La nuova Eleusi: Stanislav Grof intervista Albert Hofmann
In occasione del ritorno in libreria di “Altrove”, la rivista della Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza, con il numero 21, pubblichiamo questa intervista di Stanislav Grof a Albert Hofmann. L’intervista è stata raccolta nel 1984 a Esalen, in California, ed è stata originariamente pubblicata nel 2002, sul n°9 di “Altrove”, che ringraziamo assieme all’editore Nautilus. La traduzione è di Paola Marangon.

Albert Hofmann e Stanislav Grof nel 2005
Grof: È un grande piacere e un onore per me accogliere e presentare il dottor Albert Hofmann, ammesso che abbia bisogno di presentazioni. Come sapete, è diventato famoso in tutto il mondo per aver scoperto un composto che probabilmente è la sostanza più controversa mai sviluppata dall’uomo, la dietilamide dell’acido lisergico, o LSD-25. Quando fece il suo ingresso nel mondo della scienza, l’LSD destò subito scalpore per i suoi effetti straordinari e anche per la sua potenza senza precedenti. Annunciava incredibili promesse per la ricerca e si presentava come uno straordinario agente terapeutico, uno strumento decisamente anticonvenzionale per la formazione dei professionisti in materia di igiene mentale e una fonte d’ispirazione per gli artisti. La scoperta del dottor Hofmann sollevò una formidabile ondata di interesse nei confronti della chimica cerebrale e, insieme allo sviluppo dei tranquillanti, fu direttamente responsabile della cosiddetta “epoca d’oro della psicofarmacologia”. Poi, il bambino prodigio divenne un “bambino difficile”. Questo capitolo straordinariamente promettente della psicologia e della psichiatria fu drasticamente interrotto dall’autosperimentazione incontrollata, dalla repressione attraverso provvedimenti amministrativi, legislativi e politici, dalle voci infondate su presunti danni e dall’abuso che ne fecero l’esercito e i servizi segreti. Sono però fermamente convinto che questo capitolo sia ben lungi dall’essere concluso. A prescindere dal fatto che la ricerca e la terapia con LSD vengano o meno riprese nella societa moderna, le scoperte rese possibili dagli psichedelici hanno profonde implicazioni rivoluzionarie per la nostra comprensione della psiche, della natura umana e della natura della realtà. Queste nuove intuizioni sono destinate a restare un importante elemento della visione che il mondo scientifico si sta configurando per il futuro. Prima di cominciare l’intervista, vorrei aggiungere una piccola osservazione personale. La scoperta dell’LSD e il lavoro del dottor Hofmann in generale hanno esercitato una profonda influenza sulla mia vita professionale e personale, per la quale sono immensamente grato. La mia prima esperienza con l’LSD nel 1956, agli inizi della mia carriera di psichiatra, è stata una pietra miliare e un punto di svolta cruciale per me: da allora la mia vita non e più stata la stessa. Questa intervista mi offre quindi l’opportunità di esprimere il mio profondo apprezzamento e la mia riconoscenza al dottor Hofmann per l’influenza che ha avuto sulla mia vita.
Dottor Hofmann, ciò che vorrei chiederle, innanzitutto, riguarda il modo in cui viene in genere descritta la sua scoperta degli effetti psichedelici dell’LSD. Di solito e considerato un evento del tutto casuale, una semplice e accidentale intossicazione. So però che la storia e un po’ più complessa. Ce la può chiarire?

“Albert Hofmann and the new Eleusis”, dipinto a olio di Alex Grey
Hofmann: Sì, è vero che la mia scoperta del’LSD fu casuale, ma fu il risultato di esperimenti pianificati, effettuati nell’ambito di una ricerca sistematica in campo farmaceutico e chimico. Forse è più corretto definirla un caso di serendipità, che significa cercare qualcosa, seguire un determinato programma, e trovare qualcosa di diverso, imprevisto, che puo comunque rivelarsi utile. Questo è precisamente ciò che è successo con l’LSD. Avevo messo a punto un metodo per sintetizzare le amidi dell’acido lisergico nel contesto di uno studio sistematico, il cui scopo era sintetizzare gli alcaloidi naturali dell’ergot. All’epoca, negli anni Trenta, era stato scoperto un nuovo alcaloide dell’ergot, denominato ergometrina o ergonovina. Si tratta del vero principio attivo dell’ergot. La presenza di questo alcaloide nell’ergot è il motivo per cui l’ergotina viene usata in ostetricia come emostatico uterino e come farmaco oxitocico. Questa sostanza è risultata essere un’amide dell’acido lisergico.
Fin verso la fine degli anni Trenta non era stato possibile preparare queste sostanze in laboratorio. Misi a punto una procedura tecnica che consentiva di farlo e riuscii a ottenere una sintesi parziale dell’ergonovina; usai quindi la procedura per preparare altre amidi dell’acido lisergico. Innanzitutto ottenni le modificazioni dell’ergonovina e una di queste, la metergina, un omologo dell’ergononiva, è oggi il principale farmaco usato in ostetricia per arrestare le emorragie postparto. Ho anche usato la procedura per preparare derivati meno prossimi dell’ergonovina, che presentavano maggiori differenze rispetto alla metergina. Uno di questi composti era l’LSD-25, la dietilamide dell’acido lisergico. Il progetto, l’intenzione che avevo, era di ottenere un analettico, uno stimolante dell’attivita circolatoria e respiratoria.
Grof: Era emerso qualche indizio, nei primi esperimenti sugli animali, del fatto che l’LSD potesse essere un agente attivante?
Hofmann: No, sintetizzai l’LSD perché era un analogo della coramina, che è la dietilamide dell’acido nicotinico, sperando di ottenere un analettico. Tuttavia, il nostro farmacologo concluse che la dietilamide dell’acido lisergico non aveva alcuna proprietà interessante sotto il profilo clinico e consigliò di escluderla dalla ricerca. Questo avveniva nel 1938. Ma continuai ad avere la curiosa sensazione che avremmo dovuto provare di nuovo questa sostanza su più vasta scala. Successivamente, cinque anni dopo, nel 1943, decisi infine di sintetizzare un altro campione di LSD. Alla fine della sintesi, accadde un fatto molto strano. Entrai in uno stato simile al sogno, in cui tutto ciò che mi circondava cominciava a trasformarsi. La mia percezione della realtà era cambiata ed era molto piacevole. Comunque, lasciai il laboratorio, tornai a casa, mi coricai e mi godetti una piacevole sensazione simile al sogno che a un certo punto sparì.
Grof: Sospettò subito che si trattasse di un’intossicazione dovuta alla sostanza su cui stava lavorando?

