Il cinema e l’Italia: intervista esclusiva a Paolo Virzì
di Iacopo Barison pubblicato 30 maggio 2014 · 5 Commenti
Paolo Virzì, anche se non lo ammetterà mai, è stato l’unico regista in grado di defibrillare la nostra commedia, un genere che stava morendo e a cui lui ha saputo ridare vita. I suoi film sono colti e popolari al contempo, esattamente come la sua indole. Hanno una doppia lettura, parlano sia al cinefilo che allo spettatore occasionale. Per uno come me, cresciuto nella stasi della provincia, è impossibile che non scatti la mimesi, l’identificazione nei suoi personaggi e nel suo immaginario registico.
Ieri, ho avuto modo di chiacchierare con lui. La conversazione è stata lunga. Abbiamo toccato diversi argomenti, partendo appunto dal suo ultimo film.
Io: Il Capitale Umano è un film corale sulla solitudine. Tutti i personaggi, per un motivo o per l’altro, aspirano a una condizione diversa, cercano altro rispetto a ciò che hanno già. Sei d’accordo?
Paolo Virzì: Ma io come faccio a dire che non sei libero di manifestare questa tua suggestiva visione? (Ride). Sai, i film, quando vengono completati e visti dalle persone, prendono una propria vita. Adesso tu lo descrivi così, e io non me la sento di contraddirti.
Categoria cinema, interviste · Tag Adriano Celentano, Alice Rohrwacher, Archibugi, Bellocchio, Benigni, Beppe Grillo, Berlusconi, Bertolucci, Brizzi, Cechov, Christian De Sica, Daniele Luchetti, DeLillo, Di Caprio, Dickens, Dino Risi, Elio Petri, Fellini, Giorgio Caproni, Iacopo Barison, John Cheever, Luigi Lo Cascio, Massimo Troisi, Mastroianni, Matteo Garrone, Neri Parenti, Padre Pio, Paolo Sorrentino, Paolo Virzì, Scorsese, Sordi, Stephen Amidon, Valeria Bruni Tedeschi
“Fare gli stronzi in amore è facilissimo”
di Laura Eduati pubblicato 24 ottobre 2012 · 7 Commenti
Ventotto anni di posta del cuore. Tormenti, rovelli, interrogativi ai quali Barbara Alberti risponde in punta di fioretto, come un’amazzone dell’amore, convinta che troppo spesso ci accontentiamo di passioni tristi, usando il tradimento come pallido «succedaneo», senza nemmeno sapere come gestire una storia di solo sesso. Uomini e donne senza coraggio che invece avrebbero come unico obbligo quello di sedere uno di fronte all’altro e raccontarsi i propri fantasmi e le proprie aspirazioni. Un dato è certo: non ci riusciamo quasi mai. Irragionevolmente scegliamo «l’onanismo anche spirituale», relazioni annoiate, e soprattutto andiamo nella direzione opposta rispetto alla liberazione femminile. Così Alberti, donna elettrica, si accende di rabbia come una professoressa ormai stanca di correggere lo stesso refuso. E tuttavia, al contrario di una professoressa, ironicamente ammette: «Più rispondo alle lettere e meno capisco».
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