Sul Jobs Act, ovvero fate ciao ciao con la manina ai diritti del lavoro

di Christian Raimo Ieri il Senato ha approvato la legge delega sul lavoro, intitolato con un tracotante anglismo Jobs Act. Da settimane non si parlava d’altro, ma il voto di ieri ha cambiato e di molto le diverse analisi che si sono sviluppate in queste settimane, e ha dato la forma definitiva a una porcata […]

Sel, chi ha paura di capire?

Riprendiamo un intervento di Enrico Sitta apparso sul sito di Sel.

di Enrico Sitta

È nota ormai al grande pubblico la situazione di Sel. Un manipolo di parlamentari lascia il partito verso altri lidi. I territori sono in fibrillazione, si grida al tradimento, si serrano le fila. Ma quale ė  la storia di questi mesi? Cosa è successo e cosa ci aspetta?

L’“impazzimento” dentro il nostro partito ha origine non dal congresso di Riccione quanto dal naufragio dell’esperienza di Italia Bene Comune. In quella fase in molti davano per scontato che si sarebbe andati al governo insieme, e che ad un certo punto i destini di Pd e Sel avrebbero anche potuto convergere. Lo scossone causato invece dalla beffa del “siamo arrivati primi ma non abbiamo vinto” seguito poi dal governo delle larghissime intese (ora più strette) e dalla presa del partito e del potere da parte di Renzi hanno sconquassato il fronte del vecchio centro sinistra. Forse, con le elezioni europee, definitivamente.

La democrazia da videogioco

È incredibile come in nemmeno una settimana si siano verificati tre piccoli eventi che danno il segno della fragilità da osteoporosi del sistema democratico italiano. Il primo è il colpo di coda con cui i garanti della Lista Tsipras hanno deciso di mandare Spinelli a Bruxelles, senza minimamente prendere in considerazione un dibattito tra comitati e militanti: discussioni notturne tra cinque, sei persone; interviste sprezzanti; lettere laconiche, qualunque cosa che potesse dimostrare una volontà oligarchica invece di una vocazione inclusiva. Il secondo è la votazione burla con cui il Movimento Cinque Stelle sta facendo scegliere on line quale sarà la collocazione degli eletti alle europee. Le opzioni sono tre – conservatori, fascisti e nessun gruppo (nessun gruppo che vuol dire insieme a Alba Dorata, per dire) – ma nel form in cui si può cliccare campeggia un PS orwelliano e comico: “Nel caso la soluzione più votata non sia praticabile, sarà perseguita la successiva più votata”. Il terzo è oggi l’epurazione – ok, il dimissionamento – di Corradino Mineo e Vannino Chiti dalla Commissione Affari Costituzionali e le successive dichiarazioni di Renzi e co. (Boschi, Lotti, i soliti corifei) per giustificare quest’atto anche di fronte alla “autosospensione” dal gruppo parlamentare PD di quattordici senatori: l’ormai consumato tono liquidatorio da non ti cago, non ci faremo intimidire, Mineo chi?

La sinistra non ha bisogno di un leader ma di un popolo

di Christian Raimo E così si terranno a Roma, in pratica in contemporanea, due incontri annunciati come decisivi – almeno a breve termine – per la politica di sinistra in Italia. Da una parte l’assemblea nazionale del Pd che dovrebbe trovare un bandolo nella matassa di fili elettrici con quale ha rischiato di rimanere fulminata […]