blotter commemorativo del “Bicycle day”
Hofmann: Ebbi il sospetto che fosse successo qualcosa in laboratorio, ma pensavo si trattasse del solvente utilizzato. Avevo usato il dicloroetilene, una sostanza simile al cloroformio, nell’ultima fase della preparazione. Cosi, il giorno dopo, in laboratorio, provai il solvente, ma non accadde nulla. Allora presi in considerazione la possibilità che si trattasse della sostanza che avevo preparato, ma il mio lavoro era molto accurato e naturalmente non avevo assaggiato niente. Tuttavia non escludevo la possibilità che, forse, qualche traccia della sostanza fosse entrata in contatto con il mio corpo. Magari una goccia della soluzione mi era caduta sulle dita e quando mi ero sfregato gli occhi era entrata nei sacchi congiuntivali. In ogni caso, se il composto era la causa di quella strana esperienza, doveva essere un composto molto, molto attivo. Ciò fu chiaro sin dall’inizio, perché non avevo ingerito nulla. Ero perplesso e decisi di condurre alcuni esperimenti per approfondire la questione e per scoprire il motivo di quella sensazione strana che avevo provato.
Poiché sono prudente, iniziai l’esperimento con soli 250𝜇g, ovvero 0,25 milligrammi (gli alcaloidi dell’ergot sono di norma dosati in milligrammi). Doveva essere una dose estremamente bassa e mi aspettavo che non avesse alcun effetto. Intendevo aumentare con molta cautela la quantità di LSD negli esperimenti successivi, al fine di stabilire se i vari dosaggi fossero attivi. Risultò che ingerendo un quarto di milligrammoo, avevo assunto un dosaggio molto potente, molto elevato, di un composto estremamente attivo. Entrai in un curioso stato di coscienza. Tutto intorno a me cominciò a modificarsi: i colori, le forme e anche la percezione dell’ego. Fu molto strano! Mi agitai parecchio pensando di averne assunto troppo e chiesi al mio assistente di accompagnarmi a casa. All’epoca non disponevamo di automobili e andammo a casa in bicicletta.

flacone di Delysid, nome commerciale dell’LSD nel suo periodo di legalità
Grof: Molte persone che hanno preso l’LSD, in particolare in dosi simili, provano grande ammirazione per quella corsa in bici, perché sanno che cosa significhi andare in bicicletta in quelle condizioni.
Hofmann: Durante il ritorno a casa in bicicletta – circa quattro chilometri – ebbi la sensazione di non riuscire a muovermi dal punto in cui mi trovavo. Pedalavo, pedalavo, ma il tempo sembrava rimanere immobile. Nella relazione che scrissi in seguito, menzionai il viaggio in bicicletta per dimostrare che l’LSD modificava la percezione del tempo, citandolo come esempio di distorsione temporale. Successivamente la corsa in bicicletta divenne un aspetto caratteristico della scoperta dell’LSD. Quando arrivammo a casa, ero davvero in un brutto stato. Ero entrato in una realtà cosi insolita, in un universo nuovo e talmente strano che temevo di essere impazzito. Chiesi al mio assistente di chiamare il medico. Avevo l’impressione che il mio corpo non avvertisse più alcuna sensazione. Mi visitò e scosse il capo: era tutto in ordine. Sdraiato sul divano, mi sembrava di essere gia morto. Provavo la sensazione di trovarmi fuori dal corpo. Fu un’esperienza terrificante! Il medico non mi prescrisse nulla, ma bevvi molto latte, come disintossicante aspecifico. Dopo circa sei ore, la percezione del mondo esterno inizio a cambiare. Mi sembrava di tornare da un luogo molto strano, di nuovo a casa nella realtà quotidiana.
Fu una sensazione estremamente gradevole e una bellissima esperienza. Dopo un po’, con gli occhi chiusi, cominciai a godermi il fantastico gioco di colori e forme in continua metamorfosi, che era davvero piacevole osservare. Infine andai a dormire e il giorno successivo mi alzai in ottima forma. Mi sentivo fresco, come appena nato. Era un giorno di aprile e uscii in giardino. Era piovuto durante la notte. Avevo l’impressione di vedere la terra e la bellezza della natura cosi com’era quando fu creata, il primo giorno della creazione. Fu un’esperienza bellissima! Ero rinato e vedevo la natura in una luce completamente nuova.
Grof: Questo tipo di sequenza, il processo morte-rinascita, è stato osservato con regolarità nelle sedute psichedeliche. Molte persone collegano questa esperienza al ricordo della nascita biologica. Vorrei chiederle se, durante l’esperienza, ebbe solo la sensazione di un incontro con la morte oppure si sentì parte di un processo di rinascita biologica?
Hofmann: La prima fase fu davvero terrificante, perché non sapevo se mi sarei ripreso. Ma poi, mentre tornavo, naturalmente mi sembrò di rinascere.

Albert Hofmann con un modello della molecola dell’LSD
Grof: Quando si rese conto che questa sostanza poteva risultare utile in psichiatria?
Hofmann: Immediatamente! Seppi immediatamente che questa sostanza sarebbe stata importante per la psichiatria! Tuttavia, all’epoca, non avrei mai creduto che potesse essere usata per puro divertimento. Per me fu un’esperienza mistica profonda, non un’esperienza piacevole da fare tutti i giorni. Non mi sfiorò neppure l’idea che potesse essere usata a fini ludici. E poi, poco dopo la mia esperienza, l’LSD fu messo a disposizione degli psichiatri. II figlio del mio capo all’epoca, il dottor Werner Stoll, che lavorava presso l’istituto psichiatrico Burghoelzli di Zurigo, condusse i primi esperimenti con l’LSD.
Inizialmente lo provammo nel nostro laboratorio, perché secondo il capo dell’unita Chimica, il professor Stoll, e il capo dell’unità Farmacologia, il professor Rothlin, ciò che affermavo era impossibile. Mi dissero: “Deve aver commesso un errore misurando la dose. È impossibile che un dosaggio cosi basso possa essere efficace”. II professor Rothlin fece quindi un esperimento con due dei suoi assistenti. Per provarlo, presero solo un quinto della dose che avevo assunto io, 50µg. Anche così, ebbero un’esperienza psichedelica!
Per i primi dieci anni, l’LSD fu il mio “bambino prodigio” e suscitò reazioni positive in ogni parte del mondo. Uscirono circa duemila articoli sulla sostanza in varie pubblicazioni scientifiche, tutto andava bene. Poi, all’inizio degli anni Sessanta, qui negli Stati Uniti si comincio ad abusare della sostanza. Ben presto l’ondata di popolarità dilagò nel paese e l’LSD divenne la “droga numero uno”. Fu quindi usato senza precauzioni da persone che non erano preparate né informate sui suoi effetti profondi. Fu un periodo difficile. Telefonate, panico e allarmi. È successo questo, è successo quello… Anziche un “bambino prodigio”, l’LSD era improvvisamente diventato il mio “bambino difficile”.
Grof: Dunque questa e, in breve, la storia della scoperta dell’LSD. Passiamo ora al capitolo successivo della sua ricerca psichedelica: l’isolamento e l’identificazione dei principi attivi dei funghi magici usati dagli indiani Mazatechi in Messico. Quanto tempo dopo la scoperta degli effetti psichedelici dell’LSD fu contattato da Gordon Wasson?
Hofmann: Lessi su una rivista la notizia che un appassionato di etnologia e micologia, Gordon Wasson, e sua moglie Valentina, avevano scoperto dei funghi che venivano usati in cerimonie rituali da una tribù in Messico. Questi funghi sembravano contenere un principio attivo che procurava effetti simili all’LSD. Naturalmente non sapevo chi fossero gli etnologi, ma ero sicuramente interessato ad esaminare i funghi. Ricevetti poi una lettera dal professor Heim, un micologo francese della Sorbona. Gordon e Valentina Wasson, che avevano scoperto questo antico culto messicano e pubblicato articoli sull’uso rituale dei funghi, gli avevano spedito alcuni campioni, chiedendogli di esaminare i funghi e di condurre un’accurata ricerca botanica.

