La vocazione del turcimanno

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Turcimanno, chi era costui? La parola suona un po’ esotica e remota, e in parte lo è, ma non è difficile averla già sentita. È sufficiente aver letto un libro su Caravaggio o aver visitato una sua mostra per esservi inciampato almeno una volta. Tutte le biografie del Merisi la riportano e le assegnano un ruolo centrale nella sua parabola artistica. Infatti, grazie all’opera di un turcimanno, la sua vita a Roma da spiantato “senza recapito e senza provedimento” cambiò radicalmente, e nel giro di poco tempo diventò il gigante che tutti ammiriamo. Fu l’amico Prospero Orsi, detto Prosperino delle Grottesche, l’artefice del suo successo, il turcimanno provvidenziale, senza il quale Caravaggio sarebbe rimasto un anonimo garzone di bottega che lavorava a cottimo “tre teste al dì”.