Ricordando Arthur Danto
di Giuliano Battiston pubblicato 29 Ottobre 2013 · 3 Commenti
Il 25 ottobre è morto il critico d’arte Arthur Danto. Lo ricordiamo con un’intervista di Giuliano Battiston uscita nel 2007 sul manifesto. (Fonte immagine)
New York, 1917. Un uomo passeggia per la 5th Avenue, entra in un negozio di sanitari e compra un orinatoio, che candida poi anonimamente, a firma “R. Mutt 1917”, alla prima esposizione che la Society of Indipendent Artists organizza al Grand Central Palace di New York. L’opera, Fountain, non viene accettata, e si scopre che l’autore anonimo è uno dei fondatori della società, Marcel Duchamp. Perché la commissione giudicatrice non ha accettato la scultura, ritenendola un semplice orinatoio? E perché, oggi, invece di un orinatoio noi “riconosciamo” Fountain? Più in generale, se osserviamo due oggetti che hanno le stesse proprietà materiali e che dunque appaiono indiscernibili dal punto di vista percettivo, cosa ci permette di stabilire che uno è un oggetto ordinario mentre l’altro è un’opera d’arte? Perché, ad esempio, la scatola di spugnette abrasive esposta nel 1964 alla Stable Gallery di New York da Andy Warhol con il titolo Brillo Box è considerata un’opera d’arte mentre il suo corrispettivo negli scaffali dei supermercati – Brillo Box – è destinato soltanto alle cucine degli americani?
Categoria arte, filosofia, interviste · Tag Alessandro Lancieri, Andy Warhol, Arthur Coleman Danto, Cindy Sherman, Damien Hirst, George Brecht, Giuliano Battiston, Hans Belting, Hegel, Jean Paul Sartre, John Cage, Marcel Duchamp, Marco Senealdi, Mark Tansey, Matthew Barney, Nietzsche, Robert Mapplethorpe, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, Saul Steinberg, Sean Scully, Stefano Velotti, Tiziana Andina
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