno anche sognata, trasfigurandone le circostanze. La fortuna di questo morto, secondo Colapesce, è che ha incontrato, come suo vicino di posto, uno che di ricostruzioni se ne intende. Ma, una volta separato il sogno dalla realtà, ammesso che davvero lo si possa fare, comincia un sorprendente dialogo tra due uomini importanti, seri, due uomini delle istituzioni. Il capitano della nazionale di calcio e il magistrato che insegnò a tutti come si indagava sulla mafia. Anche lui un capitano. E se i morti sognano…