Le letture di James Franco, adesso

Questo articolo è uscito su Icon, che ringraziamo (fonte immagine).

Questa conversazione con James Franco inizia da uno scambio di messaggi. Sono da Strand Bookstore, a New York, una mattina d’ottobre. Ho appena letto il bel memoir di Grace Jones, I’ll Never Write My Memoirs, e i due magnifici libri di Ta-Nehisi Coates, The Beautiful Struggle e Between the World and Me (quest’ultimo uscirà in Italia per le edizioni Codice). Tra i tavoli affollati della libreria cerco un libro che stia al passo, che sia altrettanto bello. Scrivo un messaggio a James Franco per chiedergli cosa leggere.Questo articolo è uscito su Icon, che ringraziamo (fonte immagine).

Questa conversazione con James Franco inizia da uno scambio di messaggi. Sono da Strand Bookstore, a New York, una mattina d’ottobre. Ho appena letto il bel memoir di Grace Jones, I’ll Never Write My Memoirs, e i due magnifici libri di Ta-Nehisi Coates, The Beautiful Struggle e Between the World and Me (quest’ultimo uscirà in Italia per le edizioni Codice). Tra i tavoli affollati della libreria cerco un libro che stia al passo, che sia altrettanto bello. Scrivo un messaggio a James Franco per chiedergli cosa leggere.

La letteratura e gli acchiappafantasmi

Pubblichiamo il testo dell’intervento che Giordano Meacci ha tenuto al II Forum degli scrittori italiani e cinesi. (Immagine: Liu Bolin) Quando mi hanno invitato a partecipare a quest’incontro, una volta accolta la vastità del tema – Lo spazio e il tempo della letteratura nella società contemporanea – e messo a parte istintivamente della scarsità, comunque, del […]

Gli dei di New York. Alcol, solitudine, pietà. Ritratti dell’ultima capitale

Questo articolo è uscito su La Lettura del Corriere della Sera, che ringraziamo (fonte immagine).

Su una nave che lambisce New York, per un attimo, Scott Fitzgerald sente che può essere salvato. Sono le prime luci della sera, l’autore di Belli e Dannati è a prua e dalla terra ferma ascolta echeggiare il fragore che precede la festa. Fitzgerald torna a Manhattan dopo tre anni di assenza e un pugno di libri di successo, non ha nessuna intenzione di darsi pace per la donna che ama. Sa già di essersi venduto l’anima alla bottiglia. Cammina sul ponte, tutto solo, e ammira lo scintillio newyorchese mentre la banda della nave suona un marcetta volgare rispetto al rumore bianco di Manhattan.

La grazia e la disperazione di Pier Paolo Pasolini

Questo pezzo è uscito sulla Gazzetta del Mezzogiorno, che ringraziamo insieme all’autore.

di Vito Amoruso

«Lavoro tutto il giorno come un monaco/ e la notte in giro, come un gattaccio/ in cerca d’amore. Farò proposta/ alla Curia d’esser fatto santo./ Rispondo infatti alla mistificazione/ con la mitezza. Guardo con l’occhio /d’una immagine gli addetti al linciaggio. /Osservo me stesso massacrato col sereno/ coraggio di uno scienziato. Sembro/ provare odio, e invece scrivo/ dei versi pieni di puntuale amore».

Sono versi, datati 21 luglio 1962, tratti da Poesia in forma di rosa (1964), uno dei più sperimentali libri di poesie che Pasolini abbia scritto.

Tu non conosci il sud: la rassegna

Torna a Matera, il 28 e il 29 novembre 2015, il progetto culturale itinerante Tu non conosci il Sud, prodotto dall’associazione Veluvre – Visioni Culturali. Il tragitto di Tu non conosci il Sud è partito da Bari un anno fa con una serie di incontri e spettacoli (Rocco Papaleo, Sergio Rubini, Roberto Cotroneo, Gianluca Arcopinto, Erica Mou) e con la mostra del fotografo Ferdinando Scianna “Il Sud e le donne”. Pubblichiamo di seguito il testo introduttivo alla manifestazione scritto da Oscar Iarussi, direttore artistico della rassegna.

Senza esilio non c’è patria. È la lontananza a definire l’appartenenza, come sa il lettore di Foscolo e di Mazzini, ma anche di Brodskij e di Sepúlveda. Il sogno dell’Unione europea sboccia nel confino a Ventotene degli antifascisti Rossi e Spinelli. E l’idea stessa di un possibile riscatto meridionale si focalizza nel domicilio coatto di Levi in Lucania.

Le belle bandiere e la sinistra senza trattino

Pubblichiamo un intervento di Ilda Curti, assessore della città di Torino dal 2006, collaboratrice della rivista Gli Stati Generali e membro della Direzione nazionale del Partito democratico. È ricercatrice associata dell’Università di Aix-en-Provence (Nella foto, migranti a Torino: fonte immagine).

di Ilda Curti

Sono una donna di sinistra. Qualsiasi cosa voglia dire oggi, mi riconosco nelle bandiere, nelle parole, nelle scelte di campo. Nelle canzoni, nei simboli, nella storia. Nell’essere partigiana.