francobollo del Benin dedicato allo Psilocybe Mexicana
II professor Heim cercò di isolare il principio attivo dei funghi, ma non ci riuscì. Anche Wasson aveva iniziato studi chimici sul fungo negli Stati Uniti, presso l’Universita del Delaware, ma neppure la sua ricerca aveva dato esito positivo. II professor Heim, che era al corrente del lavoro svolto a Basilea con l’LSD, mi chiese nella sua lettera se mi interessava dedicarmi a questa ricerca. Fu cosi che l’LSD portò i funghi psichedelici nel mio laboratorio.
All’inizio avevamo solo 200-300 grammi di Psilocybe. Li provammo su animali, in quanto avevamo maturato una certa esperienza con l’LSD e conoscevamo il tipo di attività farmacologica che ci si poteva attendere da quei principi psicoattivi. Non emerse nulla e il nostro farmacologo avanzò l’ipotesi che i funghi non fossero affatto attivi o che si trattasse dei funghi sbagliati, oppure che avessero perso la loro efficacia dopo l’essiccazione a Parigi. In ogni caso, per chiarire la questione, decisi di sperimentarli su me stesso. Ingerii la dosa indicata nelle prescrizioni dei vecchi annali: 2,4 grammi di funghi secchi. Ebbi un’autentica esperienza lisergica.
Fu molto strano. Li ingerii in laboratorio e dovetti tornare a casa, perché anche in questo caso avevo assunto una dose molto elevata. A casa, tutto sembrava messicano le stanze e l’ambiente circostante sebbene non fossi mai stato in Messico. Pensai di essermi lasciato suggestionare dal fatto che i funghi provenivano dal Messico. Per esempio, c’era un collega, un medico, che mi sorvegliava durante l’esperimento: quando mi controllò la pressione, pensai che fosse un azteco. Aveva un viso tipicamente tedesco, ma io vidi un sacerdote azteco e pensai che mi avrebbe aperto il petto per estrarne il cuore. Fu davvero un’esperienza totalmente messicana.
Dopo qualche ora tornai dal paesaggio messicano con la consapevolezza che non avevamo condotto gli esperimenti adeguati. La ricerca sugli animali non avrebbe prodotto nulla; dovevamo provare l’attivita dei funghi (ai diversi dosaggi) sugli esseri umani. Da allora in poi, i miei colleghi ed io sperimentammo personalmente tutti gli estratti ottenuti dai funghi. Usammo diversi solventi di estrazione e varie procedure di frazionamento per isolarne i principi attivi.
Grof: Quanti stadi ci vollero, dall’inizio alla fine, per identificare chimicamente i principi attivi?
Hofmann: Circa cinque o sei stadi. Alla fine, rimase una quantità molto limitata di funghi, diversi milligrammi di materiale concentrato che era ancora amorfo e poteva essere utilizzato per una cromatografia su carta. Risultò che la sostanza era concentrata in quattro fasi. Tagliammo la cromatografia e quattro miei colleghi ed io ne ingerimmo le frazioni. Quando una si rivelò attiva, potemmo condurre alcune prove, cristallizzare la frazione, ottenere la reazione colorimetrica specifica, e cosi via. Infine, riuscimmo a isolare i principi attivi: si trattava di due sostanze, che denominai psilocibina e psilocina, perché erano state isolate dalla Psilocybe mexicana. Gran parte dei funghi magici usati dagli indiani appartiene al genere Psilocybe. Quindi, una volta ottenute tali sostanze, le sottoponemmo a prove farmacologiche. La loro efficacia rispetto al peso risultò essere circa cento volte inferiore rispetto all’LSD, ma comunque molto elevata. Ciò significa che la dose attiva è di circa 5-10 milligrammi di psilocibina pura. Successivamente ricevetti una lettera del professor Moore del Delaware, che si congratulò con noi per aver risolto il problema dei funghi. Insieme alla sua equipe aveva lavorato per oltre un anno, cercando di isolare i principi attivi di questi funghi senza però riuscirci. Avevano testato tutti i loro estratti sugli animali, tutti i tipi di animali, persino i pesci, ma i loro tentativi non erano approdati a nulla. La nostra ricerca ebbe successo perché testammo le frazioni su noi stessi anziche affidarci agli esperimenti sugli animali. Il professor Moore mi invio quindi i funghi che gli erano rimasti; dopo tutto il suo lavoro, ne aveva ancora circa 12 chili.
Grof: Nell’insieme, quanto tempo ci volle per identificare gli alcaloidi psicoattivi?
Hofmann: Circa sei mesi. Una volta identificate le sostanze dal punto di vista chimico, fummo in grado di sintetizzarle in laboratorio. Potemmo usare il materiale di base che avevamo a disposizione grazie alla ricerca sull’LSD, cioè derivati della triptammina che si potevano usare per sintetizzare la psilocibina e la psilocina. Gordon Wasson, che era banchiere di professione e micologo per passione, fu molto colpito dai risultati. Ignorava il concetto di principio attivo, per lui erano i funghi l’agente attivante. Ci fece visita a Basilea e gli mostrai le componenti attive allo stato puro in forma cristallina. Risultò che il contenuto di principi psicoattivi rappresentava solo lo 0,5% circa dei funghi. Anziché 5 grammi di funghi si potevano ingerire 25 milligrammi di psilocibina. Gordon rimase molto affascinato dai cristalli e disse: “Ah, tra l’altro, gli indiani usano anche un’altra sostanza magica che non è ancora stata studiata scientificamente. La chiamano ololiuqui”.
Grof: E così cominciò un altro importante capitolo della sua ricerca.

