A Manchester con gli Smiths: un estratto

Questa sera all’Alcazar di Roma Giuseppina Borghese presenterà A Manchester con gli Smiths, in libreria per Giulio Perrone Editore, in una serata che prevede interviste, reading e musica, a partire dalle 19.30.

(fonte immagine)

di Giuseppina Borghese

“È buffo come uno scatto in posa in una giornata incredibilmente buia a Salford abbia continuato a perseguitarmi così piacevolmente e per così tanto tempo”.

Stephen Wright, il fotografo che realizzò una delle immagini più celebri degli Smiths, la copertina interna di The Queen Is Dead, è ancora oggi incredulo del fatto che un lavoro di poche ore possa aver avuto un’eco così vasta. Lo sfondo di quell’immagine è il Salford Lads Club.

Quello che rende ancora più affascinante la storia di quel ritratto è che il servizio avrebbe dovuto essere affidato a un fotografo con più esperienza, ma Morrissey aveva visto alcuni scatti che Wright aveva inviato alla Rough Trade – l’etichetta discografica del gruppo – e aveva voluto proprio quel giovane fotografo con una Nikon economica e l’obiettivo sbagliato. Anche l’ambientazione era stata scelta da Morrissey, che desiderava un luogo iconico di Manchester: il club all’angolo tra St. Ignatius Walk e Coronation Street era perfetto.

Fondato nel 1903 nell’area di Ordsall, Greater Manchester, il club, inizialmente aperto solo agli uomini, proponeva attività ricreative, spesso gratuite, offrendo una buona occasione ai giovani del luogo di stare lontani dalle strade poco sicure di quella zona. La Salford di quegli anni era un luogo periferico e violento, un suburbio vastissimo e separato da Manchester.

“Credo di essere venuto qui tre volte da ragazzo e ogni volta sono stato picchiato” ricorda Peter Hook, il bassista dei Joy Division e poi dei New Order, che è proprio di Ordsall. Che il successo della fotografia in questione sia legato all’album è evidente, ma penso che quello scatto, che ha fatto del Salford Lads Club un vero e proprio luogo di pellegrinaggio per chi ama gli Smiths, ma anche gli Hollies e tutta la musica mancuniana, dipenda dall’intensità espressiva che conserva ancora oggi.

Gli archi dell’edificio incorniciano le figure in piedi, apparentemente non in posa, in abiti assolutamente ordinari, avvolte come da una caligine. Era una giornata invernale particolarmente rigida, al punto che il freddo sembra tangibile, un elemento che quasi esce dalla foto. C’è un elemento ricorrente nella musica degli Smiths, ma anche in quella dei Joy Division e degli Oasis, che non è propriamente malinconia ma piuttosto una tristezza violenta, un sentimento che se avesse una forma potrebbe essere proprio quella caligine che avvolge le espressioni indecifrabili dei membri della band.

A trentasette anni di distanza le porte del Salford Lads Club sono ancora uno dei soggetti più fotografati di Manchester: centinaia di visitatori fanno tappa ogni anno in questo posto, che è stato scenario di uno dei rari video musicali della band – tutti firmati dal genio di Derek Jarman –, Stop Me If You Think You’ve Heard This One Before.

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