Perché il bar San Calisto è una scuola e in quanto tale non dovrebbe chiudere mai
Venerdì scorso alle sette di sera sono sceso a Trastevere e ho passato un’ora a Piazza San Cosimato festeggiando il Bar San Calisto. Di una festa di strada, una festa improvvisata, si trattava. Non per il mezzo secolo del bar (che compirà esattamente fra un anno) ma per la bellezza e l’assoluta straordinarietà di un luogo che non è un semplice bar e che venerdì è stato chiuso su ordine del Questore per le seguenti motivazioni: malfrequentato (da “pregiudicati”) e causa di schiamazzi notturni (in particolare per via di una festa organizzata in piazza nella notte del 3 giugno da ragazzi che secondo le forze dell’ordine frequentano il bar). Il Decreto Regio del 18 giugno 1931, n. 773 è dietro all’articolo 100 del testo unico per la pubblica sicurezza (Tulps) che autorizza il questore a «sospendere la licenza di un esercizio» nel caso in cui sia «abituale ritrovo di persone pregiudicate» e «un pericolo per l’ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume».
La forma del nostro futuro
di Marco Mantello “Solo come un leggero mantello che si potrebbe sempre deporre, la preoccupazione per i beni esteriori doveva avvolgere le spalle dei suo santi, secondo l’opinione del Baxter. Ma il destino ha voluto che il mantello si trasformasse in una gabbia di durissimo acciaio. Nessuno sa chi, in futuro, abiterà in quella gabbia, […]
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