Il realismo estremo del nuovo cinema italiano
di minima&moralia pubblicato 24 Ottobre 2015 · 6 Commenti
Questo articolo è uscito su Repubblica.
di Emiliano Morreale
Ormai da qualche anno, nel cinema italiano (ma anche in certa narrativa, e nelle serie tv) si affaccia un’Italia non solo marginale, ma soprattutto degradata, criminale, senza speranza. E spesso molto cattiva. Le bande di Gomorra – la serie, quelle di Suburra (film e prossima serie). L’anno sorso, l’avvocato finito nel gorgo di Perez di Edoardo De Angelis, e i palazzinari strozzini alle prese con escort fatali (Senza nessuna pietà di Michele Alhaique). Più indietro, tra gli altri, poliziotti violenti contro ultrà (Acab), bande di disperati che tentano il colpo attraverso le fogne (Take Five), adolescenze nella mafia russa (Educazione siberiana), e ancora poliziotti spacciatori (Henry di Alessandro Piva), immigrati spacciatori (La-bas di Guido Lombardi), pugili che si salvano dall’ambiente camorristico (Tatanka di Giuseppe Gagliardi)… Ultimo arrivato, Lo chiamavano Jeeg Robot, con Santamaria rapinatore-supereroe contro lo Zingaro interpretato da Luca Marinelli.
Categoria approfondimenti, cinema, cultura · Tag Alessandro Piva, Claudio Caligari, Edoardo De Angelis, Emiliano Morreale, Francesco Munzi, Franco Maresco, Giancarlo De Cataldo, Giuseppe Gagliardi, Gomorra, Guido Lombardi, Luca Marinelli, Manetti bros, Massimo Carlotto, Michele Alhaique, Michele Placido, Pier Paolo Pasolini, Renato De Maria, Roberto Bolaño, Roberto Saviano, Rutger Hauer, Suburra, Walter Siti
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