Nati per leggere. Il potere delle immagini e dell’immaginazione
Gli autori Lucie Brunellière, Kim Crumrine, Lea Goldberg, Rutu Modan e Heena Baek, la Rete dei presidi Nati per Leggere Campania, la Mediateca Mira Cancelli del Comune di Cepagatti (PE) e la pediatra Lucia Tubaldi sono i vincitori della sedicesima edizione del Premio nazionale Nati per Leggere, riconoscimento che sostiene i migliori libri, progetti di promozione alla lettura per i più piccoli e le più efficaci attività dei pediatri nel diffondere la lettura in famiglia.
I vincitori sono stati premiati giovedì 15 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino, durante una cerimonia condotta da Eros Miari. Il Premio Nazionale Nati per Leggere istituito dalla Regione Piemonte in collaborazione con la Città di Torino, la Fondazione Circolo dei lettori, il Salone Internazionale del Libro, le Biblioteche civiche Torinesi, il Coordinamento nazionale Nati per Leggere (formato da Associazione Culturale Pediatri, Associazione Italiana Biblioteche, Centro per la Salute del Bambino Onlus) e la rivista LiBeR, promuove la lettura condivisa con bambini in età prescolare all’interno della famiglia, degli asili nido, delle scuole dell’infanzia e delle biblioteche.
Il Premio è realizzato sotto gli auspici del Centro per il Libro e la Lettura e della Sezione italiana IBBY.
Qui un articolo inedito di Kim Crumrine sul potere dell’immaginazione. Con il libro Il piccolo fienile rosso (Minibombo, 2024) ha vinto il premio Nati per Leggere per la sezione Nascere con i libri (18-36 mesi). Kim ama fare i calcoli, ma soprattutto contare gli animali della fattoria che entrano nei fienili. Vive negli Stati Uniti, in un luogo dove le tartarughe attraversano il suo vialetto per raggiungere il fiume dietro casa. Le piace disegnare biglietti d’auguri, leggere e adora il Mago di Oz.
di Kim Crumrine
Il potere delle immagini e dell’immaginazione
L’immaginazione è uno degli strumenti più straordinari che possediamo. Ci permette di sognare, creare e inventare modi per migliorare la nostra vita. L’immaginazione ci porta in luoghi in cui non saremmo mai stati e può persino colorare la nostra esistenza in modo positivo. Quando lavoro a un’idea per una storia, passo molto tempo a pensare, immaginando personaggi, situazioni e temi da affrontare. È divertente lasciar vagare la mente e vedere cosa riesco a tirarne fuori! L’altra parte della creazione si concretizza poi nel mettere le idee su carta, realizzando illustrazioni che rappresentino quello che ho immaginato.
E il bello di ogni narrazione, e ciò completa il gesto creativo, è proprio che quando il lettore apre un libro, può immaginare a sua volta cose che l’autore o l’illustratore non avevano previsto in origine. L’ambientazione de Il piccolo fienile rosso sembra quasi impossibile all’inizio e l’immaginazione del lettore deve quindi entrare subito in gioco. Come possono riuscire a entrarci tutti quegli animali della fattoria? È così piccolo! Per cominciare, ho iniziato a immaginare a cose che sembrano piccole ma che in realtà sono sorprendentemente grandi. Naturalmente viene in mente l’auto del circo, da cui escono infiniti clown dalla portiera laterale (c’è un trucco, ovviamente!). Ma mentre disegnavo sul mio quaderno, mi è venuta l’idea di un fienile piccolo se visto di fronte, ma grande se visto di lato. Una cosa possibile e anche abbastanza logica, pensandoci, ma non evidente — ed è proprio questo che, penso, rende il concetto divertente e piacevole. E poi, i finali a sorpresa nei libri sono i miei preferiti (cosa che minibombo ha assolutamente perfezionato nel suo catalogo!). Io vivo in una zona degli Stati Uniti dove un tempo c’erano molte fattorie.
Ora ce ne sono di meno, ma molti fienili sono ancora in piedi e credo che il fienile rosso sia così radicato nel mio immaginario proprio perché ne ho visti così tanti. In realtà, dietro casa mia c’è una piccola fattoria e di tanto in tanto posso sentire i versi di pecore, capre e galline. A pensarci bene, quindi, sono circondata dagli animali che ho disegnato in questo libro! Quando, invece, sono passata a lavorare alle illustrazioni de Il piccolo fienile rosso, ho pensato di realizzare animali e oggetti familiari, che per un bambino sarebbe possibile vedere in una fattoria. Gli animali appartenenti a uno stesso gruppo (gatti, cani, maiali, galline, pecore, cavalli, eccetera) dovevano ovviamente somigliarsi fra di loro, ma allo stesso tempo dovevano conservare una propria individualità. Ma come si possono presentare le diverse personalità di una mucca o un cavallo, ad esempio? Che cosa sta pensando quell’alpaca mentre si dirige verso il fienile? E quella mucca che sbadiglia, che cosa deve aver fatto per essere così stanca?