María Sabina
Hofmann: Sì. Andai in Messico con Gordon Wasson per studiare le altre sostanze magiche vegetali, l’ololiuqui (semi di ipomea) e la Salvia divinorum, una nuova specie di salvia che gli indiani usavano come i funghi. Incontrammo María Sabina, la curandera o sciamana che aveva dato i funghi ai coniugi Wasson, probabilmente i primi bianchi ad assumere i funghi in una cerimonia sacra. Era già tarda estate o inizio autunno e non c’erano più funghi. Spiegammo a María Sabina che avevamo isolato lo spirito dei funghi, che ora si trovava in quelle piccole pillole. Lei ne fu affascinata e accettò di organizzare una cerimonia per noi. Per partecipare alla cerimonia, si deve sempre avere un motivo. Il rito del fungo è una consulenza, come quando si ha un problema e ci si rivolge a un medico o a uno psichiatra. Gordon disse a María Sabina: “Sono partito da New York tre settimane fa e mia figlia è dovuta andare all’ospedale per partorire. Non ho più avuto notizie. II fungo può dirmi com’è andata?” Questo fu quindi il motivo per cui organizzarono la cerimonia. Parteciparono Maria Sabina, le sue figlie e alcuni altri sciamani. Fu una magnifica cerimonia.
Grof: Mi risulta che, in tale occasione, María Sabina le diede il “certificato di qualità” ufficiale, nel senso che dopo aver ingerito le pillole, confermò che i loro effetti erano identici a quelli dei funghi magici.
Hofmann: Sì. Per la cerimonia le diedi delle compresse di psilocibina sintetica. Sapevo che usava un certo numero di funghi e calcolai la quantità equivalente di compresse. Le ingerimmo e fu davvero una meravigliosa cerimonia psichedelica, che si protrasse fino alla mattina. Quando ce ne andammo, María Sabina ci disse che le compresse contenevano davvero lo spirito dei funghi. Gliene lasciai un tubetto e lei disse: “Ora posso tenere le cerimonie anche nei periodi in cui non crescono i funghi”.
Grof: Come passò dalla ricerca sui funghi al lavoro sull’ololiuqui?

María Sabina e Gordon Wasson
Hofmann: Ricevetti una scorta di ololiuqui, i semi di una certa famiglia di ipomee, da Gordon Wasson. Gordon li aveva ottenuti da un indio zapoteco che li aveva raccolti per lui. Questi semi, come i funghi, erano usati nelle cerimonie per una sorta di guarigione magica e per scopi divinatori. Riuscimmo a isolare i principi attivi responsabili dell’effetto psichedelico e fui molto sorpreso di scoprire che i semi contenevano l’amide e l’idrossietilamide dell’acido lisergico e tracce di ergonovina. Si tratta di derivati dell’acido lisergico che conservavo in laboratorio in seguito agli studi sull’LSD. Mi sembrava impossibile, perché i derivati dell’acido lisergico con cui avevo lavorato in precedenza erano prodotti da un fungo, l’ergot.
Grof: Mentre i semi di ipomea provengono da piante da fiore appartenenti a una categoria botanica completamente diversa.
Hofmann: Sì, queste piante appartengono a due stadi molto diversi dell’evoluzione nel regno vegetale, molto distanti l’una dall’altra. È decisamente insolito scoprire le stesse componenti chimiche in stadi molto diversi dell’evoluzione vegetale.
Grof: Ho sentito dire che, in un primo tempo, i suoi colleghi l’accusarono di aver contaminato i campioni della ricerca sull’ololiuqui con i prodotti del lavoro sull’LSD che conservava in laboratorio. Sapendo quant’è meticoloso nel suo lavoro, l’accusa fu davvero oltraggiosa!
Hofmann: È vero. Presentai la prima relazione sulla ricerca nel 1960, alla Conferenza Internazionale sulle Sostanze Naturali di Sidney. Quando illustrai i risultati, i colleghi scossero il capo e dissero: “È impossibile trovare gli stessi principi attivi in una categoria totalmente diversa del regno vegetale. Sta lavorando con tutti i tipi di derivati dell’acido lisergico, deve aver mescolato qualcosa e questo spiega le sue conclusioni”. Ma infine, come si sa, verificarono i risultati e li confermarono. Fu la chiusura di una specie di cerchio magico. Ero partito dalle amidi dell’acido lisergico metergina e LSD, e l’LSD aveva attratto i funghi. I funghi mi avevano portato all’ololiuqui, e la ricerca sull’ololiuqui mi aveva riportato alle amidi dell’acido lisergico. Il mio cerchio magico!

Ololiuqui (Rivea corymbosa)
Grof: Ha mai provato l’ololiuqui?
Hofmann: Sì, l’ho provato. Ma, com’e noto, è circa dieci volte meno attivo; per ottenere un effetto apprezzabile sono necessari uno o due milligrammi.
Grof: Come fu l’esperienza?
Hofmann: La sostanza aveva un forte effetto narcotico, ma al tempo stesso provocava uno stranissimo senso di vuoto. In quel Vuoto, tutto perde il suo significato. È un’esperienza molto mistica.
Grof: Di solito, nella letteratura psichedelica si opera una distinzione tra i cosiddetti psichedelici naturali, come la psilocibina, la psilocina, la mescalina, l’armalina o l’ibogaina, che sono prodotti direttamente da varie piante (e questo vale ancora di più per le piante psichedeliche stesse) e gli psichedelici sintetici, ottenuti in laboratorio. L’LSD, che è una sostanza semisintetica e quindi prodotta in laboratorio, è generalmente incluso nella seconda categoria. Mi risulta che lei abbia un’opinione diversa in proposito.
Hofmann: Sì. Quando scoprii le amidi dell’acido lisergico nell’ololiuqui, mi resi conto che l’LSD in realtà non è altro che una piccola modificazione chimica di un’antichissima droga sacra del Messico. L’LSD appartiene quindi, per la sua struttura chimica e per la sua attività, al gruppo delle piante magiche mesoamericane. Non è presente in natura in quanto tale, ma rappresenta una variazione chimica minima di una sostanza naturale. Rientra quindi in questo gruppo dal punto di vista chimico e anche, ovviamente, per i suoi effetti e per il suo potenziale spirituale. L’uso dell’LSD nel contesto psichedelico può essere considerato come una profanazione di una sostanza sacra: avrebbe dovuto ispirare la stessa venerazione che gli indigeni nutrivano per questo genere di sostanze.

