Speciale Santarcangelo 14: “Art you lost?” e “La imaginación del futuro”
Continua l’approfondimento da Santarcangelo 14: questo articolo è uscito sul Giornale del Festival all’interno del Corriere di Romagna.
Un approfondimento su due opere molto interessanti attraversate da memorie personali, dalla storia e dalla politica. Art you lost? è una grande installazione interattiva articolata in un racconto biografico collettivo restituito in forma di creazione artistica con materiali e tracce consegnati dagli spettatori nella preparazione organizzata durante il Santarcangelo 13. Un lavoro che è stato creato collettivamente da lacasadargilla, Muta Imago, Luca Brinchi e Roberta Zanardo (Santasangre), Matteo Angius. La imaginación del futuro della compagnia cilena La Re-sentida, una rielaborazione sfacciata e impudente della storiografia su Salvador Allende e il colpo di Stato cileno basata sulla cruciale domanda: che cosa sarebbe successo se… Un gruppo di ministri tenta di salvare il governo ma come? Sarebbe stato possibile evitare diciassette anni di dittatura? Lo spettacolo è un tentativo di riflessione e di reinterpretazione della violenta storia politica del Cile.
La imaginación del futuro ha debuttato a Santiago a Mil nel gennaio 2014 e dopo Santarcangelo verrà presentato al Festival di Avignone.
Art you lost? è una prima assoluta, si può visitare a Santarcangelo alla Scuola Elementare Pascucci da giovedì 10 a domenica 20, dalle 21.30 alle 00.30.
Non siate così stupidi e irresponsabili da lasciare implodere il mondo del teatro a Roma
Negli ultimi mesi nella Roma teatrale – quel magma informe fatto di grandi festival e piccoli esercenti, di occupanti e di compagnie, di artisti e di critici – si respira quasi un’aria da fine dei tempi. Siamo sulla soglia di qualcosa che ancora non ha una forma, forse una metamorfosi, un cambiamento, ma forse anche una banale, lenta e prolungata decadenza. Ma cos’è che sta succedendo? Occorrerebbe mettere assieme una serie di avvenimenti che, a un occhio profano, potrebbero sembrare non troppo connessi tra loro. Come la chiusura del Palladium, sottratto alla decennale gestione della Fondazione Romaeuropa che lo aveva trasformato in una piazza della scena contemporanea. La chiusura, per lavori, del Teatro India, che di quella scena è l’epicentro naturale. Lo sgombero dell’Angelo Mai, centro di produzione culturale indipendente, che arriva dopo i cinque anni di stop imposti al Rialto (oggi in ripartenza) e il depotenziamento di altri spazi come il Kollatino Undergorund. Infine, la prolungata assenza di una direzione al Teatro di Roma, dove la “nomina lampo” di Ninni Cutaia aveva dapprima acceso, e subito dopo gelato, le speranze di un territorio complesso e variegato.
La perdita della persona amata
(Immagine: una scena di Mulholland Drive di David Lynch.)
“Credevo di poter descrivere uno stato, fare una mappa dell’afflizione. Invece l’afflizione si è rivelata non uno stato, ma un processo. Non le serve una mappa ma una storia, e se non smetto di scrivere questa storia in un punto del tutto arbitrario, non vedo per quale motivo dovrei mai smettere. Ogni giorno c’è qualche novità da registrare. Il dolore di un lutto è come una lunga valle, una valle tortuosa dove qualsiasi curva può rivelare un paesaggio affatto nuovo. Come ho già notato, ciò non accade con tutte le curve. A volte la sorpresa è di segno opposto: ti trovi di fronte lo stesso paesaggio che pensavi di esserti lasciato alle spalle chilometri prima. È allora che ti chiedi se per caso la valle non sia una trincea circolare. Ma no. Ci sono, è vero, ritorni parziali, ma la sequenza non si ripete”.
da C.S. Lewis, Diario di un dolore
Teatri e Agis: se i talenti non sono figli di papà
Questo pezzo è uscito su PaeseSera. (Immagine: Santasangre – Harawi.)
Pietro Longhi, direttore dell’Agis Lazio, ha diramato un comunicato stampa in cui si scaglia contro le realtà degli spazi occupati romani. Il succo del discorso è che mentre tante sale lavorano nella legalità, pagando affitti e Siae, gli spazi occupati bypassano tutti questi oneri facendosi belli di collaborazioni prestigiose che si offrono gratuitamente a causa del sostegno politico. In sostanza, fanno concorrenza sleale (anche perché i biglietti sono a prezzi sensibilmente più bassi dei teatri associati all’Agis).
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