Un estratto da “Ciao amico di sei mancato”, di Richard Owain Roberts

Pubblichiamo un estratto dal libro Ciao amico di sei mancato di Richard Owain Roberts, in libreria per Elliot edizioni, che ringraziamo.

Trudy osserva Hill. Sta leggendo il retro della custodia di un CD, una compilation di inni dance anni Novanta. È un po’ che sei molto silenzioso, Hill, dice lei. Hill modalità silenzioso è qui, dovremmo averne paura?

Sto leggendo questa cosa ma sto anche riflettendo sul film, dice Hill. Non vedevo l’ora, e non pensavo l’avrebberoproiettato da qualche parte nei dintorni. E comunque, di solito ci vado da solo al cinema.

No, va bene, dice Trudy. Sono una compagna perfetta per un appuntamento al cinema. Mi elettrizza l’idea di mangiare da Pizza Hut. È come se fossimo adolescenti e io sono quella più grande che ha preso la patente per prima.

Trudy dà un pugno a Hill sul braccio, più forte di quanto volesse.

Scusa, ho dei fratelli, dice Trudy. Gli ho detto di te, a proposito.

Hill guarda fuori dal finestrino, giù in direzione dello stretto, dove un grande peschereccio commerciale si muove lento verso il Mare d’Irlanda.

Sono un guidatore competente, dice Hill, è solo che non mi piace. Se vuoi guido al ritorno. L’esame di guida l’ho passato al primo tentativo. E tu, quando l’hai passato il tuo?

Che vuoi dire?

Quando l’hai passato l’esame?

In realtà non l’ho fatto.

Cosa?

È che non ho mai avuto tempo per quello, o per le lezioni, ho imparato e basta guardando mio padre, i miei fratelli e qualche fidanzato, dice Trudy. Sono piuttosto a mio agio al volante. Lol, ‘al volante’, suona buffo, è qualcosa che potrebbe dire Roger.

Hill ripone la custodia del CD nello scomparto laterale e osserva con attenzione Trudy che sposta il cambio dalla terza alla quarta e poi alla quinta.

* * *

Il film dura due ore e venti. Racconta di giovani norvegesi che per gran parte del tempo restano calmi, anche quando la vita si fa davvero difficile nella loro casa condivisa. Alcuni dei giovani norvegesi lavorano in posti come caffetterie, biblioteche, negozi di dischi e piccoli uffici. Uno dei giovani norvegesi non lavora e punta a non lavorare mai. È attraverso lo sguardo di questa persona che il pubblico vede la maggior parte del film. Lui ha una ragazza che è norvegese ma lavora come insegnante in Cina. Questo personaggio non si vede perché la connessione a banda larga della casa condivisa non funziona. Fuori dall’orario di lavoro si vedono i giovani norvegesi fare giochi da tavolo, bere birra e sedere in bagno a parlare delle persone che conoscono.

I giovani norvegesi indossano maglioni oversize a trecce per il novanta percento del film.

Hill osserva Trudy; totalmente presa, è china in avanti, col mento appoggiato sulle mani e i gomiti appoggiati sulle ginocchia.

Concentrati di più, goditelo più di lei, pensa Hill.

Odio questo film, pensa Hill.

Trudy volta la testa e sorride. Sembra emozionata. Sembra stia cercando di nascondere quant’è emozionata. Sembra determinata a sembrare felice e seria e coinvolta. Trudy mima i pollici in su e si gira di nuovo verso lo schermo, battendo i piedi contro il sedile davanti a lei.

Hill mormora shhh e guarda dritto davanti, serrando e allentando a ripetizione i muscoli della mascella.

* * *

Pizza Hut è quasi vuoto, ci sono clienti a un tavolo vicino alla vetrina dell’ingresso, con un’espressione stanca e annoiata.

Uno del personale è seduto a un tavolo nell’angolo e guarda il telefono mangiando bastoncini di mozzarella. Ha il viso abbronzato e un’intricata barba composta da una serie di triangoli equilateri sovrapposti.

Ti è piaciuto più questo di Sotto assedio? A me è piaciuto tantissimo, dice Trudy. In una mano ha una fetta di pizza vegetariana piccante e con l’altra stringe un bicchierone di Sprite. Si è mangiata più della metà della pizza nel tempo che Hill ha impiegato per mangiare una sola fetta della sua.

Non era male, ma mi ha lasciato un po’ indifferente, boh, dice Hill. Probabilmente è per questo che mangio così piano. La delusione mi ammazza l’appetito.

Però sembrava che ti stesse piacendo molto, dice Trudy. Pensavo fosse bello, un sette e mezzo pieno. I personaggi ti hanno infastidito? A metà ho pensato: scommetto che Hill detesta questi stronzi norvegesi.

Perché pensi che li detesti?, chiede Hill.

Credo di capire meglio quello che non ti piace di quello che ti piace, dice Trudy. Credo che se dessi una possibilità ai miei amici forse ti piacerebbero un pochino di più. Comunque, tutto ok, davvero. Non mi importa…

I tuoi amici forse, non so, dice Hill. Mi sa che non gli sono piaciuto all’istante. Sembrano sospettosi o non molto accoglienti con gli estranei. Ma va bene lo stesso, davvero.

Hill beve un lungo sorso dalla sua pinta di Coca Cola. Prende una fetta di pizza e gli dà un morso. Trudy lo sta fissando senza battere ciglio.

Magari non avessi mai incontrato questa persona, pensa Hill.

Sono vivo e mi sto divertendo da Pizza Hut, pensa Hill.

Contento di aver incontrato questa persona, pensa Hill.

* * *

Mentre fissa la strada ormai vuota davanti a sé, Hill abbassa il volume della radio.

Sono cresciuto qui, dice Hill. Non so come descriverei questa esperienza. Abbastanza buona probabilmente, per la maggior parte del tempo, solo che quando le persone iniziano a romanticizzare le cose diventa… uhm. Se si può è meglio essere onesti. Penso anche che vada bene dimenticarsi le cose, come le esperienze negative che non hanno nessuno scopo positivo nella vita. Amici compresi.

Hill, dice Trudy.

Non intendo i tuoi amici, su di loro non mi esprimo. Non mi hanno fatto né caldo né freddo. Sto parlando della mia esperienza.

Smettila di fare così, pensa Hill.

Trudy sembra stanca e per la prima volta lui nota delle piccole rughe intorno ai suoi occhi. Le guarda le labbra, le ciglia, le sopracciglia e sono esattamente come Hill le immaginerebbe in sua assenza.

Trudy annuisce, una mano sul volante e l’altra che prova a estrarre a forza una Wringley’s Extra da un pacchetto accartocciato.

Guidatrice migliore di me, pensa Hill.

Persona migliore nel complesso, pensa Hill.

Stavo guardando quello che abbiamo filmato, dice Hill, potrei editarlo sul computer di Roger. Potremmo filmare qualcos’altro se è buono. No so, forse…

Perché chiami tuo padre Roger? chiede Trudy

Hill alza il volume dell’autoradio.

Hill–

Lo chiamo Roger perché è Roger, dice Hill.

 

Aggiungi un commento