Mirandola – Dov’era com’era
Pubblichiamo il discorso che Tomaso Montanari ha pronunciato domenica scorsa a Mirandola. Domani alle 15 Tomaso Montanari sarà al Salone del Libro di Torino per partecipare all’incontro Per una nuova stagione dei beni culturali con Dario Franceschini e Salvatore Settis.
Dopo l’8 settembre del 1943 Augusto Campana non riuscì a rientrare a Roma, dove lavorava come scriptor della Biblioteca Apostolica Vaticana. Così, egli rimase nella sua Romagna fino alla Liberazione. Ma non si chiuse a studiare tra altri libri. Quasi ogni pomeriggio egli percorse in bicicletta i 18 chilometri che separano Sant’Arcangelo da Rimini: per sapere cosa fosse successo alle amatissime pietre di Rimini, minacciate, scomposte, distrutte dalle bombe. Egli tenne un diario, oggi edito appunto con il titolo Pietre di Rimini, che andrebbe fatto leggere ad ogni studente di Lettere del primo anno.
Un invito nella Emilia Romagna terremotata
Ad un anno dallo straordinario 5 maggio 2013 all’Aquila, domenica prossima la comunità del patrimonio culturale tornerà a riunirsi: questa a volta a Mirandola, nel cratere del terremoto che due anni fa sconvolse l’Emilia.
Perché proprio lì? Perché è urgente ripetere proprio lì il messaggio che scaturì dalla giornata aquilana: e cioè che il vero valore in gioco non è il restauro di alcuni oggetti, ma la sopravvivenza del rapporto tra la comunità e i suoi monumenti. Gli storici dell’arte non studiano solo delle ‘cose’, ma il rapporto tra l’uomo e queste cose, nel tempo.
In Italia non sarà forse mai possibile evitare che i terremoti uccidano e distruggano i monumenti: ma invece possiamo far sì che essi non cancellino il legame vitale tra una comunità e il suo territorio: fatto di paesaggio e patrimonio artistico.
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