di minima&moralia pubblicato 20 gennaio 2016 · 1 Commento
Ieri sera è mancato Ettore Scola, uno dei grandi maestri del cinema italiano e mondiale. Per ricordarlo riproponiamo un’intervista di Malcom Pagani e Fabrizio Corallo uscita sul Fatto Quotidiano, che ringraziamo. (Fonte immagine)
di Malcom Pagani e Fabrizio Corallo
Del tessuto giovanile rammenta le striature: “Lo sceneggiatore deve essere un po’ sarto e un po’ puttana. Se vuole che il vestito venga bene deve tener conto di chi lo indosserà, regalargli delle gioie, farlo sentire amato”. Del mestiere di regista che lo ha candidato all’Oscar 4 volte e reso venerato maestro (“ma non mi ci sento, in fondo Arbasino e Berselli li avevo letti poco”) ricorda il timbro dei suoi eroi minori: “Anche se nei progetti che scrivevamo non pulsava mai il pregiudizio, non si può negare che i protagonisti dei nostri film non fossero spesso degli stronzi” e il sollievo di abbandonarlo a tempo debito: “Il regista è uno schiavo. Fa un lavoro lungo, noioso, ripetivo e scandito da orari canini. Si sveglia all’alba e quando è buio, trotta ancora per preparare il giorno successivo. Appena potevo fuggire, fuggivo. Con l’età, la pigrizia ha superato qualunque altra considerazione. Quando mi chiedono perché non giro più rispondo seccamente: ‘Mi sono preso un decennio sabbatico’”.
Categoria cinema, interviste · Tag Arbasino, Aristofane, Berlusconi, Berselli, Bizet, Comencini, Craxi, De Sica, Dickens, Donald Sutherland, Ettore Scola, Fabrizio Corallo, Fellini, Feydeau, Friedrich Dürrenmatt, Gassman, Germi, Gramsci, Lizzani, Luchetti, Lucio Magri, Malcom Pagani, Manfredi, Manzoni, Mastroianni, Maximilian Schell, Monicelli, Pietrangeli, Renzi, Risi, Sean Penn, Sergio Amidei, Socrate, Sordi, Sorrentino, Steno, Tognazzi, Toni Servillo, Tornatore, Totò, Trintignant, Turi Ferro, verdi, Verga, Visconti, Wagner
Questa intervista è uscita su Internazionale. (Nella foto: una scena del film Amore tossico)
Ho cominciato ad amare Claudio Caligari quando non avevo nemmeno diciott’anni. Come molti post-adolescenti romani, avevo trovato in Amore tossico un film di culto da citare con gli amici. “Frena i freni”, “dammi il pezzo”. Romanzo criminale vent’anni prima di Romanzo criminale. Dal 1984, anno dell’uscita e del successo clamoroso di Amore tossico, Caligari ha realizzato solo un altro film, L’odore della notte nel 1998. Anni rapaci, che qualcuno su internet dà come girato, si è in realtà fermato in fase di pre-produzione nel 2002.
In questi mesi, anzi in questi giorni, sta cercando di cominciare a girarne un altro. Valerio Mastandrea ha lanciato un appello a Martin Scorsese per raccogliere attenzione e soldi intorno a questo progetto. Scorsese non si è dato molto da fare, in compenso qualche produttore si è sentito in dovere di ricordarsi di uno dei più importanti registi italiani. Mentre arrivo a via dell’Acqua Bullicante, dove mi ha dato appuntamento, passo davanti al cinema Impero, chiuso da più di trent’anni. E faccio mentalmente una foto che mi terrò in testa per tutto il tempo.
Categoria cinema, interviste · Tag Antonello Venditti, Bernardo Bertolucci, Christian Raimo, Claudio Caligari, Corinne Clery, Daniele Vicari, Emanuel Bevilacqua, Francesco Leonetti, Franco Giuseppucci, Giorgiana Masi, Giorgio Tirabassi, Giuseppe Bertolucci, Guido Blumir, Hanna Schygulla, Harvey Keitel, Helmut Berger, Jean-Pierre Melville, Keith Jarrett, Marco Ferreri, Marco Giallini, Marco Modugno, Martin Scorsese, Massimo Pirri, Matteo Garrone, Michela Mioni, Monicelli, Nanni Moretti, Nico D'Alessandria, Pasolini, Pasquale Squitieri, Riccardo Tozzi, Roberto Stani, Rudi Dutschke, Sandro Petraglia, Serge Toubiana, Sergio Nuti, Silvano Agosti, Sorrentino, Spike Lee, Stefano Rulli, Stefano Sollima, Tarantino, Tonino Delli Colli, Valerio Mastandrea
di Giordano Meacci pubblicato 17 luglio 2013 · 2 Commenti

Oggi se ne è andato lo scrittore Vincenzo Cerami. Lo ricordiamo pubblicando il dialogo con Giordano Meacci tratto da Improvviso il Novecento. Pasolini professore.
