La vicenda dello stadio della Roma, terza parte. La doppia mandrakata.
Qui la prima parte e qui la seconda parte.
di Giacomo Giubilini
E ora che la vicenda si è conclusa del tutto il 21 luglio 2021, possiamo concludere anche noi la ricognizione sulla storia dello Stadio della Roma.
È rimasta una domanda a cui rispondere: al netto degli infiniti tentativi di speculazione,ladrocinio, corruzione e rimandi burocratici, perché lo stadio non si è fatto?
La ragione è semplice e tragicomica.
Chi voleva farlo non aveva i terreni su cui farlo.
Luca Parnasi, figlio di Parnasi, esordisce nella sua carriera speculativa bene, con un accordo di compensazione a dir poco vantaggioso con il sindaco Veltroni: al comune viene restituita l’area del Pratone del prima ospitava i cantieri della metro B1. E in cambio la società ottiene la zona di Eur Castellaccio, con un’edificabilità complessiva di ben 780 milioni di metri cubi.
780 milioni di metri cubi di cemento da colare.
Ma nonostante gli ettari di edificabilità concessa da Veltroni, nonostante un palazzo inagibile rifilato alla Provincia senza che esista più la Provincia, i tempi sono cambiati, il mercato immobiliare non tira più e l’esposizione bancaria del figlio è leggermente eccessiva.
700 milioni di euro con UniCredit. Che comincia a chiedere di rientrare.
Che fare?
Lo stadio della Roma. Ma qualcosa va storto.
“Ci ho messo 26 milioni e mi rode il culo e così rischiamo che Pallotta va via – dice intercettato – noi dobbiamo dire a Comune e Regione cosa devono fare…, cercando di comprimere il più possibile i tempi“.
Farlo e farlo in fretta perché la banca chiede il rientro.
“Dobbiamo dire noi come si fanno le cose non farcele dire da Lanzalone… persone che non hanno mai fatto una convenzione a Roma o Civita che fa il politico sulla pelle nostra“.
Ma cosa vuole vendere Parnasi a Pallotta? Come sempre terra, elemento decisivo di un’economia a leva. Comprare a poco e poi rendere edificabile tutto.
L’oggetto del contendere è proprio il terreno di Tor di valle. Sede dell’ippodromo in rovina dove fu girato Febbre da cavallo.
La storia del luogo è tormentata fin dall’inizio: all’inaugurazione nel 1960 viene sommerso da un’esondazione. Il luogo non è esattamente sicuro. Il Tevere in piena fece sì che mezza dirittura d’arrivo della pista fosse sommersa dall’acqua.
Ma Parnasi lo ha comprato? No. O meglio, solo in parte.
Deve dare dei soldi che non ha per un terreno che non ha comprato interamente ad una società, la Sais, in cui il proprietario recrimina le rate pur non essendo nemmeno più lui il proprietario.
La storia di Totò che vende la fontana di Trevi.
Ma anche una doppia mandrakata. Due imprenditori cercano di contendersi, per sopravvivere ai debiti, un terreno o che non hanno più o che non hanno mai avuto del tutto.
La Sais è in mano ad un curatore fallimentare. L’ex proprietario, protagonista anche lui di truffe spericolate, recrimina però le rate e l’insolvenza di Eurnova di Parnasi. Ma chi c’è dietro la Sais?
C’è Gaetano Papalia. Cominciamo subito dalle condanne, il 5 febbraio 2021 : tre anni di carcere per bancarotta fraudolenta con l’accusa di bancarotta patrimoniale di due milioni e mezzo di euro della società, in origine proprietaria dei terreni acquistati dall’Eurnova di Luca Parnasi per la costruzione del nuovo stadio della Roma.
Ma li ha acquistati veramente? No.
Dichiara Papalia:
“Noi vogliamo semplicemente che si onori il contratto che abbiamo con Eurnova. Punto e basta. Soltanto che questo contratto non è onorato da otto anni. La nostra società (Sais, ndr) è fallita proprio perché Parnasi non ha pagato la caparra integrativa che doveva onorare”.
Ma quindi Parnasi è andato a trattare per anni la costruzione dello Stadio vendendo lo scalpo che non ha e cioè il possesso di un terreno che ancora non è suo?
Sembra la truffa di Mandrake alla macelleria Rinaldi da parte del fantomatico Conte de Simone. “Il resto di centomila lire. 94 precise. ”
Sais ha anche in garanzia delle quote di Eurnova in caso di mancato pagamento. E così un fallito, Sais, vende un bene a un fallito che dà in garanzia se stesso e al tempo stesso vende una cosa che non ha mai comprato ad un altro cercando di costruirci sopra una speculazione edilizia.
Il resto delle centomila. Ma mancano appunto le centomila.
Sembra incredibile che questa vicenda ingarbugliatissima che ha un intreccio mefistofelico di speculatori, inquisiti, carcerati, interessi miliardari, sponsor, piani regolatori cambiati, assessori che si dimettono, abbia in origine di tutto una falla così: manca il proprietario del terreno perché non ha i soldi con cui comprarlo e chi glielo dovrebbe vendere non ce l’ha più perché non ha i soldi per mantenerlo.
Delibere, piani regolatori cambiati, torri che appaiono e scompaiono, opere infrastrutturali per 270 milioni di euro, opere standard per 124 milioni di euro, un intero parco fluviale da fare al costo di 44 milioni di euro, il primo progetto megalomane dato ad archistar come Dan Meis, Daniel Libeskind e Andreas Kipar, la successiva eliminazione delle Torri, il Business Park ridotto del 60% e la fine della mangiatoia speculativa assai ridotta.
Su cosa? Su un terreno che è in mano ad un curatore fallimentare.
Tra i mille rimandi due esempi raccontano bene la mentalità burocratica, il linguaggio da mattinale di polizia e l’arte dell’arzigogolo procedurale e legale tra enti e poteri di questa città e del paese.
Esempi chiarissimi di come sia impossibile fare e spendere.
Due ostacoli comici che però, in questo caso e per una volta, hanno contribuito a rallentare ulteriormente l’ennesimo assalto mangereccio. Che poi, come vedremo, si incaglierà del tutto.
Eccole:
-La “controindicazione vegetazionale” (?) valutata dalla soprintendenza. Secondo la soprintendenza le nuove piantagioni previste dal progetto “possono avere un’incidenza negativa in un’area sede di nidificazione e riproduzione di specie di uccelli, rettili e anfibi. Si esprime motivato dissenso alla realizzazione dell’intervento non ravvisando condizioni per la sua ammissibilità nel sito proposto”.
E’ soprattutto un problema di rane che scatena la rabbia della misteriosa e lirica AIDAA, Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente che dichiara: “l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente farà ricorso presso gli enti preposti contro qualsiasi delibera e contro il progetto esecutivo del nuovo stadio di Roma. Lì non di rado si possono incontrare l’Airone bianco maggiore, l’Airone cinerino, la Garzetta, sia in volo che in atteggiamento di caccia ed anche il fagiano ed il beccaccino. Le rane dunque non sono l’unica specie da tutelare. Ma sicuramente sono quella su cui, l’AIDAA ha deciso di concentrare i propri sforzi”.
-Le valutazioni “preliminari” (?) espresse nel 2016 su un progetto presentato nel 2012. Molto preliminari quindi. Secondo queste valutazioni per la “Direzione generale architettura contemporanea e periferie urbane” del ministero la carcassa arrugginita e abbandonata delle Tribune di Tor di Valle è “esempio di eccellenza architettonica e ingegneristica” e “lo stato di abbandono non costituisce motivo per distruggere una testimonianza materiale, piuttosto una sollecitazione al suo recupero”.
Invece di fare lo Stadio rimettete in piedi le tribune dell’ippodromo anche se non esiste più l’ippodromo!
Al netto di queste deviazioni e rallentamenti che succede però di questo tentato colpo gobbo e doppia mandrakata?
La retata. Tutti in carcere. Il costruttore Luca Parnasi, proprietario della società Eurnova e cinque suoi collaboratori, in carcere, mentre ai domiciliari finiscono Luca Lanzalone, presidente Acea già consulente nella trattativa con Parnasi per il progetto Stadio, l’ex assessore all’Urbanistica della Regione Lazio Michele Civita (Partito Democratico), oggi consigliere regionale, il vicepresidente del Consiglio Regionale, già consigliere regionale nella precedente consiliatura Adriano Palozzi (Forza Italia). L’ipotesi della Procura è associazione a delinquere finalizzata alla corruzione nell’ambito del progetto per l’impianto a Tor di Valle: gli indagati avrebbero ricevuto, in cambio dei favori agli imprenditori, una serie di utilità, tra le quali anche l’assunzione di amici e parenti. Ci sarebbero inoltre altri 27 indagati, tra i quali il capogruppo M5S capitolino Paolo Ferrara, che aveva partecipato alla trattativa con Eurnova della primavera 2017 (poi archiviato) e Davide Bordoni, capogruppo capitolino e coordinatore romano di Forza Italia, insieme a Francesco Prosperetti, Soprintendente durante l’iter del vincolo sull’Ippodromo poi archiviato.
Poi un nuovo colpo di scena: l’arresto del Presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito, storico esponente del M5S romano ed ex candidato sindaco nel 2013 – per corruzione. L’accusa è di aver percepito utilità da costruttori, tra cui Parnasi, in cambio del suo sostegno al progetto del nuovo Stadio e ad altre vicende urbanistiche.
Parnasi pagava tutti.
Ben sapendo che sullo stadio si sarebbe giocato tutto.
Unicredit ora è stufa, anche perché è stata venduta. La nuova dirigenza propone dall’estero l’uomo che risolve i problemi con i soldi. Radovan Vitek. Un nuovo speculatore.
I giornali, appena questo personaggio che sembra uscito dai Soprano, sbarca a Roma, lo definiscono magnate.
L’uomo è da film: ha iniziato come barista in Italia nei primi Anni 90, all’indomani della caduta del comunismo a Praga. Poi, nessuno sa come, diventa proprietario dell’impero immobiliare Cpi Property Group, grazie a una rapidissima carriera imprenditoriale, iniziata dal nulla. A coronamento della scalata compra la villa di Ringo Starr nella contea inglese del Surrey, a 60 km da Londra.
Attenzionato dall’Fbi ha problemi con la giustizia americana ma se ne frega.
Ha fiutato che Roma e l’Italia sono una distesa di macerie e debiti lasciati dagli ex potenti senza più coperture politiche e si fionda con denaro fresco preso non si sa dove. Il nuovo palazzinaro è lui. Fa razzia di tutto:
“Cpi property group (Cpipg) di Vitek, con sede in Lussemburgo, ha preso il centro Hibiscus di Alessandra Armellini al Laurentino (28 mila metri quadrati), ha chiuso con Lamaro-Toti sull’ex sede dell’Alitalia alla Magliana, ha appena comprato la Galotti di Luigi Marchesini con la città parco di Torrenova e l’area EverEst a Lambrate a Milano, che da sola vale 350 milioni di euro in termini di sviluppo immobiliare. Vitek ha rilevato tutto da concordati e fallimenti, compresa la sua prossima abitazione in zona Pantheon. Tra i vari beni, il più noto al grande pubblico è l’ex ippodromo di Tor di Valle ceduto dalla Sias di Gaetano Papalia all’Eurnova di Parnasi e scelto come area del nuovo stadio dell’As Roma”
Ma c’è un ultimo ostacolo.
I nuovi proprietari della Roma, è noto che senza una squadra di calcio uno stadio non si può fare per legge, capiscono che qualcosa non quadra e non vogliono più fare lì lo stadio capendo benissimo, e scrivendolo, che è in tutta evidenza una scusa per una speculazione edilizia di chi non ha soldi. E mandano una lettera di rinuncia al Comune la cui lettura è molto interessante. Rinunciano per tre motivi: il pignoramento dei terreni; metà del capitale sociale di Eurnova è “oggetto di pegno a favore della Sais e le “critiche condizioni economico-finanziarie” della società di Parnasi, condizioni che impedirebbero di adempiere alle obbligazioni, ad esempio le “rilevanti garanzie fideiussorie”.
La storia si chiude il 21 luglio 2021: l’assemblea capitolina revoca il pubblico interesse al progetto dello stadio della As Roma a Tor di valle.
A nulla valgono le minacce di causa fatte il 5 luglio da Eurnova.
Finisce così nel nulla l’ennesimo tentativo speculativo di fare soldi senza soldi e usando questa volta in più il piano simbolico e il feticcio emotivo della fede calcistica e del tifo. Tutti erano a favore dello Stadio a qualunque costo.
Storia che ci insegna tanto su come si muovono, come ragionano e come operano i protagonisti della commedia che animano da decenni la vita politica e speculativa di questa città interamente basata sull’edilizia e sulla sua economia a leva.
Sulle intercettazioni di Parnasi:
https://roma.fanpage.it/la-nuova-intercettazione-di-luca-parnasi-sono-tutti-figli-di-p-di-roma-non-gliene-frega-un-c/
Per rendersi conto delle dinamiche tortuosissime a livello burocratico e della cronologia aggiornata a luglio 2020 dei fatti: https://www.carteinregola.it/index.php/stadio-della-roma-2/
Sulle manovre di speculazione immobiliare di Vitek in Italia :
https://www.ilromanista.eu/news/stadio-della-roma/22352/chi-a-radovan-vitek-il-magnate-ceco-in-affari-con-unicredit-pronto-a-rilevare-le-societa-di-parnasi
Sui vincolo:
https://www.corriere.it/politica/17_marzo_01/stadio-commedia-carte-soprintendenza-tutelate-rane-e3e678de-fdf7-11e6-8934-cbc72457550a.shtml
https://www.romatoday.it/zone/eur/stadio-della-roma-tutelare-rane.html
Sulle conclusioni in giunta:
La lettera di revoca della As Roma:
http://fernandomagliaro.com/wp-content/uploads/2021/04/2021-03-23-As-Roma-a-Eurnova.pdf
Magnifici pezzi, grazie, così si fa!
Pezzo interessantissimo e scoperto tramite Christian Raimo. Da profano (ovvero da Scienziato Politico) mi sono interessato negli ultimi anni in tutte le vicende romane nell’ambito di speculazione/costruzioni e rigenerazioni-mai urbane (sin dai tempi di Rutelli). Trovo che quest’articolo porti a parlare del caso Fiera di Roma nuova fallita perché il comune blocca la vendita della vecchia perché si rischia speculazione edilizia o vendita delle Torri di Ligini a TIM per un milione, bloccate dai cinque stelle che ne volevano 24. Faccio questi due esempi, con poca punteggiatura perché vanno letti tutti d’un fiato, perché sono esplicativi di due Rome: La Roma che prova a ripartire ma che, in alcuni casi, regala e la Roma che blocca tutto e fa degradare (o distruggere, vedi il Flaminio) dei beni che poi verranno presi a due “lire” dal miglior offerente. Ora io odio la politica immobile e fatiscente grillina ma non voglio neanche colate di cemento. Il giusto compromesso deve essere quello della sostenibilità e della riduzione del degrado. In questi cinque anni troppe cose sono rimaste bloccate: Velodromo, tor di valle, Flaminio, Palatiziano, Fiera di Roma, Mercati Generali..
Il link alla seconda parte non funziona. Per favore ripristinatelo!!!