Albert Hofmann con Richard Alpert, Allen Ginsberg e Ralph Mentzer nel 1977
Grof: Può dirci qualcosa sui tentativi di isolare gli alcaloidi psicoattivi della Salvia divinorum?
Hofmann: In Messico incontrammo anche un’altra pianta che gli indiani usavano per scopi rituali, come l’ololiuqui o i funghi. Apparteneva alla specie della salvia e non era ancora stata identificata botanicamente. Dopo un lungo viaggio nella Sierra Mazateca, trovammo infine una curandera che celebrava un rito con questa pianta e avemmo modo di provarla. Gordon Wasson, mia moglie e io ingerimmo il succo delle foglie fresche e avvertimmo qualche effetto, ma molto leggero. Era un effetto ben definito, diverso da quello dei funghi.
Grof: Ha tentato di isolare ed individuare chimicamente il principio attivo della Salvia divinorum?
Hofmann: Presi le foglie e ne ricavai un estratto spremendo il succo. Portai l’estratto a Basilea, nel mio laboratorio, con l’intenzione di sottoporlo ad analisi chimica, ma non era più attivo. II principio attivo sembra deperire molto facilmente e il problema dell’analisi chimica a oggi non è ancora stato risolto. Siamo però riusciti a stabilire l’identita botanica della pianta. II Dipartimento di botanica di Harvard ha stabilì che si trattava di una nuova specie di Salvia, cui fu attribuito il nome Salvia divinorum. E un nome sbagliato, un cattivo latino; in realtà dovrebbe chiamarsi Salvia divinatorum. Non conoscono bene il latino, questi botanici… Non ero soddisfatto del nome, perché Salvia divinorum significa “Salvia dei fantasmi”, mentre Salvia divinatorum, il nome corretto, significa “Salvia dei sacerdoti”. Comunque, ormai figura nella letteratura botanica con il nome Salvia divinorum.
Grof: Fu il dottor Richard Schultes ad identificare la pianta a Harvard?
Hofmann: No, fu identificata nello stesso Istituto, ma da altri due botanici, quelli che le diedero il nome.
Grof: Terminò qui la sua ricerca sulle sostanze psichedeliche? Da allora, si è mai interessato ad altre piante psichedeliche, ha fatto nuovi tentativi di identificarne i principi attivi?
Hofmann: No, non più.
Grof: Il lavoro fu interrotto a causa di problemi politici e amministrativi alla Sandoz. Pensa che altrimenti avrebbe proseguito la ricerca? Le sarebbe piaciuto continuare?
Hofmann: Sì, ho gia detto che l’abuso e l’uso improprio ha causato molti problemi. In seguito le autorità introdussero restrizioni in quasi tutti i paesi e naturalmente la direzione della Sandoz smise di interessarsi a questo ramo della ricerca.
Grof: Vorrei chiederle di parlarci di un altro progetto, il lavoro con Gordon Wasson sui Misteri di Eleusi. Nel libro, The Road to Eleusis (Alla scoperta dei misteri eleusini, Apogeo 1996) avanzate l’ipotesi di un culto psichedelico effettivamente esistito e praticato per circa 2000 anni, dal 1400 a.C. al 400 d.C. Sembra inoltre che la scomparsa del culto non fu dovuta a una perdita d’interesse degli adepti, ma all’introduzione di un editto da parte dell’imperatore cristiano Teodosio, che soppresse e vietò le cerimonie pagane.
Hofmann: Nella cerchia professionale degli studiosi di antichità greca, è assodato che gli antichi greci usassero una sostanza psicoattiva nel loro culto. Esistono molti riferimenti a una bevanda sacra, il kykeon, che veniva somministrata agli iniziandi in seguito a preparativi che duravano una settimana. Dopo aver assunto la pozione, gli adepti avevano, tutti insieme, portentose esperienze mistiche di cui non erano autorizzati a parlare né fornire descrizioni precise. Circa vent’anni fa lavorai con uno studioso di antichità greca, il professor Kerenyi, sull’argomento. L’aspetto interessante è: quali erano realmente gli ingredienti del kykeon, la pozione sacra? Avevamo studiato molte piante che il professor Kerenyi aveva proposto come possibili candidate, ma non erano affatto psichedeliche. Poi arrivò Gordon Wasson con la sua tesi, che naturalmente riguardava i funghi, perché lui vedeva funghi dappertutto! Mi chiese se nell’antica Grecia fosse possibile preparare una pozione psichedelica con l’ergot (il fungo da cui viene l’LSD, NdR). Giunse a questa ipotesi perché i Misteri di Eleusi furono istituiti dalla dea Demetra, che è la dea del grano e dell’ergot (Mutterkorn), il che gli diede l’idea che quest’ultimo potesse essere usato nella preparazione del kykeon. Avevo tutto il materiale a portata di mano perché, nell’ambito dei nostri studi sull’ergot, avevamo raccolto la letteratura disponibile e anche molti campioni del fungo provenienti da tutto il mondo. Tra questi c’era l’ergot che cresceva nel bacino mediterraneo, in Grecia e in altri paesi. Un paio di questi ergot selvatici che crescono su piante erbacee si puo trovare anche nei campi di segale o di orzo. La segale non esisteva nell’antichità, ma l’orzo sì, e nei campi di orzo possono essere presenti alcuni tipi di ergot selvatici. Avevamo raccolto e analizzato tutti questi tipi di ergot prima che Gordon mi ponesse la sua domanda, e in una specie che cresceva sull’erba selvatica (Paspalum) avevamo trovato esattamente le stesse componenti dell’ololiuqui. Le principali erano l’amide e l’idrossietilamide dell’acido lisergico e anche il propanolamide dell’acido lisergico (ergonovina). Pertanto, non ebbi difficolta a rispondere alla domanda di Gordon: nell’antichità era possibile preparare una pozione psichedelica con l’ergot. Era sufficiente raccoglierlo, macinarlo e aggiungerlo al kykeon. Nell’esaminare il problema del kykeon, Gordon non si rivolse soltanto a me, in quanto chimico, ma anche a uno studioso di antichità greca, il professor Carl Ruck di Harvard, esperto sul ruolo delle piante medicinali nella mitologia e nella storia greca. Il professor Ruck segnalò a Gordon alcuni passaggi dell’Inno a Demetra che suffragavano la sua ipotesi. Secondo tali passaggi, veniva effettivamente usato un tipo di ergot per rendere psichedelico il kykeon. Quindi, noi tre insieme scrivemmo un libro, che indagava questa ipotesi.
Grot: Il libro è The Road to Eleusis?
Hofmann: Sì. Fu pubblicato qui, negli Stati Uniti e uscì anche in altre lingue, per esempio in spagnolo e in tedesco.
Grof: Nel libro racconta di avere sperimentato personalmente uno degli alcaloidi naturali dell’ergot per verificare l’ipotesi, per stabilire se era psichedelica. Si trattava dell’ergonovina?
Hofmann: Sì, avevamo trovato principi attivi in questo tipo di ergot che cresce in Grecia. Conteneva l’amide e l’idrossietilamide dell’acido lisergico, delle quali era gia noto l’effetto psichedelico. Tuttavia, non si sapeva se l’ergonovina avesse questo effetto e a me interessava scoprirlo. L’ergonovina veniva usata da decenni in ostetricia, ma non era mai stato riferito che fosse psichedelica. Tuttavia, il dosaggio iniettato alle donne durante il parto è di soli 0,5 mg o 0,25 mg. Decisi di provarla assumendone 2 mg e, a quel dosaggio, produceva chiari effetti psichedelici. Non erano stati scoperti prima perché veniva somministrata alla fine del travaglio e le donne non erano in condizioni di essere buone osservatrici; inoltre, il dosaggio era troppo basso per produrre effetti psichedelici. Quindi, metergina ed ergonovina producono anch’esse effetti psichedelici, ma a dosaggi più elevati.
Grof: È un’ipotesi molto interessante, perché fornisce una risposta plausibile all’intrigante domanda: che cosa veniva offerto a Eleusi? Che cosa poteva essere cosi potente e affascinante da mantenere intatto l’interesse del mondo antico per quasi duemila anni senza interruzione? E da attrarre cosi tanti personaggi eccezionali e illustri? Anche il fatto che fosse un segreto cosi gelosamente custodito – la punizione per chi rivelava il segreto dei Misteri era la morte – lascia supporre che accadesse qualcosa di straordinario, qualcosa di estremamente importante.

