L’evasione al potere

Questo pezzo è uscito su Pagina 99.

Le Pussy Riot erano all’asilo, quando Dubravka Ugresic, insieme ad altre due colleghe, Slavenka Drakulic e Rada Ivekovic, fu costretta a lasciare la Croazia per la sua opposizione al nazionalismo. Era il 1993. «Prostitute, nemiche pubbliche, streghe» fu il gentile commento con cui il governo croato chiamò queste tre temibili donne. Dubravka Ugresic oggi vive tra l’Olanda e gli Stati Uniti, è una scrittrice di successo tradotta di 20 lingue, idolatrata in America dove è appena uscito il suo ultimo saggio “Europe in Sepia” (Open Letter Books), una raccolta di saggi politici che in cui l’autrice passa delle contestazioni di Zuccotti Park fino ai riots di South London. Da noi invece è meno conosciuta ma da poco è uscito il sorprendente “Cultura Karaoke” (Nottetempo, 408 pagine, euro 19,50, traduzione di Olja Perišić Arsić e Silvia Minetti), una raccolta di saggi che è stato finalista al National Book Critics Circle Award per la critica.

Xanthe (Walter)

Pubblichiamo un intervento di Alessandro Gazoia (jumpinshark) sulle fan fiction e il web e vi segnaliamo qui le prossime presentazioni di Come finisce il libro.

Il nome d’arte e di rete è Xanthe. Anzi firma Xanthe Walter i romanzi professionali, venduti sul mercato, solo Xanthe i romanzi e i racconti di fan fiction diffusi gratuitamente via internet. Della sua «vita vera» conosco quello che scrive nel suo blog e sui social network: è una donna inglese, abita a Londra, ha due gatti (Jemima e Harley), vorrebbe lasciare il lavoro a tempo pieno per dedicarsi completamente alla scrittura. Potrà farlo solo se i romanzi originali guadagneranno molto: il primo, Ricochet, lo ha autopubblicato nel 2012, in digitale e su carta, ed è disponibile per l’acquisto in tutto il mondo grazie ai servizi di Amazon e altri negozi online. Ha venduto probabilmente qualche migliaio di copie e quasi tutti i suoi lettori – in buona parte lettrici – lo hanno comprato in ebook. Anche perché costa solo 4,67 euro, quasi dieci in meno del cartaceo. In un’intervista sul suo passaggio dalla scrittura amatoriale al professionismo col self-publishing (per alcuni questa espressione è del tutto insensata: scrittore vero è precisamente chi non si pubblica da sé, chi ha superato il filtro editoriale) Xanthe ammette che non è stato un buon investimento sostenere le varie spese per l’edizione su carta. Anche il secondo romanzo commerciale –  inizialmente previsto per il tardo 2013, ancora in fase di scrittura e cresciuto ben oltre le previsioni – sarà autopubblicato, immagino solo in ebook. Coi soldi risparmiati Xanthe potrebbe pagare un esperto per quell’opera di editing che su Ricochet è stata compiuta dagli amici della fan fiction. Non vuole approfittare e soprattutto, per questo lavoro editoriale così delicato e importante, vale la pena spendere.

Lo scaffale ideale

Questo pezzo è uscito sul Venerdì di Repubblica. (Immagine: lo “scaffale ideale” di Jennifer Egan.)

Cosa pensate di trovare nello scaffale dei libri più amati da Patti Smith? E in quello di James Franco? Di Jennifer Egan? Miranda July? Jonathan Lethem? David Sedaris? Sfogliate My Ideal Bookshelf (Little, Brown and Company, $ 24,99) e ogni risposta vi verrà data. Raccolti online nel sito idealbookshelf.com e poi pubblicati in un meraviglioso volume cartonato di 226 pagine, ecco gli “scaffali ideali” di più di un centinaio di varie celebrità. Sono prevalentemente scrittori (in buona compagnia dei sopra citati ci sono Rick Moody, Michael Chabon, Vendela Vida, Junot Díaz, Stephenie Meyer, George Saunders, Daniel Alarcón e Chuck Klosterman), ma anche musicisti (Kim Gordon, Thurston Moore, Rosanne Cash e Stephen Merritt), registi (Judd Apatow, Mira Nair), illustratori (Maira Kalman, Christoph Niemann), giornalisti (il critico musicale Alex Ross e il direttore della Paris Review Lorin Stein), skater (Tony Hawk), ballerini (Adrian Danchig-Waring e Pontus Lidberg), cuochi (Hugh Acheson, Dan Barber, Gabrielle Hamilton) e curatori di musei (Paola Antonelli di design per il MoMA). Queste alcune delle celebrità contenute nel volume, ognuna disegnata in forma di scaffale con sopra i rispettivi libri preferiti.

Dalla parte di Alice ­– il corpo e l’immaginario cinematografico

“Che cosa ci avviene quando assistiamo a un film e dimentichiamo di essere seduti nell’oscurità? Che cos’è l’immaginario cinematografico oggi? Quale attrazione esercita su di noi? (E: “noi” chi?). Inauguriamo oggi una nuova rubrica: tutti i giovedì Paolo Pecere esaminerà alcuni film esemplari in cui il cinema sembra affrontare dal suo interno queste domande, collegati dal tema della fantasia di un altro mondo e un’altra vita. Una passeggiata “dalla parte di Alice”, che passa per film più e meno recenti, da Avatar a 2001. Odissea nello spazio, da L’enigma di Kaspar Hauser di Herzog a Inland Empire di Lynch.

I. Crepuscolo dei vampiri, o come rifarsi una vita con il mostro

“Sebbene mitigata dalla suggestione della realtà, l’esperienza filmica somiglia allo stato onirico e alla fuga nella fantasia, la quale non può essere controllata nemmeno quando ci sembra di produrla attivamente”.
(H. Belting, Antropologia delle immagini, 2002).

La “saga” cinematografica di Twilight (2008-2013) tratta dai libri di Stephenie Meyer (che ha approvato la sceneggiature e prodotto di persona l’ultimo episodio), costituisce un tentativo di combinare una storia d’amore e guerra tra bande per adolescenti con il tema del vampiro. I film hanno avuto un enorme successo commerciale, ma l’adattamento cinematografico non è piaciuto a molti critici, americani e anche italiani: