Se la Rivoluzione ci parla di fragilità. Intervista a Mario Martone
Georg Büchner morì a Zurigo nel febbraio del 1937 a soli 24 anni, lasciando come traccia della sua breve esistenza un paio di testi teatrali – di cui uno incompiuto – ed un racconto. Opere che avrebbero segnato indelebilmente il teatro mondiale, nonostante le prime rappresentazioni avvennero a settant’anni dalla morte dell’autore, ovvero nel nuovo secolo, il Novecento.
Se il «Woyzeck» è diventato nel tempo un banco di prova irrinunciabile per molti registi, grazie anche al fascino che il non-finito ha esercitato sul Novecento, assai maggior reverenza ha suscitato il testo che Büchner dedicò alla Rivoluzione Francese, Dantons Tod, «Morte di Danton». Dramma corale dalla struttura imponente, la «Morte di Danton» è un fiume che travolge lo spettatore così come la Rivoluzione travolse, deviandolo, il corso della Storia.
Clamori d’estate – Il caso Comodin
Pubblichiamo una recensione di Andrea Cirolla sul film «L’estate di Giacomo» di Alessandro Comodin.
L’estate di Giacomo è un film anomalo di cui si parla e si scrive molto in questi giorni. Il suo regista e sceneggiatore, Alessandro Comodin, friulano, classe 1982, ha esordito nel 2008 con Jagdfieber, documentario di diploma all’Insas di Bruxelles «sulla caccia, i suoi rituali, i gesti e i suoi silenzi» (dalla nota sul regista del sito del suo distributore, Tuckerfilm).
Del film si parla molto, cioè è molto recensito e molto premiato: su Variety, Cahiers du cinéma, Rumore, Corriere della Sera, Il Foglio, il Manifesto alcune delle recensioni; tra gli altri premi il Pardo d’oro Cineasti del Presente al Locarno Film Festival 2011, il Grand Prix du Jury and Prix Documentaire Grand Ecran al Belfort International Film Festival 2011, l’Ovidio d’Argento per il miglior film al SulmonaCinema Film Festival 2011 e la Menzione Speciale Giuria Concorso Internazionale al Festival dei Popoli 2011 di Firenze.
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