Albert Hofmann ritratto da Brummbaer
Hofmann: Fu un centro spirituale di enorme importanza per quasi duemila anni. Basti considerare tutti i personaggi famosi che per migliaia di anni nel mondo dell’antichità, nel mondo romano e greco, furono introdotti ai Misteri eleusini. Per noi era molto interessante scoprire che cosa assumessero realmente gli iniziandi. Due famiglie a Eleusi conoscevano il mistero del kykeon, due generazioni di famiglie che ne conservarono il segreto. L’effetto enorme che i vari misteri della morte-rinascita devono avere avuto sulla cultura greca, in genere considerata la culla della civilta europea, probabilmente sono il segreto meglio custodito della storia umana. Molte grandi figure dell’antichità, come i filosofi Platone, Aristotele ed Epiteto, il commediografo Euripide, il leader militare Alcibiade, lo statista e legislatore romano Cicerone e altri personaggi illustri furono iniziati ai misteri, che si trattasse della variante eleusina o di qualche altra forma: i riti dionisiaci, i misteri di Attis e Adone, il culto mitraico o coribantico e il culto orfico.
Grof: Vorrei ora discostarmi da queste esplorazioni culturali e storiche per tornare alla chimica. So che la farmacologia non è il suo interesse primario, ma vorrei porle una domanda sul meccanismo d’azione dell’LSD. Il parere non è unanime riguardo al motivo per cui l’LSD sia psicoattivo e sono state avanzate ipotesi contrastanti. Ha qualche idea in proposito?
Hofmann: Sono state condotte ricerche riguardo alla sua domanda. Abbiamo marcato l’LSD con il carbonio radioattivo, il Cl4. Ciò permette di seguirne il percorso metabolico nell’organismo. II fatto piuttosto strano e che abbiamo scoperto, naturalmente sugli animali, che il 90% dell’LSD viene eliminato molto rapidamente e solo il 10% raggiunge il cervello. Nel cervello va nell’ipotalamo, che e la sede delle funzioni emotive. Ciò coincide anche con il fatto che è soprattutto la sfera emotiva a essere stimolata dall’LSD, mentre la sfera razionale è inibita. Naturalmente, non è l’LSD a produrre questi profondi mutamenti psichici. L’azione dell’LSD si puo comprendere solo in termini di interazione con i processi chimici cerebrali, che sono alla base delle funzioni psichiche. Poiché l’LSD è una sostanza, la sua azione si può descrivere solo in termini di interazione con altre sostanze e con le strutture cerebrali, i recettori e cosi via. Una delle tesi più diffuse era, per esempio, la “ipotesi della serotonina” dei ricercatori britannici Woolley e Shaw. L’LSD risultò essere un inibitore molto specifico e potente della serotonina in alcuni sistemi biologici. Poiche la serotonina svolge un ruolo importantissimo nella chimica delle funzioni neurofisiologiche del cervello, si ipotizzo che questo fosse il meccanismo alla base degli effetti psicologici dell’LSD. Dato che l’antagonismo tra LSD e serotonina era molto forte e specifico, il nostro farmacologo era molto interessato a scoprire se esistessero antagonisti della serotonina senza effetti psichedelici. Non si trattava solo di un affascinante argomento teorico, era anche una questione di interesse pratico, in quanto la serotonina interviene nel meccanismo dell’emicrania e in alcuni processi informativi. Un antagonista della serotonina senza effetti psichedelici si sarebbe potuto usare come farmaco.
Grof: È questo il motivo per cui la dietilamide dell’acido 2-bromo-dlisergico (BOL-148), un potente antagonista della serotonina privo di effetti psichedelici, era cosi importante?
Hofmann: Abbiamo ricavato tutti i tipi di derivati dell’LSD. Fra questi c’era anche il BOL-148, che risultò presentare una potente attivita antiserotoriina, ma senza alcun effetto psichedelico. In seguito a tale scoperta, la “ipotesi della serotonina” non era più plausibile. Un altro problema era che l’antagonismo con la serotonina non viene studiato nel cervello, ma su preparati biologici periferici.
Grof: C’e poi la complessa questione della barriera sangue/cervello. Quali sostanze che presentano un antagonismo periferico hanno effettivamente accesso al cervello?
Hofmann: Sì, l’LSD agisce anche su altri trasmettitori, come la dopamina e l’adrenalina e l’effetto è molto complesso. Per questo motivo, l’LSD era uno strumento molto utile e potente anche nella ricerca sull’attività cerebrale – e lo è tuttora.
Grof: Mi ha molto affascinato un’ipotesi riguardante gli effetti dell’LSD. Fu formulata dal dottor Harold Abramson e dalla sua equipe a New York. In base ad alcuni esperimenti su animali, in particolare la betta (Betta splendens), giunsero alla conclusione che l’aspetto più rilevante dell’azione dell’LSD riguarda il trasferimento enzimatico di ossigeno a livello subcellulare. Mi e sembrata una teoria interessante, perché potrebbe spiegare l’analogia tra gli effetti dell’LSD e le esperienze associate al processo della morte. Potrebbe anche emergere un nesso con gli effetti della respirazione olotropica che mia moglie Cristina e io abbiamo studiato. Purtroppo, sembra che la ricerca si limiti a quell’unico documento; non ho trovato altri riscontri a sostegno di questa tesi.
Hofmann: Esisteva anche un’altra ipotesi, che poneva l’accento, credo, sull’effetto dell’LSD nella degradazione dell’adrenalina e della noradrenalina, che determina abnormi prodotti di ossidazione (l’ipotesi dell’adrenocromo e dell’adrenolutina di Hotter e Osmond). Tuttavia, nessuna di queste ipotesi e stata confermata e la questione dei reali meccanismi d’azione dell’LSD e ancora aperta. Inoltre, e importante rendersi conto che il salto tra la chimica e l’esperienza psicologica è enorme. Vi sono limiti a ciò che il contesto chimico di base puo rivelare in merito alla coscienza.

