Scrittore, a tua madre tornerai

Pubblichiamo la versione integrale di un articolo di Andrea Cirolla apparso su Pagina 99.

Sarà vero che sempre alla madre torna, la scrittrice, lo scrittore, come al ricordo più antico? Che non ne parli o che ne celebri il culto a ogni pagina, davvero non può fare a meno di sceglierla? Ma poi, perché parlare proprio di scrittori e di scrittrici? Perché non domandarsi della madre del broker finanziario, ad esempio, o del lavavetri sui grattacieli, o del disoccupato?

Servirà resistere al giudizio che vede banalità nel riferimento, e superare il dubbio di una corrispondenza scontata, perché se è evidente che scrivere non basta a rendere speciale il proprio rapporto con la madre, sarà pure necessario ammettere che solo uno scrittore potrà dire qualcosa della sua relazione dicendo al tempo stesso qualcosa anche della relazione degli altri; se non altro per una questione di mestiere. In altre parole: attraverso la “lente” dello scrittore ci si aspetta di vedere qualcosa di più; o al limite di vedere le stesse cose, ma più chiaramente. E allora, e al di là di tutto, e anche fuori dai libri, chi sono queste madri, qual è il loro volto?

L’americana a Roma. Le lettere di Carol Gaiser

Questo pezzo è uscito sul Venerdì di Repubblica. (Fonte immagine.)

“La prima volta che sono andata in Italia è stato nell’estate dei primi anni Sessanta. Venivo direttamente dall’America degli anni Cinquanta dove il sesso era ancora un tabù. E ricordo che rimasi inorridita nel vedere questi ragazzi italiani convinti che noi americane fossimo ragazze facili. La verità era che le italiane erano molto più facili di noi”. Parlare con Carol Gaiser è come viaggiare nello spazio e nel tempo. Poetessa e reporter americana, ha un’eleganza nel raccontare luoghi e persone che rimanda alla grande letteratura.