Di Alzheimer non si parla (soprattutto in Italia)

Quando ero ragazzino andava di moda dire: spastico, mongoloide, un modo a sfregio per non usare più semplicemente la parola idiota. Erano gli anni in cui nelle scuole entrava il termine handicappati, non più bollati come figli infelici. Oggi nelle conversazioni, nelle chat, persino negli sms, se non si riesce a ricordare qualcosa, o si è saltato un appuntamento, o si è perduto un oggetto, scatta subito la battuta: «Scusa, ho l’Alzheimer». C’è pure un thread aperto sul forum di Spinoza.it, ultrapremiato blog satirico, dove la gente si spreme per trovare guizzi di genialità intorno alla perdita di memoria.

Intervista a Rocco Siffredi

Questa intervista è uscita su il Venerdì di Repubblica.

di Teresa Ciabatti

Foto di famiglia: matrimonio, nascita dei figli, battesimo. Spiaggia, montagna, piscina. Tutti insieme, sorridenti sulle pareti del salone e della grande cucina con tavolo sempre imbandito, i ragazzi ormai adolescenti vanno e vengono e sono affamati. No, non siamo a casa di Giulio Scarpati di Un medico in famiglia,ma a Budapest, nella casa di Rocco Siffredi dove l’attore vive con Rosa, la moglie, e i due figli, Lorenzo 18 anni, e Leonardo 14.

Di ritorno da Milano dove ha girato lo spot della Durex per i mondiali di calcio dal titolo Sacrificio (“Ricordate l’orgasmo collettivo del 2006? – dice nello spot – voglio riprovarlo! Non farò più sesso fino a quel momento”), per i prossimi mesi, Rocco si dedicherà esclusivamente al Rocco’s world café, già a Budapest, di prossima apertura a Milano però con menù rivisto: il Rocco hot dog, un hot dog di 23 centimetri con polpette ai lati e spruzzatina di senape sopra.