Dio è morto, ma le Dee godono ottima salute

Intervento al convegno “L’impensato della dea”- Università Bicocca di Milano.

Una quindicina di anni fa ho avuto modo di occuparmi di Marija Gimbutas in uno scritto che avevo intitolato Il linguaggio della dea. Come liberarsi di un mito. Si trattava di una relazione nata dal’incontro con donne attrici, in particolare con Ermanna Montanari del Teatro delle Albe di Ravenna, che aveva da poco messo in scena Rosvita, una sorta di “itinerario mistico” ispirato alla monaca di Gandersheim. Mi chiedevo allora come mai, se è vero come dicono che “Dio è morto”, le dee – le sante, le vergini guerriere, le mistiche – sembrano invece godere di ottima salute. Mi rendo conto che la domanda è oggi più attuale che mai, dato il credito che gode il tema del divino legato alla ricerca di identità della donna o sarebbe meglio dire di una “differenza” del femminile.