Gli orfani bianchi

Questo pezzo è uscito sul Venerdì. (Fonte immagine)

Li chiamano “orfani bianchi”. Bianchi come la neve in inverno o come il candore dei loro anni. Secondo un recente rapporto dell’Unicef, in Moldavia sarebbero 100 mila: un esercito cui le autorità locali e le istituzioni europee hanno voltato le spalle. Gli “orfani bianchi” sono tutti i minori con uno o entrambi i genitori all’estero, emigrati in cerca di un lavoro migliore. Nel piccolo paese stretto tra Romania e Ucraina, 100 mila teenagers vivono senza almeno uno dei genitori (quasi sempre la madre), 17 mila sono affidati ai nonni o ad altri congiunti. Almeno 500 (ma il numero potrebbe essere molto maggiore) vivono praticamente da soli. Su una popolazione di appena 3 milioni e 600 mila abitanti tali numeri descrivono una profonda lacerazione del tessuto sociale.

Questi bambini e questi adolescenti sono esposti a fortissime tensioni psicologiche. L’assenza dei padri e soprattutto delle madri su larga scala (un’intera generazione di emigrati; solo in Italia i moldavi sono oltre 120mila) produce un gap difficilmente recuperabile. Poco alla volta, la depressione inizia a corrodere gli “orfani bianchi”.