Vivere mille vite tra videogiochi, streaming e libri. Intervista a Lorenzo Fantoni

Tra giornalismo tradizionale e divulgazione digitale: un’intervista a Lorenzo Fantoni, giornalista e autore di “Vivere mille vite. Storia familiare dei videogiochi”.

Il retroscena del retroscena del retroscena. Viaggio nel giornalismo parlamentare

di Quit “Non ce la faccio più” spiega un collega giovane e sveglio che fa cronaca parlamentare da molti anni, a mo’ d’incoraggiante introduzione nel magico mondo della politica vista da vicino. Siamo seduti su un divano del transatlantico della Camera, il luogo dove si fabbricano quelle 5-10 pagine dei quotidiani in cui i politici […]

Prontuario aggettivale per giornalisti culturali alle prime armi

di Christian Raimo (con la collaborazione ideativa di Francesco Longo) Nelle redazioni dei giornali, i tempi delle recensioni si fanno ogni giorno più risicati. Per cercare di aiutare chi si trova a imparare in fretta il mestiere del critico culturale, che sia per la carta stampata o per il web, ho messo a punto un […]

Il lavoro delle donne

Ieri ho letto sul sito della Columbia Journalism Review questo pezzo che era stato molto segnalato in rete. L’ha scritto Francesca Borri, reporter italiana free-lance, autrice di due libri sulle guerre. L’avevo tradotto forse dignitosamente perché mi sembrava potesse innescare un dibattito sull’informazione. Francesca mi ha scritto e mi ha gentilmente inviato il suo originale […]

Paesaggio di palude con figure attonite. Ovvero, breve storia patetica o picaresca del quotidiano “Pubblico”.

C’è un precetto del Vangelo al quale cerco – ogni volta con fatica – di attenermi, ed è questo: “Se il tuo fratello commette una colpa, vai e ammoniscilo te e soltanto lui; se ti ascolterà, tu avrai guadagnato tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa […]

Orwell 1.5

George Orwell

Attenzione questo pezzo di informazione culturale contiene inopinatamente degli spoiler molto pesanti. Un mese e dieci giorni fa usciva in edicola l’ultimo numero dell’inserto settimanale di Pubblico, che si chiamava Orwell. Il giornale papà chiudeva per mancanza di introiti, il figlioletto Orwell accettava (subiva) le disgrazie del padre. Dire che non ce l’aspettavamo è dire […]

A proposito di questa cosa chiamata lavoro intellettuale

di Federica Sgaggio

Il lavoro si paga. Questo non si discute.
L’affermazione è logicamente e moralmente incontestabile, e in effetti non risulta che il cosiddetto governo tecnico o la Confindustria abbiano mai mosso eccezioni.
Tutti, però, siamo consapevoli – per averlo vissuto anche in prima persona – che nella realtà della nostra vita quotidiana quest’affermazione è smentita molto spesso dai fatti.
Sul tema della retribuzione del lavoro intellettuale, poi, si è cominciato a ragionare e a confrontarsi già da tempo, e – recentemente – anche sulla scorta delle riflessioni promosse dai Tq intorno alle questioni dello statuto identitario del lavoratore intellettuale, e della promozione della dignità e dei diritti (anche retributivi) dei lavoratori editoriali.

Diario di un giornalista clandestino

Questo articolo è uscito sul Riformista e racconta la sconcertante parabola umana del giornalista marocchino Rachid Nini, prima immigrato in Spagna e in Italia, poi di ritorno nel suo paese per svolgere una coraggiosa attività culturale di opposizione alle ingiustizie della classe politica e della famiglia reale marocchina. In questo momento si trova in carcere a Casablanca e sul sito della sua casa editrice italiana (Mesogea) potete firmare un appello per la sua scarcerazione e per la libertà di stampa in Marocco.

di Alessandro Leogrande

Questa comunicazione non è affatto così semplice

La storia è nota ai più. Nel 1936, durante la il periodo della Grande Depressione americana, un fotografo e un giornalista-scrittore vengono inviati in Alabama per conto del Governo e di una testata giornalistica, al fine di conoscere e testimoniare la vita dei fittavoli coltivatori di cotone nelle zone del Sud degli Stati Uniti. Ma accade che il reportage si trasformi in una grande avventura morale, e che venga più volte rifiutato dagli stessi committenti, fino a vedere le stampe nel 1941 con il titolo Sia lode ora a uomini di fama, e fino a diventare un esperimento assolutamente unico nella storia del reportage giornalistico.

Scrittori giornalisti: una gara di sputi?

Gli scrittori sono animali anfibi, animali che prediligono vivere nei territori della letteratura ma che durante l’età adulta migrano spesso verso il giornalismo, dove trovano alimento con cui nutrirsi e soprattutto molta fama, che anche per la loro attività principale di poeti o romanzieri, non fa mai male. Di solito, lo scrittore italiano mantiene un atteggiamento beffardo verso l’attività giornalistica, considerandola sostanzialmente un ripiego, ma di frequente l’atteggiamento beffardo diventa disprezzo . «Tutta la stampa italiana, tranne rarissime eccezioni, è inquinata, in mano a bestie presuntuose, ignoranti e in malafede, corrotte e servili, a cui con niente si può far dire bianco il nero e nero il bianco», scriveva Luigi Pirandello in una lettera indirizzata alla sua cara Marta Abba, per consolarla. Tanto dire dell’amore tra i giornali e i loro collaboratori.
Ricostruire il complesso e labirintico rapporto tra gli scrittori e la loro attività giornalistica è il compito che si è scelto Carlo Serafini che ha curato un monumentale volume per l’editore Bulzoni che si intitola Parola di scrittore. Letteratura e giornalismo nel Novecento (Bulzoni, pp. 704, euro 50). Ognuno dei trentasette saggi che compongono questa raccolta si occupa di uno scrittore diverso, che nella vita ha dedicato le proprie energie e le proprie parole per cimentarsi in un “secondo mestiere”, quello dell’elzevirista, del reporter di viaggio, del polemista, del commentatore, del recensore o di altro ancora. Si va da Pirandello a Flaiano, da D’Annunzio a Landolfi, da Eco a Buzzati, da Soldati a Montale, da Savinio a Moravia, da Bacchelli a Parise, e poi Pasolini, la Ortese, Calvino, Sciascia, Bianciardi, Flaiano e molti altri.