Morte nell’arena
di Matteo Nucci pubblicato 18 luglio 2016 · 31 Commenti
Questo pezzo è uscito su Repubblica, che ringraziamo.
La corrida è una forma di tragedia in cui si celebra, senza simbolismi, la morte del toro, a prezzo della possibile morte del torero. Fra le innumerevoli definizioni della moderna forma di tauromachia (al Settecento si deve risalire per individuare le prime manifestazioni di corrida a piedi in Spagna), la formula hemingwayana metterebbe d’accordo un po’ tutti.
Non esiste corrida senza morte. Il cosiddetto “momento della verità”, ossia il culmine dei tre atti da cui è composto il rito tauromachico, è quello in cui l’uomo deve somministrare la morte all’animale, ovvero quello in cui più che mai rischia egli stesso di essere colpito dalle corna del toro selvaggio ormai sapiente e pronto solo a uccidere.
Ma è facile dimenticare la morte. Facilissimo poi rimuoverla, in un’epoca in cui non si può più invecchiare e non si deve più morire. Un’epoca in cui poiché resta impossibile sfuggire alla fine, la morte viene nascosta, oscurata, velata.
Categoria mondo, società · Tag Federico García Lorca, Matteo Nucci, Rubén Amon, Victor Barrio
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