I pranzi della domenica – la vera storia di un networking culturale. Intervista a Antonio Monda

Questa intervista è uscita su IL a giugno 2013.

Insegna cinema a New York, scrive su Repubblica, produce documentari, organizza festival letterari e di cinema sia in Italia che a Manhattan, ha pubblicato saggi e romanzi. È famoso in Italia per dei famosi pranzi della domenica a casa sua, frequentatati da giganti americani come Philip Roth, Martin Scorsese, Meryl Streep, e gli italiani di passaggio. È tramite Monda che, per esempio, Sorrentino conosce David Byrne e lo fa recitare nel suo film americano – in cui Monda fa un cameo seduto su una panchina di Central Park. Compare anche all’inizio di Le avventure acquatiche di Steve Zissou di Wes Anderson, dove ospita Bill Murray-Zissou a un festival. È il campione italiano del networking culturale: un tipo di eccellenza poco apprezzata dalla classe intellettuale italiana. Lo intervisto nel suo studio a New York University, su Broadway tra Village e East Village. Il corridoio è pieno di poster di film, sembra più una casa di produzione che un dipartimento universitario. La stanza è piccola, c’è una targa con una frase di Churchill: “Never Never Never Quit”. Cinquantenne ragazzino, un’educazione nelle scuole cattoliche maschili e in una storica famiglia democristiana, Monda ha ancora l’aria da studente: porta pantaloni a coste lisi, il lembo destro del colletto della camicia gli cade sempre sotto il collo del maglioncino a rombi. Con candore mi racconta le regole del networking e la storia un po’ Sergio Leone un po’ Visconti con cui ha realizzato il sogno americano.