Bourne to be alive

Questo pezzo è uscito sull’ultimo numero di Film Tv (attualmente in edicola), che ringraziamo.

di Mauro Gervasini

Lo dice già sui titoli di testa: «Ricordo. Ricordo tutto». Ricollegandosi di fatto a sviluppo ed epilogo di The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo (2007), dopo il quale c’è stato un episodio semi-apocrifo, The BourneLegacy (2012), senza il protagonista Jason Bourne e il suo interprete Matt Damon.

Operazione curiosa ma fallimentare che ha visto l’uscita di scena dell’originale “showrunner” della saga, Tony Gilroy, co-sceneggiatore dei primi quattro episodi della serie, assente dalla produzione di Jason Bourne, in sala dal 1° settembre. Resta un solo uomo al comando: Paul Greengrass, regista, produttore e sceneggiatore. Diamo però a Cesare: l’intuizione di trasformare Bourne da smemorato sicario reduce dal Vietnam, come nei romanzi originali di Robert Ludlum (consigliamo almeno il primo, Un nome senza volto, Rizzoli, 1981), in mina vagante in cerca di identità in un mondo ipertecnologizzato alienato e alienante, è appunto di Gilroy e del regista e produttore del primo episodio, The Bourne Identity, Doug Liman.