Le inutili pseudoanalisi sul libro di Gian Arturo Ferrari
di Andrea Libero Carbone Libro di Gian Arturo Ferrari (Bollati Boringhieri) è un testo strutturato in forma di saggio, una sorta di riflessione storica sul libro in quanto tale. O meglio una cronistoria dell’evoluzione del libro dall’invenzione della scrittura ai giorni nostri, che l’autore scandisce in tre tappe: manoscritto, stampato, digitale. O ancora più precisamente […]
Storia di una collezione
Pubblichiamo una recensione uscita per il Riformista di Francesco Longo al singolare Un’eredità di avorio e ambra (Bollata Boringhieri) di Edmund de Waal.
È l’uomo col cilindro e la barba rossiccia sullo sfondo del quadro Le déjeuner des canotiers di Renoir. È una delle due persone a cui è ispirato il personaggio di Swann della Recherche di Proust. Come Swann, infatti, è ebreo, frequenta salotti esclusivi, è un collezionista d’arte, un appassionato di pittura italiana e un mecenate. Si chiama Charles Ephrussi. La storia della sua collezione di 264 netsuke (vertiginosi ninnoli giapponesi) è ora raccontata da Edmund de Waal, che ricevette in eredità quella collezione a Tokyo, nel 1994. Il libro, che racconta questa vorticosa vicenda di arte, storia, ebraismo e identità, è pubblicato da Bollati Boringhieri e si intitola Un’eredità di avorio e ambra (pp. 397, 18 euro).
Quando Edmund de Waal recita il Kiddush, nel tempio buddista dove si dà l’addio allo zio Iggie, riceve i netsuke ed è consapevole di avere tra le mani non solo «una collezione enorme di oggetti minuscoli», ma la matassa di una vicenda affascinante, tortuosa e scintillante che riguarda la sua famiglia.
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