Le nuove prospettive della Qabbalah. Conversazione con Moshe Idel
Moshe Idel è tra le massime autorità mondiali sul tema, affascinante e insidioso, della Qabbalah (la tradizione di ricerca mistico-esoterica dell’ebraismo rabbinico).
Succeduto al grande Gershom Scholem nella cattedra di Mistica Ebraica all’Università di Gerusalemme, Idel deve la sua fama internazionale al libro Qabbalah- nuove prospettive (Adelphi). Un saggio fondamentale, pubblicato nel 1988, in cui lo storico rumeno, naturalizzato israeliano, capovolse l’approccio tradizionale alla storia cabbalistica, destando grande clamore e furiose reazioni da parti dei fedeli discepoli di Scholem.
Eppure, Idel ha sempre rifiutato l’accusa di aver tradito il fondatore degli studi moderni sulla tradizione cabbalistica. Illuminante la sua risposta a Gad Lerner in un’intervista su Repubblica del 2010: “Quando mi ricevette la prima volta io ero un giovane laureando e lui già un professore emerito.
Parlare di racconti. Arriva Cattedrale
Da oggi è online Cattedrale, un progetto dedicato interamente al racconto. Nasce come osservatorio che intende monitorare, promuovere e sostenere il racconto nella sua forma letteraria. Pubblichiamo un intervento di Rossella Milone, coordinatrice del progetto e vi invitiamo a visitarlo su www.cattedrale.eu (nella foto, Raymond Carver. Fonte immagine)
Parlare di racconti
di Rossella Milone
Durante l’ultima edizione del festival Pordenonelegge, è stato organizzato il consueto appuntamento con la Mappa dei sentimenti: degli incontri specifici con alcuni scrittori che raccontano, a modo loro, i sentimenti più comuni della nostra umanità – dalla gelosia all’amore, dall’inquietudine alla speranza, dall’odio alla felicità. A differenza degli altri anni, però, in questa edizione l’organizzazione ha pensato di affidare ciascuna di queste parole a una forma di narrazione precisa, cioè al racconto, perché in effetti è questo che fa la letteratura meglio di qualsiasi altra cosa: parlare di noi e di quello che ci lega agli altri.
Gli scrittori invitati hanno quindi scritto i racconti. Il pubblico li ha ascoltati nell’arco di due giorni, disseminati in vari posti della città, in varie ore. Un po’ come quando i racconti erano ancora orali e ancora compivano quella strana stregoneria di spostarti dal tuo solito posto e portarti altrove per finta, attraverso l’affabulazione.
Venezia, storia di un suicidio
Pubblichiamo un intervento di Tomaso Montanari apparso sul Fatto quotidiano. Vi segnaliamo che oggi Montanari è a Napoli, ospite di La Repubblica delle Idee per un incontro con Gustavo Zagrebelsky dal titolo Cultura vuol dire esercizio della democrazia. (Fonte immagine)
Massimo Cacciari – tra i cui non molti meriti di sindaco di Venezia c’è quello di essersi sempre opposto al Mose – ha detto che le radici della corruzione vanno cercate nell’urgenza. Vero, ma il Mose sarebbe criminogeno anche se i suoi lavori andassero lentissimi. Perché è un progetto sbagliato in sé: frutto di quella vocazione al suicidio da cui Venezia non sembra capace di liberarsi.
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