Renzo Zanazzi, il partigiano della bicicletta

(fonte immagine)

Era un giorno di quasi primavera. El Zanass indossava la dorsale settantasette per la prima corsa del dopoguerra. Correva l’anno 1946. C’era tanta gente a respirare la vita sulle strade dissestate e ferite della Milano-Sanremo. Il ponte sullo Scrivia bombardato non esisteva più. Le assi di legno, assemblate come una passerella, restituivano una funzionalità tutt’altro che rassicurante. Cielo terso, l’acqua alle caviglie. Guadarono il fiume spingendo la bicicletta a piedi.