manifesto del primo simposio internazionale sull’LSD a Basilea, a cui si fa generalmente corrispondere l’inizio del “Rinascimento psichedelico”.
Grof: Se intendo bene, lei ritiene, come del resto anch’io, che anche riuscendo a spiegare tutte le modificazioni biochimiche e neuropsicologiche nei neuroni, ci dovremmo comunque confrontare con l’enorme divario tra i processi chimici ed elettrici e la coscienza, che sembra incolmabile.
Hofmann: Si, è il problema fondamentale della realtà. Possiamo studiare varie funzioni psichiche e anche le funzioni sensoriali più basilari, come la vista o l’udito, che costituiscono la nostra immagine quotidiana del mondo. Esse presentano un lato materiale e un lato psichico. Questo è il divario che non si può spiegare. Possiamo seguirne il metabolismo nel cervello, possiamo misurare le modificazioni biochimiche e neurofisiologiche, i potenziali elettrici, e così via. Questi sono processi materiali ed energetici. Ma la sostanza e la corrente elettrica sono una cosa molto diversa, un piano molto diverso, dall’esperienza psichica. Persino la vista e le nostre altre funzioni sensoriali sollevano lo stesso problema. Dobbiamo renderci conto che esiste un divario che probabilmente non potra mai essere colmato o spiegato. Possiamo studiare i processi materiali e vari processi a livello energetico: questo e ciò che possiamo fare come scienziati. Poi però sopraggiunge qualcosa di molto diverso, l’esperienza psichica, che rimane un mistero.
Grof: Sembrano esistere due impostazioni nettamente diverse riguardo al problema della relazione cervello-coscienza che si manifesta nelle sedute psichedeliche. La prima è l’impostazione scientifica tradizionale, che spiega lo spettro dell’esperienza con l’LSD come un’emissione di informazioni che vengono immagazzinate nei nostri recettori cerebrali. Ipotizza che l’intero processo sia racchiuso nel nostro cranio e le esperienze siano create da combinazioni e interazioni degli engrammi accumulatisi nella nostra memoria nel corso della vita. Un’alternativa radicale a questa visione materialistica e monistica e stata proposta da Aldous Huxley. In seguito ad alcune esperienze personali con l’LSD e la mescalina, comincio a considerare il cervello come una “valvola di sicurezza”, che normalmente ci protegge contro l’ingresso di un’enorme massa di informazioni cosmiche, per impedire che queste inondino e sovraccarichino la nostra coscienza ordinaria. Secondo questa ipotesi, il cervello avrebbe la funzione di ridurre il numero di informazioni disponibili e circoscrivere la nostra esperienza del mondo. L’LSD ci libererebbe da questa restrizione, aprendo le porte a esperienze molto più ampie.
Hofmann: Concordo con la tesi di Huxley secondo cui nelle sedute psichedeliche le funzioni cerebrali si ampliano. In genere, disponiamo di una capacità limitata di elaborare gii stimoli che riceviamo dal mondo esterno sotto forma di impulsi ottici, acustici, tattili e così via. Abbiamo una capacità limitata di trasferire queste informazioni in modo che possano raggiungere la coscienza. Sotto l’influenza di sostanze psichedeliche, la valvola si apre e un’enorme quantita di impulsi esterni riesce a entrare e stimolare il cervello. Questo dà luogo a un’esperienza travolgente.
Grof: Ha mai incontrato di persona Aldous Huxley?
Hofmann: Sì, l’ho incontrato due volte e abbiamo avuto ottimi e interessanti scambi di idee. Mi regalò il suo libro L’isola, pubblicato poco prima della sua morte. Descrive un’antica civiltà su un’isola, che tenta di compiere una sintesi tra la propria tradizione spirituale e la tecnologia moderna introdotta da un americano. Questa civiltà celebrava rituali con una cosa chiamata “medicina moksha” e la moksha era un fungo che portava all’illuminazione. Veniva somministrata soltanto tre volte nella vita di ciascun individuo: la prima durante l’iniziazione, in un rito della pubertà, la seconda a metà della vita e la terza al momento della morte, nella fase terminale della vita. Quando Aldous mi regalò il libro, scrisse una dedica: “Al Dottor Albert Hofmann, il vero scopritore della medicina moksha”. Sono molto orgoglioso di averlo; L’isola è un bel libro.
Grof: È interessante che Aldous Huxley abbia effettivamente usato l’LSD per facilitare il trapasso al momento della morte.
Hofmann: Sì, dopo la sua morte, sua moglie Laura mi spedì la copia di un appunto. Mentre stava morendo (non era in grado di parlare a causa del tumore alla lingua), aveva scritto: “100𝜇g LSD, inframuscolo.” E la moglie gli iniettò la medicina moksha.

Aldous e Laura Huxley
Grof: C’e una bella descrizione di questo momento nel suo libro.
Hofmann: Sì, This Timeless Moment, di Laura Huxley.
Grof: Vorrei ora chiederle una cosa molto personale. Sono certo che questa domanda le sia già stata posta diverse volte. Nel corso della sua vita ha fatto diverse esperienze psichedeliche, di cui oggi ne ha descritte alcune. Inizio con le esperienze lisergiche associate alla scoperta dell’LSD, poi vennero quelle connesse al lavoro relativo all’isolamento dei principi attivi dei funghi magici e dell’ololiuqui, il rituale dei funghi con María Sabina, le sedute da lei descritte nel suo libro LSD, il mio bambino difficile, e alcune altre. Quale influenza hanno avuto tutte queste esperienze su di lei, sul suo modo di stare al mondo, sui suoi valori, la sua filosofia personale, e sulla sua visione scientifica del mondo?
Hofmann: Hanno cambiato la mia vita, in quanto mi hanno presentato un nuovo concetto di realtà. Dopo l’esperienza con l’LSD, la realtà cominciò a diventare un problema per me. Prima, avevo sempre creduto che esistesse una sola realtà, la realtà della vita quotidiana. Un’unica vera realtà, mentre il resto era pura immaginazione – non era reale. Sotto l’influenza dell’LSD, sono invece entrato in realtà che erano altrettanto reali e persino più reali di quella ordinaria. Ho riflettuto sulla natura della realtà e ho avuto profonde intuizioni.
Ho analizzato i meccanismi che contribuiscono a creare la visione ordinaria del mondo, quella che chiamiamo “realtà quotidiana”. Quali sono i fattori che la costituiscono? Che cosa è interno e che cosa è esterno? Per questo processo uso la metafora del mittente e del destinatario. Il mittente produttivo è il mondo esterno, la realtà esterna compreso il nostro corpo. Il destinatario è il nostro io profondo, l’ego conscio, che trasforma gli stimoli esterni in esperienze psicologiche.
È stato molto utile per me distinguere ciò che è effettivamente e oggettivamente esterno, qualcosa che non si può cambiare, che e uguale per tutti, e ciò che e prodotto da me, fatto in casa, ciò che sono io, ciò che posso cambiare, qual e il mio intimo spirituale che può essere modificato. Questa possibilità di modificare la realtà, che esiste in ognuno, rappresenta la libertà reale di ogni individuo. Ogni individuo ha la possibilità enorme di modificare la sua visione del mondo. Mi ha enormemente aiutato nella vita rendermi conto di ciò che effettivamente esiste all’esterno e ciò che è prodotto da me, nel mio intimo.
Grof: Lei ha una consapevolezza e una sensibilità straordinarie riguardo alle questioni ecologiche, per esempio l’inquinamento industriale dell’acqua e dell’aria, il depauperamento della natura, l’estinzione delle foreste europee, ecc. Le attribuirebbe alle sue sedute psichedeliche, nelle quali ha provato l’esperienza di essere un tutt’uno con la natura e di come l’intero universo sia correlato? Pensa di aver sviluppato, attraverso queste esperienze, una maggiore sensibilità ecologica, una percezione più acuta di ciò che stiamo facendo alla natura?

