 
			Nuovo appuntamento con la rubrica a cura di Anna Toscano. Dieci domande a poetesse e a poeti per cercare di conoscere i loro primi avvicinamenti alla poesia, per conoscere i loro albori nella poesia, quali siano stati i primi versi e i primi autori che li hanno colpiti, in quale occasione e per quali vie, e quali i primi che hanno scritto. Le altre puntate sono qui.
Qual è la poesia che hai incontrato, e quando, che ti ha fatto pensare, per la prima volta, che fosse qualcosa di fondamentale?
Ero un bambino, mio nonno mi leggeva brevi estratti della Divina Commedia da un grosso volume con le illustrazioni di Dorè. La voce potente di mio nonno che aggiungeva alla lettura commenti a volte favolistici, le immagini del libro che incutevano meraviglia e timore, la percezione del ritmo, avevano su di me un fascino che le favole non riuscivano a raggiungere.
Qual è il primo autore o autrice che ti è rimasto/a in mente come poeta?
Giacomo Leopardi, per le poesie lette alle scuole medie o forse già alle elementari. Mi identificavo nella sua solitudine e nel suo sguardo smarrito verso l’immensità dell’universo.
C’è stata una persona o un evento nella tua infanzia, o giovinezza, che ti ha avvicinato alla poesia? Chi era? Come è accaduto?
Rimando alla risposta al punto 1.
Quali sono i primi libri di poesia che hai cercato in una biblioteca o in una libreria?
Dopo gli studi al liceo classico, ho frequentato la facoltà di fisica e in me prevaleva l’interesse per le materie scientifiche e la filosofia della scienza. Alcuni anni dopo la laurea mi sono riavvicinato alla poesia, scoprendo autori che non erano trattati nei corsi scolastici. Ricordo perfettamente i libri che acquistai quasi contemporaneamente:
- Poeti italiani del 900 – l’antologia di Mengaldo
- La cifra di Borges
- Uno dei libri Celan della Bianca Einaudi.
Il primo verso, o la prima poesia, che hai scritto e che hai riconosciuto come tale: quando è stato e in quale circostanza?
La scrittura di poesia è stata graduale, senza nessun progetto. All’inizio appunti presi in forma disordinata, poi composizioni più strutturate, ma non riesco proprio ricordare quale scritto mi abbia dato la sensazione citata nella domanda.
Quando poi i versi sono arrivati copiosi, quali sono stati i tuoi pensieri?
Ho cominciato a sistemarli, a far convergere i nuovi scritti verso nuclei tematici che si andavano individuando, e soprattutto ho cominciato a soffermarmi su temi scientifici che, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non erano stati l’oggetto dei miei primi disordinati versi.
Quando hai avuto tra le mani le tue prime poesie pubblicate, cosa è accaduto?
Soddisfazione e timore. Per l’iter descritto sopra, avevo pubblicato poco su rivista, quindi il pensiero che da quel momento una parte di me diventava visibile a chiunque lo volesse, mi dava la sensazione di sentirmi “nudo”; una sensazione ben diversa da quella che avevo provato nella produzione di scritti scientifici. E inoltre ero di fronte ad un momento di verifica con un ampio pubblico: un fatto che suscitava in me forte curiosità.
La poesia per te è più di una fede o quasi una fede?
Non direi che per me la poesia sia una fede.
La poesia inizia?
La poesia inizia da un lampo interiore, che può derivare da un’immagine, una riflessione, una lettura, un accadimento. Si tratta di un seme che può dar luogo immediatamente anche ad un sol verso, che poi verrà sviluppato.
La poesia finisce?
La poesia non finirebbe mai se non ci fossero le scadenze legate alla pubblicazione, io sarei portato a modificare continuamente qualche dettaglio di ciò che ho scritto.
Anna Toscano vive a Venezia, insegna presso l’Università Ca’ Foscari e collabora con altre università. Un’ampia parte del suo lavoro è dedicato allo studio di autrici donne, da cui nascono articoli, libri, incontri, spettacoli, corsi, conferenze, curatele, tra cui Il calendario non mi segue. Goliarda Sapienza e Con amore e con amicizia, Lisetta Carmi, Electa 2023 e le antologie Chiamami col mio nome. Antologia poetica di donne vol. I e vol. II. Molto l’impegno per la sua città, sia partecipando a trasmissioni radio e tv, sia attraverso la scrittura e la fotografia, ultimi: 111 luoghi di Venezia che devi proprio scoprire, con G. Montieri, 2023 e in The Passenger Venezia, 2023. Fa parte del direttivo della Società Italiana delle Letterate e del direttivo scientifico di Balthazar Journal; molte collaborazioni con testate e riviste, tra le altre minima&moralia, Doppiozero, Leggendaria, Artribune, Il Sole24 Ore. La sua sesta e ultima raccolta di poesie è Al buffet con la morte, 2018; liriche, racconti e saggi sono rintracciabili in riviste e antologie. Suoi scatti fotografici sono apparsi in guide, giornali, manifesti, copertine di libri, mostre personali e collettive. Varie le esperienze radiofoniche e teatrali.

 
                    
				 
                    
				 
                    
				 
                    
				 
                    
				