I lettori possono usare la loro immaginazione per colmare questi non-detti e per sentire i personaggi ancora più vicini. Alcuni animali, poi, portano persino con sé una coperta, un giocattolo o un cappello… e questo per un bambino è molto familiare e crea un ulteriore legame con i più piccoli. Questo “clima” di familiarità, dato anche dall’ambientazione, che rimane la stessa in ogni pagina (fatto salvo per il cielo che si oscura gradualmente), aiuta il lettore a pensare, o a immaginare, che tutto sia esattamente come sembra. Ed è proprio questa sensazione che permette al finale a sorpresa di avere un impatto ancora più forte! Vi è quindi da un lato la possibilità di immedesimarsi in ciò che si sta leggendo, per esempio in una routine serale molto familiare per i bambini ma, allo stesso tempo, il finale dà l’opportunità incredibile di cambiare prospettiva e dare sfogo così alla propria immaginazione… Ancora una volta. Questo potere che il libro ha, per me è sempre stato molto chiaro.
Da piccola, infatti, leggevo sempre. Favole, fumetti, libri illustrati. Leggevo così tanto che quando già un po’ più grande ho dovuto mettere gli occhiali, ho pensato che fosse perché avevo letto troppo! Penso che tutte le immagini e le storie che ho assorbito in quegli anni abbiano alimentato la mia immaginazione e si siano radicate nella mia mente. Probabilmente è proprio in quegli anni che si è formato il tipo di storie che mi piace creare ancora oggi. Sono felice che ci siano così tanti libri meravigliosi per i giovani lettori, sugli argomenti più vasti, che possono aiutarli a crescere, imparare, ma anche rassicurarli e, soprattutto, allargare e ampliare le loro menti. Successivamente, poi, all’università mi sono laureata in matematica e questo mi ha probabilmente insegnato a guardare le cose in modo logico. Benché quindi io abbia una formazione scientifica, ho anche un lato creativo molto pronunciato, e l’arte è la mia vera passione.
A volte questi due lati si scontrano e non funzionano perfettamente insieme, ma mi piace pensare che Il piccolo fienile rosso sia una combinazione ideale proprio di questi due aspetti di me. Anni fa, prima di avere figli (e prima che la posta elettronica fosse così diffusa) ho scritto e disegnato diverse storie per albi illustrati. Portavo all’ufficio postale pile di buste enormi piene di manoscritti e illustrazioni su carta e le spedivo alle case editrici che accettavano proposte. Nessuna di quelle storie fu accettata, ma ormai ero stata catturata dalla magia della scrittura! In quegli anni, però, portavo avanti anche un altro lavoro, e ho dovuto mettere in pausa questa mia passione. Venticinque anni dopo, quando i miei figli erano ormai cresciuti, è arrivato il momento giusto per riprovarci! In tutto quel tempo avevo continuato a lavorare sul mio stile e mi sentivo ormai completamente a mio agio con i lavori che stavo creando.
Nel corso degli anni ho frequentato diversi corsi di illustrazione (tra cui uno in cui ho realizzato un “counting book”, per insegnare a mio figlio a contare), ho studiato libri come Picture This di Molly Bang e mi sono immersa totalmente in questo universo. Per tornare alla nascita de Il piccolo fienile rosso, e di come si è chiuso questo cerchio che mi ha portato a pubblicare il mio primo libro per bambini, ho scoperto minibombo mentre sfogliavo libri e facevo ricerche sugli editori nella sezione per bambini della biblioteca della mia città. Ho tirato fuori dallo scaffale l’edizione americana di un loro titolo (Dalla Chioma di Paolo Chiarinotti, Chiara Vignocchi e Silvia Borando) e non riuscivo a credere a quanto fosse divertente e intelligente.
L’umorismo e lo stile delle illustrazioni hanno colpito immediatamente la mia immaginazione. Ho contattato minibombo e, poiché erano aperti a ricevere manoscritti e proposte, ho iniziato a inviare loro le mie storie. Credo sia davvero importante trovare e poi lavorare con case editrici il cui catalogo rappresenti il tipo di lavoro che si ama e che si porta avanti nei propri progetti personali. Con minibombo c’è stata intesa da subito ed era evidente a tutti noi che lo spirito della mia proposta fosse in linea con il loro lavoro. La proposta de Il piccolo fienile rosso è stata quindi accettata, e per me lavorare con loro e vedere che il mio libro è stato accolto con così tanto entusiasmo è veramente un sogno che si avvera.
E tutto questo è, sicuramente, molto più di quanto avrei mai potuto immaginare!