Da Stoner a Augusto, la vita anonima di un genio letterario perduto e ritrovato

Questo pezzo è uscito sul Venerdì di Repubblica.

Esattamente quarant’anni fa, quando fu premiato con il National Book Award per Augustus, John Williams reagì con misurata soddisfazione. I colleghi più stretti, che pure ne conoscevano bene l’understatement, raccontano di essere rimasti stupiti. Dopo tre romanzi di scarsissimo successo commerciale, benché fosse idolatrato dagli studenti di scrittura creativa e ammirato da scrittori raffinati, Williams non sembrava tradire alcun tipo di emozione: sosteneva che non avrebbe fatto alcuna differenza se il libro avrebbe raggiunto mille o centomila lettori. Chi ammirava in lui la capacità di rendere cristalline anche le storie più oscure pensò fosse il vezzo della superstizione. Augustus meritava il premio. L’ascesa al potere di Ottaviano, nonostante in moltissimi già si fossero cimentati con la celebre storia, veniva ripercorsa con il piglio del grande narratore. Mescolati con accortezza, documenti, epistolari e racconti erano a volte ispirati direttamente da Cicerone o Tito Livio, a volte invece totalmente inventati, come alcuni personaggi chiave. “Se in questo lavoro sono presenti delle verità, sono le verità della narrativa più che della Storia”. Il libro scorreva come un fiume limpido che porta con sé i detriti delle innumerevoli regioni percorse.

Il cinema di Michael Mann

Si è conclusa ieri l’edizione numero sessantanove della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Quest’anno il ruolo di presidente di giuria è stato affidato a Michael Mann. Pubblichiamo un estratto da «L’occhio del regista. 25 lezioni di maestri del cinema contemporaneo», a cura di Laurent Tirard. Traduzione di Paola Biggio.

Michael Mann
Chicago (Illinois), 1943

Ci è voluto molto tempo a Michael Mann perché il suo valore di cineasta venisse riconosciuto. Fino all’inizio degli anni Novanta, si guardava a lui principalmente come a un regista di serie b, con una notevole capacità di creare delle atmosfere. E anche se può apparire strano che alla fine sia stato notato con un film come L’ultimo dei mohicani, probabilmente è stato perché quell’imponente progetto romanzesco gli ha permesso di provare il suo eccezionale talento di narratore. Talento che ha confermato in seguito con Heat – La sfida e Insider – Dietro la verità, incontestabilmente due dei film più straordinari degli ultimi vent’anni.