Stati Uniti immaginari (ma non troppo): “Vanilla Ice Dream” di Roger Salloch

di Teresa Capello

Blow up, il momento il cui un obiettivo mette a fuoco un dettaglio, avvicinandolo allo sguardo, come a volte si fa, sbattendo le palpebre. Al racconto “Las babas del diablo”, Michelangelo Antonioni si ispirò, nel 1966, per realizzare il film Blow up; Cortázar vi raccontavala vicenda di Roberto Michel – traduttore e fotografo, che indagava su un dettaglio, presente in una fotografia. Qualcosa di affine, in un contesto molto diverso, si ritrova nel romanzo Vanilla Ice Dream di Roger Salloch, edito nella collana tamizdat, di Miraggi, 2020.

Zeromood

di Teresa Capello

Il 4 ottobre 2019 è uscito Zero il Folle, il nuovo lavoro di Renato Fiacchini, Zero in arte, inediti pubblicati con quattro copertine diverse l’una dall’altra per il look dell’artista – colore dell’abito, forma e colore del copricapo. Si tratta di un’opera realizzata a Londra con la produzione e gli arrangiamenti di Trevor Horn (che ha lavorato con Paul Mc Cartney, Rod Stewart e Robbie Williams) nella quale è evidente l’intenzione di rinnovamento – una costante programmatica nell’evoluzione artistica di Zero – ma soprattutto da cui sembra affiorare un’altra intenzione, quella di rileggere un’intera carriera, cosa che – bene o male – stanno facendo, in modi diversi, alcuni grandi autori italiani, come Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Claudio Baglioni, Edoardo Bennato e molti altri… tutti Big che vissero nei tardi anni Settanta l’apice della loro popolarità ed hanno saputo tenere viva, in un modo o nell’altro, la fiamma della loro Musa personale, proprio mentre si avviano a compiere, anno più anno meno, i settant’anni circa in pieno live: la tournée di Renato Zero segna il sold out in molte date, prima dell’uscita dell’opera.

Il bed-in di John e Yoko, cinquant’anni dopo

di Teresa Capello

Il 20 marzo del 1969 John Lennon e Yoko Ono si sposarono, a Gibilterra. La loro privacy durò ben tre minuti, dopo i quali annunciarono alla stampa di voler trascorrere la loro luna di miele insieme ad una platea mondiale. E lo fecero, dando vita concretamente ad una performance davvero unica, straordinaria. Si chiusero per sette giorni, dal 25 al 31 marzo, nella stanza 902 dell’International Hilton Hotel di Amsterdam, convocando una conferenza stampa globale che facesse da cassa di risonanza per quello che definirono il loro “Bed-in for Peace”: per 12 ore al giorno, dalle nove del mattino alle nove di sera, sarebbero rimasti a letto, a chiacchierare con i cronisti e con gli ospiti, ripresi dalle telecamere e fotografati continuamente.