Verso la fine degli anni Ottanta, in libreria, l’epigrafe di un romanzo mi colpì tanto da farmi invaghire della storia che non avevo ancora letto. Erano gli anni delle infatuazioni narrative, i libri erano un’eterna ricerca di risposte. Solo più tardi avrei capito che quello che nei libri si deve scovare sono le domande; allora c’ero solo io, i miei sedici anni, una libreria, un particolare dell’Incubo di Louis Yanmot, un’epigrafe: «Leone o Drago che sia, / il fatto poco importa. / La Storia è testimonianza morta. / E vale quanto una fantasia». Nel romanzo, poi, trovai una storia d’amore, le vette dell’«Appennino più scemo d’Italia», l’età di trapasso tra la lebbra e la sifilide. Che era poi l’idea dell’eterno sovrapporsi delle malattie alle cure degli uomini, in quegli anni di AIDS conclamato, il male assoluto, per noi.
Categoria estratti, libri · Tag Antonio Albanese, Bertolucci, Brecht, Caproni, Chaplin, Charles Dickens, Dante, De Sica, Dostoevskij, Edgar Lee Masters, Esiodo, Fabrizio De André, Foucault, Garcia Lorca, Giancarlo Cappellari, Giordano Meacci, Italo Calvino, José Saramago, Louis Yanmot, Luigi Ciappi, Machado, Magritte, Mario Gallo, Maurizio Arcari, Monicelli, Neruda, Nicola Piovani, Ninetto Davoli, Ovidio, Penna, Petrolini, Pier Paolo Pasolini, Piero Gelli, Plauto, Puccini, Rossini, Sandro Gennari, Sergio Citti, Stevenson, Totò, verdi, Vincenzo Cerami
di minima&moralia pubblicato 5 luglio 2013 · 10 Commenti
Pubblichiamo un testo di Andrea Cortellessa e una sua recensione a Resistere non serve a niente uscita su doppiozero il 2 luglio 2012.
Vincere non serve a niente?
di Andrea Cortellessa
«Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte, o se non vengo per niente?» L’alternativa, fino a qualche tempo fa, non mi si poneva proprio. E invece – mi pare di non sbagliare: per una qualche ragione sottilmente sadomasochistica, proprio a partire dall’edizione successiva all’uscita di Senza scrittori – l’invito alla serata finale dello Strega mi arriva puntuale ogni anno. Ma solo stavolta sono restato incerto fino all’ultimo. Quest’anno poi, con mia grande sorpresa, il sempre gentile Stefano Petrocchi mi aveva anche invitato a far parte degli Amici della Domenica. Già allora, all’inizio dell’anno, i rumors davano per candidati alla vittoria due scrittori “veri”, Aldo Busi e Walter Siti. Non era elegante esplicitarlo, ma doveva significare qualcosa la coincidenza fra questa circostanza e l’offerta che mi veniva fatta. Già, ma cosa esattamente? Del resto anche Tiziano Scarpa, vincitore dell’edizione sbertucciata da Senza scrittori, era uno “scrittore vero”; e così due anni dopo Emanuele Trevi, perdente per un soffio. E cosa vuol dire la formula, poi ripetuta in tutte le salse, “stavolta ci sono gli scrittori veri”? Cos’è uno scrittore “non vero”? Di cosa parliamo esattamente, insomma, quando parliamo di Premio Strega? Domande senza risposta.
Categoria approfondimenti, libri · Tag Aldo Busi, Amy Winehouse, Andrea Cortellessa, Antonina Nocera, Antonio Franchini, Concita De Gregorio, Daniele Giglioli, Dostoevskij, Edward M. Forster, Emanuele Trevi, Fabio Fazio, Freud, George Steiner, Gilbert Bécaud, Giovanna Bizzarri, Guzzanti, Italo Svevo, James G. Ballard, Janko Tipsarević, Lidia Ravera, Marco Belpoliti, Marzullo, Monicelli, Montale, Nabokov, Philip Roth, Premio Strega, Ranieri Polese, Redmond Barry, Renata Colorni, Roberto Saviano, Stefano Petrocchi, Tiziano Scarpa, Walter Siti, William Thackeray
Commenti recenti