Il grande deserto americano

Questo pezzo è uscito sul Venerdì di Repubblica. (Fonte immagine)

È stato immortalato dalle foto di Paul Strand e Anselm Adams, dai quadri di Georgia O’Keeffe e da un’infinità di canzoni country. Lì sono andati a vivere D.H. Lawrence e Cormac McCarthy, Frank Lloyd Wright e Dennis Hopper, Tony Hillerman e Bruce Nauman. E come loro decine di scrittori, artisti, architetti, musicisti, attori o registi che nel Southwest americano hanno deviato, temporaneamente o definitivamente, il corso di arte e vita.

Se nell’ottocento ci si andava per amore del pericolo, o per forgiare il carattere, il secolo dopo è diventato meta di chi va in cerca di spiritualità e armonia. Gli indiani navajo lo chiamano hozho, e si traduce “camminare nella bellezza”, o anche “essere in armonia con ogni cosa”, paesaggi inclusi. Si dice che le montagne del Southwest d’America siano sacre. “Se le montagne ti sono ostili te lo dimostreranno”, è una delle cose che ti vengono dette se ti trovi a passare qualche giorno nei paraggi di una delle infinite montagne della regione. E a quel punto l’unico desiderio che hai è compiacerle. Stabilisci una relazione quasi privata con la montagna che hai a portata di sguardo, e dopo qualche giorno di frequentazione diventa parte della tua vita al pari di una persona. Se non è la spiritualità ad averti avvicinato alla natura, di sicuro la natura del Southwest ti porta a essere più spirituale.

La frontiera non ha mai smesso di esistere. Leggende del deserto americano

Questo pezzo è uscito sul Mucchio.

È un libro talmente ricco, Leggende del deserto americano, con il suo continuo sconfinare lungo i campi della storia, del saggio antropologico, dell’inchiesta sociologica e del reportage narrativo, che può capitare di perdere il bandolo dell’enorme matassa che Alex Shoumatoff ha inseguito nel suo viaggio/racconto di una vita. Ci si può smarrire in una delle immense distese del New Mexico, o nei canyon dell’Arizona, o sulle rive del Rio Grànde, il fiume che segna il confine tra Texas e Messico, tra El Paso e la dannata Ciudad Juàrez – ed è uno smarrimento da far girare il capo, ora per la meravigliosa bellezza della natura incontaminata descritta e ora per la brutalità inconcepibile di massacri e scontri di civiltà.