Sono una potenziale elettrice e una potenziale militante di tutto quello che sta a sinistra del PD attuale. Tuttavia mi interrogo – e interrogo – sul perché appartengo alla minoranza di sinistra dentro il PD e provo un senso di stanchezza appena lambisco le belle bandiere sventolate da quella sinistra al di fuori – che pure sono le mie – e per le occasioni sprecate che stanno dietro a quelle belle bandiere.

Come stanno i giornalisti oggi in Italia? Una conversazione con Adele Cambria

Il 5 novembre scorso è scomparsa Adele Cambria, giornalista e scrittrice protagonista della vita culturale italiana: storiche le sue collaborazioni con L’Europeo, Il Giorno, Paese Sera, Lotta Continua, in seguito La Stampa e L’Unità. Recitò per Pier Paolo Pasolini nei film Accattone, Comizi d’amore e Teorema. Come scrittrice ha pubblicato, tra gli altri, il libro Nove dimissioni e mezzo (Donzelli). Per ricordarla pubblichiamo un’intervista inedita di Luciana Cimino, che ringraziamo. Il colloquio risale a tre anni fa (fonte immagine).

di Luciana Cimino

Avevo preparato una grande quantità di domande, perché tante erano quelle che volevo farle da quando ho letto per la prima volta il suo libro, Nove dimissioni e mezzo, che penso sia un testo fondamentale. Ma volevo iniziare però dalla Calabria…

In questo periodo sto collaborando con il quotidiano di Aldo Varano, Zoom Sud, su cui ho scritto un pezzo che ha suscitato un dibattito molto ampio. Ho raccontato l’amore e la scoperta della sessualità a Reggio Calabria negli anni ’50… pensi che all’epoca ero fidanzata con un giocatore di pallanuoto, un bel ragazzo, che studiava ingegneria, con il quale andavo sulla spiaggia quando fuggivo dall’ora di storia dell’arte e un giorno gli prestai Tenera è la notte di Scott Frizgerald, mi ha guardato come se lo avessi insultato e dopo mi scrisse un biglietto in cui mi rispose: “Ti amo tanto, ma non puoi pensare che io legga altri libri all’infuori dei testi dell’università”.

Il “porcile” di Pier Paolo Pasolini: intervista a Valerio Binasco

Da oggi Porcile di Pier Paolo Pasolini è in scena al teatro Metastasio di Prato, per la regia di Valerio Binasco. Pubblichiamo di seguito un’intervista a Binasco, comparsa nel programma dello spettacolo presentato in anteprima al festival dei 2 mondi di Spoleto (fonte immagine).

In un racconto intitolato «Calvino contro Pasolini», Christian Raimo immagina un destino alternativo dei due grandi scrittori del secondo Novecento italiano, in cui il primo è un autore “scomparso” che dopo il successo del primo libro si è rifugiato a Cuba scomparendo dai riflettori, mentre il secondo è diventato il boss un po’ mafioso della letteratura italiana. Proprio lui, PPP, autore contro per definizione. Si tratta ovviamente di un’operazione ironica e un po’ irriverente, che serve a prendere le distanze non tanto dal vero Pasolini, quanto dal momento a lui eretto dalla cultura italiana.

L’infanzia di PPP. Intervista di Dacia Maraini

Per chiudere questa giornata dedicata a Pier Paolo Pasolini pubblichiamo un’intervista allo scrittore realizzata da Dacia Maraini per Vogue Italia, uscita nel maggio 1971. Il pezzo è contenuto nel volume dei Meridiani Saggi sulla politica e sulla società, curato da Silvia De Laude e Walter Siti, ed è ospitato sul sito del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia.

di Dacia Maraini

Sei nato a Bologna, vero? In che anno?

Nel 1922.

Calvino e Pasolini, opposti maestri dello sguardo da fuori

Questo pezzo è uscito sul Foglio.

di Alfonso Berardinelli

Calvino? Un perfetto scrittore minore. Pasolini? Un grande scrittore mancato. Sui più influenti e discussi autori della seconda metà del Novecento, la cui ombra si allunga fino a oggi in un interminabile tramonto, non si finisce più di riflettere. Ammirarli e denigrarli possono e devono essere due facce di un’unica passione.

Calvino è pieno di limiti: la sua strategia è stata un astuto e prudente autolimitarsi. Pasolini è pieno di difetti: tutti i suoi libri
sono sfrenati e impazienti, tanto ambiziosi quanto improvvisati. Calvino è sempre presente a se stesso. È un abile artigiano anche quando ha poco da dire. La sua inventiva fantastica è fatta di piccole scoperte che mascherano grandi fughe. Aguzza l’ingegno per non dire quello che pensa. Il suo io si contrae per non esporsi alle discussioni.