Opacità, irresponsabilità, reticenza: le abilitazioni universitarie per la storia dell’arte come ennesimo tradimento dei chierici

Pubblichiamo un intervento inedito di Tomaso Montanari (che uscirà in libreria a fine marzo con Istruzioni per l’uso del futuro) sul caso sollevato dalle abilitazioni universitarie per la storia dell’arte.

Vista nel complesso, questa prima tornata di Abilitazione Scientifica Nazionale assomiglia molto ad un suicidio di massa. Lasciati a noi stessi, con il compito di autovalutarci senza vincoli comparativi, ma solo in scienza e coscienza, noi professori universitari abbiamo dimostrato una totale incapacità, impastata variabilmente a disonestà, faziosità, ignoranza. È il bilancio terrificante raccontato all’opinione pubblica dagli articoli del «Fatto» e di Gian Antonio Stella, cui si aggiunge la valanga di ricorsi individuali e collettivi che – per quanto spesso legittimi, e in alcuni casi sacrosanti – avrà l’effetto di commissariare de facto l’università, affidando ai TAR anche la selezione dei docenti e dei ricercatori. Si fossero assegnate le cattedre attraverso una lotteria non sarebbe potuta andare peggio di così.