Da Swift a Vanzina

Pubblichiamo un testo di Francesco Recami, autore di una serie di Commedie nere di cui sono usciti quattro romanzi pubblicati da Sellerio, l’ultimo qualche settimana fa, “La cassa refrigerata. Commedia nera n. 4“. Una riflessione sulle funzioni dell’arte in momenti difficili che parte da Swift per arrivare al recente film di Vanzina, un’analisi sulle caratteristiche della “commedia nera” e sul contrasto fra il mondo delle regole rigidissime di comportamento e la realtà dei fatti, sulla morte, sul dolore e sul modo in cui è possibile parlarne.

di Francesco Recami

Che cosa c’entra Enrico Vanzina con Johnathan Swift? Parrebbe proprio niente ma un nesso c’è: Vanzina produce un instant film stile cinepanettone sul Covid all’italiana, una commedia (satirica?). Fioccano le critiche: si può ridere di 35000 morti? Non si ride della morte. Eppure, eppure l’umorismo nero, fondato da Swift nel XVII secolo, ride, a denti stretti, della morte.

La più faticosa delle scienze: “Il cacciatore di piante” di Whittle

Questa recensione è uscita sul Venerdì, che ringraziamo (fonte immagine).

«Quale lavoro è più arduo, quale scienza più faticosa della botanica?», si domandava Carlo Linneo ragionando su una disciplina che già a metà ’700 avvertiva come poco o per nulla riconosciuta in tutta la sua importanza. Ciò che il grande naturalista svedese evidenziava era proprio la difficoltà a rendere percepibile e condiviso il nesso tra l’audacia e l’attrazione nei confronti del mondo arboreo. Un legame, va detto, non proprio immediato, tant’è che, nella maggior parte dei casi, dell’evoluzione della botanica si sa ben poco.

Le iguane di Vonnegut

L’11 aprile 2007 moriva Kurt Vonnegut. Pubblichiamo un intervento di Giordano Meacci apparso all’epoca sul Riformista. (Fonte immagine)

Due pagine in sequenza della «Repubblica» di qualche giorno fa, il 12 aprile, erano dedicate, rispettivamente, allo scetticismo di papa Ratzinger nei confronti di Darwin e al “paradiso perduto” delle Galapagos per eccessivo “affollamento turistico”. Benedetto XVI (a braccia aperte, sorridente, al balcone) sembrava affacciarsi su un pubblico di iguane marine in posa. Le due pagine, legate – evidentemente – dal barbone profetico di Charles Darwin, davano vita a un accostamento vonnegutiano. E così, sfogliando il giornale, proprio mentre cercavo di esorcizzare la notizia della morte del geniale tabagista di Indianapolis, mi sono ricordato di Leon, il figlio fantasma di Kilgore Trout – lo scrittore di fantascienza alter-ego di Kurt Vonnegut – che in Galapagos descrive un’umanità nuova, inconsapevole della morte e profondamente mutata, parlando dal futuro quasi impensabile di “un milione di anni dopo” il 1986. Esseri umani che hanno ormai perduto la zavorra dei loro “tre chili di cervello” senza i quali «il nostro» sarebbe stato «un pianeta del tutto innocente».

Il meglio di Pagina3: Settimana dal 7 all’11 gennaio

Questa rubrica è in collaborazione con Pagina 3, la rassegna stampa culturale di Radio3. Tutti i venerdì minima&moralia selezionerà gli articoli più significativi tra quelli letti ogni mattina in radio dai conduttori di Pagina 3 e ve li segnalerà. In questo modo cercheremo di offrire una panoramica su quello che è stato il dibattito culturale italiano nel corso della settimana. Il conduttore del mese di gennaio è Edoardo Camurri. Un ringraziamento particolare a Radio3 e a Marino Sinibaldi. (Immagine: Fruttero e Lucentini.)

Lunedì 7 gennaio:

 Neil, l’impertinenza di un quindicenne che aiuta la scienza. I suoi dubbi su Andromeda servono ai fisici. Articolo di Giulio Giorello, Corriere della Sera, p. 23.

 • Teresa Cremisi. L’italiana alla testa di Flammarion: “Come decido di pubblicare un libro? Faccio silenzio dentro di me e sento se è il momento giusto”. Articolo di Franco Marcoaldi, la Repubblica, p. 45.