Albert Hofmann con Ernst Jünger
Hofmann: Sì, attraverso la mia esperienza con l’LSD e la mia nuova visione della realtà, sono diventato consapevole delle meraviglie del creato, della magnificenza della natura e del regno animale e vegetale. Sono diventato molto sensibile a ciò che accadrà a tutto questo e a tutti noi. Ho pubblicato articoli e tenuto conferenze sui principali problemi ambientali che abbiamo in Europa e nel mio paese.
Grof. La scoperta dell’LSD e stata una componente molto importante della sua vita e lei ha anche sperimentato di persona l’effetto positivo che questa sostanza puo avere su di noi, se usata correttamente. Quale fu la sua reazione a ciò che accadde durante gli anni ’60 negli Stati Uniti?
Hofmann: Ho provato grande rammarico, ero davvero dispiaciuto. Come ho detto, non avrei mai immaginato che si potesse abusare dell’LSD in quel modo. Ho l’impressione che la situazione sia migliorata, perché non si legge più sulla stampa di incidenti causati dall’LSD, come accadeva praticamente ogni giorno negli anni Sessanta. Le persone che usano l’LSD oggi, sanno come usarlo. Mi auguro quindi che le autorità sanitarie comprendano che l’LSD, se usato correttamente, non è una droga pericolosa. In realtà non dovremmo chiamarla “droga”; questo termine ha una pessima connotazione. Dovremmo usare un altro nome. Le sostanze psichedeliche, se usate in modo appropriato, sono molto utili all’umanità.

Albert Hofmann con Timothy Leary nel 1972
Grof: Ha scritto un libro intitolato LSD, il mio bambino difficile. Le ho sentito dire, alla conferenza, che spera di poter vedere il giorno in cui il suo bambino difficile diventerà di nuovo un bambino desiderato.
Hofmann: Probabilmente io non vedrò quel giorno, ma di sicuro succederà prima o poi in futuro, ne sono convinto. La verità infine verra fuori, e la verità è questa: se usato in modo corretto, l’LSD è un agente molto importante e decisamente utile. L’LSD non svolge più un ruolo negativo come “droga” e gli psichiatri stanno di nuovo tentando di presentare alle autorita sanitarie proposte di ricerca con questa sostanza. Mi auguro che l’LSD torni a essere normalmente disponibile per la professione medica. Allora potrà svolgere il ruolo che gli spetta, un ruolo utile e proficuo.
Grof: Ha una visione per il futuro in proposito, un idea di come vorrebbe fosse usato l’LSD?
Hofmann: Abbiamo una specie di modello a Eleusi e anche nelle cosiddette società primitive, in cui vengono usate sostanze psichedeliche. L’LSD dovrebbe essere trattato come una sostanza sacra, che richiede un’adeguata preparazione, una preparazione molto diversa rispetto ad altri agenti psicotropi. Una cosa è disporre di una sostanza antidolorifica o euforizzante, tutt’altra è disporre di un agente che intervene sull’essenza stessa degli esseri umani: la coscienza. La nostra vera essenza è la Coscienza Assoluta; senza un io, senza la coscienza di ciascun individuo, nulla esiste realmente. E questo stesso centro, questa essenza dell’essere umano, si modifica sotto l’influenza di questo genere di sostanze. Pertanto, scusate se mi ripeto, si tratta di sostanze sacre. Perche che cosa è sacro, se non la coscienza dell’essere umano? Una sostanza che la attiva dev’essere trattata con grande rispetto e con estrema cautela.

Albert Hofmann con Ariane e Goa Gil
Grof: Molti di noi che hanno sperimentato sostanze psichedeliche sono convinti, come lei, che si tratti di strumenti sacri capaci, se utilizzati correttamente, di allargare la coscienza spirituale. Contribuiscono anche a generare una sensibilità ecologica, il rispetto per la vita e la possibilità di cooperare in modo pacifico con altre persone e altre specie. Penso che, nel tipo di mondo in cui viviamo oggi, la trasformazione dell’umanità in questa direzione possa addirittura essere l’unica speranza reale di sopravvivenza. Considero essenziale per il nostro futuro planetario sviluppare strumenti in grado di modificare quella coscienza collettiva che ha creato la crisi in cui ci troviamo ora.
Hofmann: Di sicuro sarebbe un enorme passo nella giusta direzione. Abbiamo bisogno di un nuovo concetto di realtà e di un nuovo insieme di valori, perché le cose cambino in senso positivo. L’LSD potrebbe contribuire a generare questo nuovo concetto.
Grof: Vorrei ringraziarla per aver rinunciato al suo tempo libero, in questa splendida giornata, per venire tra noi e condividere le sue esperienze di vita. Lo apprezzo molto e sono certo di parlare a nome di tutti i presenti.
Hofmann: Grazie a voi per avermi invitato a Esalen. Mi piace molto questo bellissimo paesaggio. È così piacevole essere qui e assaporare l’atmosfera di questo istituto, insieme a vecchi amici e colleghi. E stata una grande esperienza per me. Anch’io vi ringrazio.
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Stanislav Grof (1931) è uno psichiatra ceco, fondatore della psicologia transpersonale, pioniere della terapia psichedelica e ideatore della respirazione olotropica. Autore di 22 saggi a tema psichiatrico, psicologico e psicanalitico, è considerato uno dei massimi studiosi della coscienza viventi.
Albert Hofmann (1906-2008) è stato un chimico svizzero. Scopritore dell’LSD, primo a isolare la psilocibina, membro del comitato del Nobel e autore di oltre 100 studi, nel 2007 fu votato come massimo genio mondiale a pari merito con Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web.

Vanni Santoni (1978), dopo l’esordio con Personaggi precari ha pubblicato, tra gli altri, Gli interessi in comune (Feltrinelli 2008, Laterza 2019), Se fossi fuoco arderei Firenze (Laterza 2011), la saga di Terra ignota (Mondadori 2013-2017), Muro di casse (Laterza 2015), La stanza profonda (Laterza 2017, dozzina Premio Strega), I fratelli Michelangelo (Mondadori 2019), La verità su tutto (Mondadori 2022, Premio Viareggio selezione della giuria), Dilaga ovunque (Laterza 2023, Premio selezione Campiello). È fondatore del progetto SIC (In territorio nemico, minimum fax 2013); per minimum fax ha pubblicato anche Emma & Cleo (in L’età della febbre, 2015) e il saggio La scrittura non si insegna (2020). Scrive sul Corriere della Sera.
Il suo ultimo romanzo è Il detective sonnambulo (Mondadori 2025).
Grazie, meraviglioso. The Road to Eleusis in italiano sembra impossibile da recuperare anche nel circuito dell’usato, sarebbe bello poterlo leggere anche solo in ebook.
bellissimo
Grazie
grazie, bellissima
un tesoro
sì
dialogo fondamentale per la nostra epoca
grazie